Cahill lascia, Sinner si prepara al futuro senza di lui
Aggredisce, si prende rischi senza timori, gioca corto, cambia continuamente il peso e la misura dei suoi colpi: per più di un’ora Tristan Schoolkate sembra un Top 10 e invece non si è mai nemmeno avvicinato a quota 100 ATP (è il 146 del live ranking). L’anno scorso s’è iscritto a decine di Challenger, vincendone uno a Guangzhou, in Cina. È anche riuscito a ottenere la sua prima wild card a Flushing Meadows, dove ha eliminato il giapponese Taro Daniel prima di cedere in cinque set a Jakub Mensik, il ceco del quale tutti pronosticano grandi imminenti imprese. Ha 23 anni come Jannik Sinner, è di Perth e i connazionali organizzatori degli Australian Open 2025 gli hanno concesso un’altra wild card, che ha onorato al meglio.
Australian Open: oggi in campo Alcaraz, Zverev, Djokovic
La piccola paura del numero 1 del mondo dura il tempo di cedere un set (non gli accadeva da ottobre) allo sconosciuto avversario, mai incrociato nemmeno nel retropalco di qualche torneo. La consapevolezza di Schoolkate di non avere nulla da perdere si affievolisce minuto dopo minuto non appena s’illude di avere qualche possibilità di portare a casa il match della vita. Accade a tutti. Invece, a partire dal 3 pari del secondo parziale, il match diventa a senso unico, senza più sorprese, con il crescendo del rosso di San Candido: 4-6 6-4 6-1 6-3 in due ore e tre quarti. Del prossimo avversario, l’americano Marcos Giron, Jannik sa quanto ha imparato battendolo nell’autunno del 2023 nel Master 1000 di Shangai (7-6 6-2) e quanto gli sarà capitato di sbirciare sugli schermi delle players lounge nelle lunghe attese prima di entrare in campo. Nel suo angolo ci saranno Simone Vagnozzi e Darren Cahill, e ci resteranno fino alla fine della stagione. Il coach australiano quasi sessantenne – ha rivelato Sinner – non sarà però più al suo fianco dall’anno prossimo: “Vuole ritirarsi, l’ha detto lui”. Non è una buona notizia. Prepariamoci a un’altra stagione di inquietudini.
Uscito Sinner, gli spettatori nottambuli della Rod Laver Arena accolgono con molto calore Jasmine Paolini, numero 1 d’Italia e 4 WTA, che se la vede con la messicana Renata Zarazua, 27 anni, numero 70 del ranking ufficiale, che vive e si allena Tampa, in Florida. È una partita che si conferma, come da pronostico, senza rischi eppure con asperità per la lucchese, con effetti positivi per lo spettacolo: tradotto, ha dato all’avversaria la soddisfazione di incassare tre break e un’onorevole sconfitta (6-2 6-3). Tra un paio di giorni l’allieva di Renzo Furlan se la vedrà con una collega di tutt’altro spessore, l’ucraina Elina Svitolina.
Da lassù, oggi Jimmy Van Alen dapprima dà una mano a Lorenzo Musetti, poi però si disinteressa di un suo fedelissimo, Matteo Berrettini, e anche di Lorenzo Sonego. A Van Alex, ex tennista e arbitro ideatore della Hall of Fame di Newport (ma anche scrittore, musicista ed editore), si deve l’invenzione del tie break, croce e delizia dei tennisti a qualsiasi livello da cinquant’anni in qua. A Melbourne, forse san Jimmy, morto nel 1991, è distratto o troppo indaffarato quando, nel pomeriggio avanzato, nella John Cain Arena il romano numero 3 d’Italia si gioca con Holger Rune il primo set al tie break e, contemporaneamente, nella 1573 Arena Sonego, ATP 53, fa lo stesso con Joao Fonseca: il primo cede per 7-3, il secondo 7-6. Un paio d’ore prima, invece, sono stati due tie break vittoriosi a spianare la strada al carrarino nell’insidioso confronto con Denis Shapovalov. Vediamo com’è andata in ciascuno dei tre match, cominciando dal quello italo-canadese.
