Djokovic: “So di non essere mai stato amato come Federer e Nadal. Ero il terzo incomodo”
Novak Djokovic guarda al passato con un pizzico di amarezza. “Con Federer e Nadal ero il terzo incomodo, arrivato con l’idea di diventare il numero uno” dice il serbo, entusiasta dopo il match vinto ai quarti a Parigi contro Alexander Zverev (“Sono queste le partite per cui ancora gioco a tennis”, aveva detto), sconfitto poi in semifinale da Jannik Sinner. Intervistato dall’edizione tedesca di “20 minutos”, Nole ha ripercorso la sua carriera parlando anche dei rapporti con i suoi rivali. “Non sono mai stato amato come loro perché non avrei dovuto essere lì – ha dichiarato Djokovic – Ero il più piccolo, il terzo che è arrivato dicendo di voler diventare il numero uno. E a molte persone non è piaciuto”. “Il fatto che qualcuno sia il mio più grande rivale non significa che gli auguri del male, lo odi o faccia qualcosa in campo per sconfiggerlo. Abbiamo lottato per la vittoria e ha vinto il giocatore migliore. come un bambino indesiderato, mi chiedevo perché e faceva male. Poi ho pensato che i tifosi mi avrebbero accettato se mi fossi comportato diversamente, ma non fu così”.
“Ho sempre cercato di vivere col cuore”
“So di essere un uomo con molti difetti, ma ho sempre cercato di vivere con il cuore – ha aggiunto il serbo – e con le buone intenzioni cercando di restare me stesso. Ho sempre rispettato Federer e Nadal, non ho mai detto una sola brutta parola su di loro e non lo farò mai. Ma – ha poi concluso – sono sempre andato più d’accordo con Rafa che con Roger”.
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