Frosinone-Lazio 2-3: Castellanos trascina i biancocelesti nella prima del dopo Sarri

FROSINONE – Per trentanove minuti è sembrato che la Lazio fosse vittima di sé stessa. Che la rabbia generata nei biancocelesti da giorni di bufera, decisioni forti, minacce, accuse e veleno, si fosse all’improvviso esaurita. Le dimissioni di Sarri hanno rischiato di costare caro, molto. Martusciello invece ha aperto e chiuso il suo interregno con una vittoria per 3-2 a Frosinone lasciando a Tudor (firmerà lunedì per un anno e mezzo a tre milioni annui con opzione di rinnovo per il 2026) uno spiraglio per l’Europa. Il nuovo tecnico, però, dovrà stracciare la brutta copia del sarrismo vista sabato sera e nell’ultimo mese (4 ko di fila in campionato). E Ringraziare Zaccagni e Castellanos (doppietta, la prima rete al primo tocco dall’ingresso per Immobile) per aver rimontato il gol di Lirola, prima dell’acrobazia di Cheddira.

«La cronaca della gara»

Cori contro Lotito dalle due tifoserie

A far somigliare le due squadre, le disattenzioni difensive gravi. A unire le due tifoserie i cori contro Lotito (assente sabato). Gli ultrà laziali che hanno riempito il settore ospiti, fin dal riscaldamento, hanno invitato i giocatori a mostrare carattere e il presidente ad andarsene. I tifosi di casa non hanno dimenticato le frasi del patron biancoceleste, che nel 2015 aveva individuato nella partecipazione alla A delle piccole Frosinone e Carpi «la rovina del campionato». Torneo che, dopo le vittorie di Cagliari e Udinese, i gialloblù rischiano ora di lasciare: la squadra di Di Francesco è terzultima e l’allenatore rischia l’esonero. Dopo un girone d’andata di complimenti, due punti nelle ultime otto partite.

Lazio, una settimana turbolenta

Dopo la supplenza di Martusciello, che ha sperato fino all’ultimo di diventare il traghettatore fino a giugno non presentando le dimissioni come fatto invece da tutto lo staff di Sarri, è pronto il docente di ruolo Tudor, voluto dal ds Fabiani. L’epilogo dopo una settimana turbolenta. Dopo la sconfitta contro l’Udinese, il ritiro punitivo che non è piaciuto dalla squadra. Poi le dimissioni irrevocabili di Sarri («i giocatori non mi seguono più») e il tentativo di sei senatori di fargli cambiare idea, respinto con stizza. Squadra allora al suo vice. Fino alla scelta di Tudor e agli sfoghi di Lotito contro i giocatori («Sarri è stato tradito, c’è qualcosa di strisciante all’interno del gruppo») e contro Immobile, aggredito verbalmente con la moglie davanti all’asilo del figlio da alcuni tifosi (avvocati al lavoro): «Io e la mia famiglia – ha detto il presidente biancoceleste – riceviamo 500 mila minacce di morte al giorno, ma non faccio tutto questo clamore». Parole che velocizzeranno l’addio del centravanti dopo otto stagioni e 206 reti.

Tudor e il rapporto con Guendouzi

Nel primo tempo terribile di Frosinone Guendouzi è l’unico che non ha tradito, sempre in movimento e pronto a sbracciarsi per farsi servire. Il centrocampista aveva lasciato Marsiglia per incomprensioni con Tudor. Il primo caso che il tecnico dovrà risolvere per ripartire, perché la Lazio oggi non può fare a meno del talento francese.

Il tabellino di Frosinone-Lazio

Frosinone 2 (13’ pt Lirola, 25’ st Cheddira)

Lazio 3 (39’ pt Zaccagni, 12’ e 17’ st Castellanos)

Frosinone (4-3-3): Turati 6 – Zortea 6, Okoli 5.5, Romagnoli S. 5, Lirola 6 (35’ st Valeri sv) – Mazzitelli 6 (17’ st Seck 5.5), Barrenechea 5, Brescianini 5 (46’ st Reiner sv) – Soulé 5, Cheddira 6 (46’ st Cuni sv), Gelli 6.5 (35’ st Kaio Jorge sv). All. Di Francesco 5.5.

Lazio (4-3-3): Mandas 6.5 – Marusic 5, Casale 5, Romagnoli A. 5.5, Pellegrini 5 (1 ‘st Lazzari 6) – Guendouzi 7, Cataldi 5 (11’ st Vecino 6), Luis Alberto 6.5 – F. Anderson 5.5 (37’ st Isaksen sv), Immobile 5 (11’ st Castellanos 8), Zaccagni 6.5 (41’ st Kamada sv). All. Martusciello 7.

Arbitro: Rapuano 5.5.

Note: ammoniti Pellegrini, Barrenechea, Lazzari e Castellanos. Spettatori: 15.780.

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