Il talento, dice Goran Ivanesevic, non lo riconosci facilmente: “Se vedi il numero 1 e il numero 100 al mondo in allenamento, non li distingui”. Figuriamoci distinguere due che a soli 21 anni erano già tanto talentuosi ed efficaci da sembrare destinati a insediarsi stabilmente tra i Top 10. A guardar bene, nel 2020 e nel 2021 Shapovalov, classe 1999, è stato appunto numero 10 per qualche settimana, ma poi è via via sceso in classifica, ritrovandosi oltre quota 100 tra l’autunno 2023 e la scorsa estate. Più costante nel rendimento di Musetti, classe 2002, che non è mai arretrato granché da quando ha raggiunto per la prima volta la posizione 15 del ranking ATP nel giugno 2023. Adesso il toscano di confine è di nuovo il numero 15 al mondo mentre il mancino canadese è 52. Il loro match sul prestigioso campo 3, il quinto per capacità del Melbourne Park, è inevitabilmente uno sfoggio di talenti: servizi potenti e precisi, passanti lungolinea sulle righe e incrociati strettissimi, palle corte e smash come piovesse, difese estreme, scambi che strappano ovazioni. Più ordinato Lorenzo, più falloso Denis (si conteranno 62 suoi errori non forzati a fine match, contro soli 26). Nei primi due set decide il tie break, il primo dominato e il secondo strappato dall’italiano (7-3 8-6). Il terzo parziale è uno show controllato di Musetti, attento ad approfittare di ogni occasione e a sbagliare il meno possibile. Il punteggio che lo manda ad affrontare Ben Shelton al terzo turno è 7-6 7-6 6-2.
Come sono proseguite le partite di Berrettini e Sonego segnate dai perfidi tie break in avvio? L’allievo (e amico) del coach Alessandro Bega, che nel box è seduto a fianco del preparatore atletico Umberto Ferrara, si prende di forza il secondo set (2-6), quando il danese suo avversario, testa di serie numero 13, sembra confermare la propria incostanza. Invece è solo un passaggio a vuoto, nel successivo set Rune torna a macinare colpi spettacolari e, nello stesso tempo, riduce il tasso di errore: quanto gli basta per assicurarsi un vantaggio che si rivelerà poi decisivo. Nel quarto set Matteo ha una chanche per pareggiare i conti quand’è avanti 5-6 alla risposta. Non la sfrutta. Non si demoralizza e nel tie break prende il largo. Quando sembra essersi assicurato il passaggio al quinto set, fa un paio di errori banali che San Jimmy, oggi impegnato altrove, non gli corregge. Così il terzo turno se lo guadagna, grazie al 7-6 2-6 6-3 7-3, lo spavaldo ex allievo di Patrick Mouratoglou. Peccato, perché Berrettini appare al novanta per cento delle proprie potenzialità. Se il fisico lo sostiene, lo attendono parecchie soddisfazioni nei prossimi mesi.
Intanto, nella 1573 Arena Sonego riesce, grazie all’esperienza, a mettere in soggezione l’annunciato fenomeno diciottenne nato a Rio de Janeiro, proveniente dalle qualificazioni e reduce dalla dura lezione impartita a Andrey Rublev in tre set nel primo turno. Confortato dai consigli del coach Fabio Colangelo, nel secondo e nel terzo parziale il piemontese tiene alto il ritmo e si dimostra molto efficace sia al servizio, sia alla risposta. Fonseca va in confusione nonostante la chiassosa torcida brasiliana lo sostenga senza sosta. Il ragazzo ritrova motivazioni dopo il break conquistato all’inizio del quarto set, che di fatto domina. Lorenzo nel settimo game del quinto parziale rischia il break e si salva con lucidità e tranquillità. Avanti 4-3, gioca i suoi cinque minuti migliori da qualche tempo in qua: in controllata trance agonistica, strappa la battuta a Joao, va a servire e chiude la pratica: 6-7 6-3 6-1 3-6 6-3. Ora a urlare sono solo i pochi tifosi italiani che non hanno seguito i match di Berrettini e Sinner. Lollo è atteso ora dall’ungherese Fabian Marozsan, che ha avuto la meglio in cinque set su Frances Tiafoe.
Purtroppo lascia il torneo di singolare Lucia Bronzetti, eliminata da Jaqueline Cristian con un doppio 7-5. Con cinque sconfitte su sei confronti, la romena è un rebus che la riminese fatica a risolvere. A sua parziale consolazione, poco dopo in coppia con l’ucraina Anhelina Kalinina sconfigge (6-4 1-6 7-6) la polacca Magda Linette e la messicana Giuliana Olmos. Passa il turno anche un’altra coppia “italiana”, quella della marchigiana Elisabetta Cocciaretto e della russa di passaporto e laziale di elezione Ljudmila Samsonova, che eliminano l’ungherese Anna Bondar e la giapponese Moyouka Uchijima in due set (6-2 6-4).
Condividi questo contenuto: