Dai Naples Wildcats alla Nfl: “Vi racconto come ho scoperto il fenomenale Ashton Jeanty”
Benedetto hamburger consumato su un tavolo con vista sul campo da basket. “Lì vidi per la prima volta Ashton Jeanty e compresi che era un fenomeno”, dice senza mezzi termini coach James Davis. Gricignano d’Aversa, un pezzo di America in Campania, base della Us Navy, dove tutto è stelle e strisce e non può mancare un bel campo da football con tanto di tribune e team di casa: i Naples Wildcats. E un “gatto selvaggio” di smisurato talento si è formato proprio nel Casertano e ora è pronto al gran salto nella Nfl. Una storia che in questi giorni che anticipano il draft – la scelta dei migliori giocatori del college – incuriosisce molto i media americani, dal NYT alla AP proprio per le sue origini “napoletane” (la base si chiama Naval Support Activity Naples).
Coach Davis, partiamo dall’inizio…
“Allora, ero in pausa pranzo e Ashton in quel momento frequentava quella che voi chiamate seconda media. Il mio sguardo si posò su una partitella di basket tra ragazzini quando lo vidi saltare, che dico? Volare in aria. Accidenti! Dissi ad alta voce. Che balzo! Non ci voleva volto a capire che avevo osservato qualcosa di speciale, una straordinaria potenza fisica”.
E poi?
“Ho dovuto aspettare altri due anni di scuola per vederlo giocare sul campo di football. Ha iniziato come quarterback, volevo che il mio miglior atleta toccasse la palla a ogni azione. Ma dopo la seconda partita l’ho spostato in un altro ruolo: running back. Non mi sbagliavo sulle sue qualità. Anche se poi Ashton ha giocato ovunque: attacco, difesa, ha fatto il ritornatore. In ogni azione c’era lui. Penso che soltanto quando toccava a noi calciare il kick off uscisse dal campo, per il resto era sempre sul terreno di gioco, formidabile…”.
Ma cosa l’ha colpita di più quando lo ha provato per la prima volta in quello che poi sarebbe stato il suo vero ruolo: running back?
“La sua capacità di superare più avversari e di riuscire a sfuggire a tutti evitando anche l’ultimo placcaggio. Lo ribadisco: ogni volta che toccava palla pensavo che avrebbe segnato. Non mi sbagliavo”.
Come andarono i Wildcats in quella stagione?
“Campionato 2018-2019, sa chi fu il Mvp?”.
Posso immaginare…
“Ashton vinse il trofeo come miglior giocatore del torneo”.
Ashton Jeanty, la stella del draft Nfl e le sue radici campane: “Quel balzo alla Us Navy Naples…”
E i “gatti selvaggi”?
“Il nostro campionato si disputa tra tutte le basi Usa italiane ovviamente per quella categoria d’età. L’anno in cui ha giocato Ashton, abbiamo affrontato la Rota Middle High School, a Jerez, in Spagna. La Brussels International School, in Belgio, la Vicenza High School, la Aviano Middel High School e la Spangdahlem High School, in Germania. Abbiamo anche fatto una partita di allenamento con il team romano dei Lazio Marines. Conquistammo la conference ma nella finale contro la Aviano Middle High School arrivò una sconfitta. Ma resta una stagione memorabile, e puntualmente, ogni volta che Ashton toccava la palla, dicevo tra me e me: “Farà di nuovo qualcosa di speciale?”. Perché era chiaro a tutti che se avevamo noi la palla in attacco, avevamo buone probabilità che lui trovasse la end zone. Il touchdown. Era ed è un giocatore fantastico”.
I media Usa lo esaltano e parlano di un grande futuro dietro l’angolo per Jeanty…
“Vero, adesso tutti parlano di lui ma io che lo conosco bene ci tengo a dire soprattutto una cosa: vorrei che si sappia che è soprattutto un bravo ragazzo e lo ha sempre dimostrato dentro e fuori dal campo. Ed è questa la cosa di cui tutti, qui ai Wildcats, andiamo più fieri”.
Mai avuto un talento così nei Wildcats?
“Mai e non credo sia facilmente ripetibile, ha caratteristiche uniche. E non sono qui da poco”.
Lei quando arrivò nella base Usa di Gricignano?
“Nel 2016, con il ruolo di insegnante di educazione fisica e coach di football americano, e non esito a dire che con Napoli è stato un colpo di fulmine, amore a prima vista. Prima ero stato a Seoul, in Corea del Sud, a Bamberg in Germania e a Yokosuka, in Giappone. Ma Napoli è stato il primo posto in cui sono arrivato e ho capito che non avrei più voluto trasferirmi altrove. Mi ha conquistato anche per il calcio: sono abbonato agli azzurri da anni ormai e allo stadio Maradona non manco mai”.
Calciatore azzurro preferito?
“Ora è McTominay. Prima Kim e andando indietro Koulibaly. Forza azzurri!”.
Torniamo a Jeanty, segue ancora i Wildcats, è rimasto in contatto con voi?
“Assolutamente sì, scambia messaggi con il nostro attuale quarterback, che stava a bordocampo ad ammirarlo quando lui giocava qui, lo incoraggia spesso, si informa e, sì, ci segue ancora. Io non uso i social media ma ci sentiamo tuttora, ed è bello che sia così”.
Spera che finisca in qualche team che le sta a cuore?
“I Pittsburgh Steelers, perché sono cresciuto da quelle parti. Ma sarà difficile: lo vogliono tutti. E dovunque vada io tiferò sempre per lui, giocatore e ragazzo fuori dal comune”.
Condividi questo contenuto: