È sempre di più lo show di Sinner & Friends

Dicono che, dopo la disavventura notturna a Wimbledon del mese scorso, quando l’umidità – meglio: la guazza – lo fece scivolare e sbattere malamente il gomito destro nel primo game del match con Grigor Dimitrov, Jannik Sinner stia chiedendo di giocare sempre nel pomeriggio, a meno che il caldo sia insopportabile. Fa bene. Forse a Firenze direbbero che “il ragazzo è un po’ pissero”, nel senso che talvolta s’intimorisce in circostanze banali (ma poi ha coraggio da vendere in quelle eccezionali), ma tant’è.

Per ora a Flushing Meadows l’accontentano e oggi, alle 14.10 locali, con 25 gradi di temperatura e 37 per cento di umidità, affronta Alexei Popyrin, australiano di origini russe. Jannik non sottovaluta l’avversario, che conosce poco ma abbastanza per temerlo: quattro anni fa nel Masters 1000 di Madrid dovette cedergli il pass per il terzo turno (7-6 6-2). Il numero 1 Atp da 64 settimane ricorda anche le tante camicie che Popyrin fece sudare nel 2019 all’allora esuberante Matteo Berrettini proprio qui a New York, come certifica il punteggio, 6-4 6-4 6-7 7-6, che mandò avanti il romano nel torneo. Non un match facile, quindi, almeno sulla carta. Invece Jannik prende rapidamente il controllo e non lo molla più. C’è una tale differenza tecnica e tattica da rendere inutile qualsiasi cronaca, basta il risultato finale: 6-2 6-3 6-2 dopo due ore senza grandi emozioni.

I numeri 2 e 3 d’Italia, Lorenzo Musetti, Atp 10, e Flavio Cobolli, Atp 25, sono gli altri nostri protagonisti della quinta giornata degli Us Open 2025. Il carrarino affronta il vecchio leone David Goffin, 35 anni in dicembre. Il belga, dal gioco regolare e dal rovescio elegante, ha vinto sei titoli Atp, disputato l’ultimo atto delle Finals nel 2017 dopo aver battuto Nadal e Federer, raggiunto i quarti di finale in tutti gli slam. È soprannominato “la Pulce” per il fisico minuto (180 centimetri, 68 chili). Cobolli se la vede con il californiano Jenson Brooksby, classe 2000, che dopo un periodo assai travagliato è rientrato stabilmente tra i Top 100.

Quando ancora gli spettatori s’accalcano ai cancelli dell’Usta Billie Jean King National Tennis Center, Musetti comincia a scambiare colpi con l’ex numero 7 al mondo (ora è 87). Lo sovrasta senza strafare. Davanti al pubblico del Louis Armstrong Stadium, l’allievo di Simone Tartarini va in difficoltà nel primo set e subisce un break all’inizio nel terzo. Quisquilie. Rispetto al passato ora sa come tenere saldi i nervi, non spreca energie mentali, usa tutte le armi a propria disposizione. Chiude sul 6-4 6-0 6-2.

Molto più ostico il compito di Flavio, che tre anni fa, nell’unico testa a testa con Brooksby, era stato sconfitto in due set (6-3 6-4) al primo turno degli Internazionali d’Italia. L’americano è un giocatore che non ha punti deboli, è determinato e consapevole di valere il posizionamento tra i Top 30 sfiorato nel 2022. Nel primo set il ragazzo cresciuto al circolo Parioli e allenato dal papà Stefano è costretto a inseguire. A missione compiuta, non contiene il ritorno di Jenson (5-7). Nei due parziali successivi impone il proprio gioco e approfitta del calo di rendimento dell’avversario (6-3 6-4). Seguendo le indicazioni del coach Wayne Ferreira, il nativo di Sacramento nel quarto set torna a sparare bordate indirizzate preferibilmente alle righe (2-6). Nel set decisivo, durante il quale si superano le quattro ore di gioco, Flavio difende allo stremo il break conquistato in apertura, si procura due match point che non trasforma e infine si fa raggiungere sul 5 pari. Sostenuti rispettivamente dal coro “Usa, Usa, Usa” e dalle incitazioni dei molti italiani sugli spalti del campo 17, entrambi danno fondo alle riserve di energia nel super tie-break. Mai come in questa occasione si rendono evidenti le qualità migliori di Cobolli, che sono la lucidità, il coraggio e la resilienza e, tradotte in numeri sonanti, valgono il 10-3 che lo manda a scontrarsi con Lorenzo Musetti tra un paio di giorni.

Ne ho scritto lunedì, quindi devo ai miei lettori qualche informazione sull’epilogo del caso Medvedev. Per le intemperanze di domenica sera nel suo primo turno contro il francese Benjamin Bonzi, il moscovita pagherà una multa di 42.500 dollari: 30 mila per condotta antisportiva, 12.500 dollari per abuso di racchetta. Secondo Forbes, nel 2024 i ricavi totali di Medvedev hanno raggiunto i 20,3 milioni di dollari, di cui 7,3? milioni dai premi nei tornei e circa 13?dalle sponsorizzazioni (EA Sports, Ubisoft, Lacoste, BMW, Tecnifibre). È, a mio giudizio, una multa ridicola. I danni procurati al tennis dall’ex numero 1 Atp sono rilevanti e del tutto fuori scala rispetto alla modestia della sanzione comminata dagli organizzatori dello slam americano.

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