Duplantis alza ancora l’asticella, record stratosferico a 6,30
TOKYO – Perfect day. Il mondo ai piedi di Mondo. Che gli volete dire allo svedese Duplantis? È il Bjorn Borg dei tempi moderni. Ogni volta che gareggia riga il cielo. È al suo 14° primato del mondo (oh ma prima o poi si stancherà). “Sentivo di avere il record dentro di me”. Grazie di averlo tirato fuori.
La velocità di uno sprinter
In mano a lui l’asta pare un bastoncino, un gioco da Shanghai. Corre veloce (sui cento metri fa 10”37), imbuca, si fionda a scavalcare quell’asticella che dovrebbe segnare un confine. Il cancello invalicabile tra terra e aria, secondo i cervelloni della Nasa. Lui con quegli occhi da fauno se ne sbatte. Lo scavalca e li smentisce e guarda il pianeta a testa in giù. È il primo uomo che supera i 6,30. Tra due mesi avrà 26 anni, è allenato dai genitori. “La velocità è tutto. Finché avrò quella giusta, so che funzionerà”. È la 122ª volta che vola oltre i sei metri. Solo in questa stagione ha migliorato il record quattro volte, un centimetro dopo l’altro. Provateci voi se vi sentite atletici, a correre con una canna in mano lunga più di cinque metri, pesante 2,5 chili, per infilarla con la punta in una cassettina a terra, profonda e stretta 20 centimetri, per farvi lanciare come una catapulta. Mondo è una fionda spaziale, la sintesi di più gesti: ha la velocità di uno sprinter, la forza di un giavellottista, l’elasticità di un saltatore in alto. Ha iniziato a volare nel 2020 a Toru? in Polonia, la città di Copernico, e non ha ancora smesso. A ognuno la sua rivoluzione. E mettiamoci anche Archimede con “datemi una leva e vi solleverò il mondo”. Mondo si solleva da sé.
16 successi consecutivi nel 2025
Sono due anni che non perde, solo in questa stagione 16 successi consecutivi, ha vinto due Olimpiadi e tre campionati del mondo. Gli Intoccabili in genere stanno antipatici e sono insopportabili. A lui invece vogliono tutti bene, è l’unico vincente che non rompe le scatole con la sua eccellenza. Gli avversari invece di sentirsi frustrati, cercano la sua scia, anche perché sanno che miglioreranno, pazienza per i vuoti d’aria. E infatti per la prima volta in sette hanno superato i 5,90 metri e 5,95 non è stata una misura sufficiente per vincere una medaglia. Mondo è di un alto pianeta, un alieno, un E.T. che tutti vogliono proteggere. Il greco Emmanouil Karalis, medaglia d’argento, rimasto 30 centimetri più in basso, ha cercato di rinfrescare il campione con un piccolo ventilatore, l’australiano Kurtis Marschall (bronzo), il francese Renaud Lavillenie, ex primatista del mondo, l’americano Kendricks, tutti a dargli pacche sulle spalle, ad abbracciarlo, a coccolarlo, come fosse il loro esemplare, anzi il prototipo più riuscito. A Duplantis ogni centimetro in più vale di premio 100 mila dollari, poi ci sono gli sponsor, i bonus (altri 70 mila dollari per questo oro) e le grida di ammirazione di un popolo che ha i manga, i videogiochi, ma che un Peter Pan vero non l’ha mai visto.
Duplantis: “Sfruttare l’energia degli spettatori”
Quando vinse Tokyo 2020, causa pandemia, il pubblico non c’era. E a lui dare spettacolo piace. “Credo che la differenza sia stata la possibilità di avere spettatori e di sfruttare la loro energia. È uno degli stadi migliori che abbia mai visto, soprattutto verso la fine, quando si stava facendo tardi. Metri 6,30 suona benissimo, decisamente meglio di 6,29, è una nuova barriera per il nostro sport. In momenti importanti come questi cerco sempre di divertirmi, anche perché sono l’atleta meno abitudinario di tutti. Mi lascio trasportare dalla corrente, cerco di capire il mio corpo e cosa mi fa stare bene”. Però Mondo non sognare di lasciarci a terra.
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