Giochi 2036, la grande sfida tra India e Qatar

Una delle scelte più difficili per la nuova presidente, Kirsty Coventry, e per i membri Cio: a chi affidare l’organizzazione delle Olimpiadi estive del 2036? Si perché ci sono in corsa per la prima volta molti Paesi che hanno peso politico, e tantissimi soldi. Basta pensare al duello India-Qatar che da tempo sono scesi in campo con i loro leader. Doha vanta risorse finanziarie e strutture collaudate, Ahmedabad punta su un nuovo progetto esclusivo per l’evento olimpico. Il Cio è in ascolto e il tempo stringe, anche se una decisione ufficiale forse sarà presa solo nel 2029.

L’India e il Qatar hanno investito tutto il loro peso istituzionale, politico e mediatico per assicurarsi i diritti di ospitare lo show del 2036, poiché il Comitato Olimpico Internazionale ha deciso molto tempo fa per 2028 a Los Angeles e il 2032 a Brisbane. Il Qatar ha ufficialmente annunciato la sua candidatura a fine luglio, presentando un’elegante campagna pubblicitaria con video raffinati. Dall’altro lato, l’India, il Paese più popoloso del mondo con 1,4 miliardi di abitanti, sta lavorando silenziosamente alla sua candidatura da oltre due anni. Il cuore pulsante è Ahmedabad, nello stato del Gujarat, dove i preparativi hanno accelerato il ritmo. Il Cio deve ancora avviare la procedura di candidatura formale, ora in fase di revisione dopo le riforme volute dalla nuova presidente.

Anche Turchia, Indonesia, Ungheria e Germania (Berlino potrebbe essere preferita a Monaco) sono pronte a candidarsi. Delle 33 Olimpiadi estive che si sono tenute fino a Parigi 2024, solo quattro si sono svolte in Asia, e solo in tre Nazioni: Tokyo (1964 e 2020), Seul (1988) e Pechino (2008). In questo scenario, India e Qatar potrebbero emergere come capofila di questa nuova volata. Il Qatar, un piccolo ma ricco regno della penisola arabica, ha già perso tre candidature – Brisbane 2032, Rio 2016 e Tokyo 2020 – eppure ritiene che la strada da percorrere sia ora più chiara. La sua candidatura è guidata dallo sceicco Joaan bin Hamad Al Thani e dalla sceicca Hind bint Hamad Al Thani, che hanno trascorso gli ultimi mesi ad approfondire i legami con le Federazioni internazionali. “Lo sport è un mezzo per costruire un mondo più unito, tollerante e armonioso”, ha dichiarato il Comitato Olimpico del Qatar.

Nel frattempo, la politica estera indiana ha adottato un tono più sobrio. La lettera d’intenti a Losanna parlava del desiderio di “incoraggiare la pace, l’amicizia e il progresso collettivo tra tutte le Nazioni” e la sua campagna ha ricevuto il sostegno esplicito di personalità di alto profilo. Fra questi Sebastian Coe, presidente di World Athletics, ha dicharato di essere “molto soddisfatto” della proposta indiana, e ha persino rivelato un legame personale: sua nonna materna era indiana.

Tuttavia, non tutto procede liscio. Ci sono anche punti deboli in India secondo lo stesso Cio: le sfide di governance all’interno dell’Associazione Olimpica Indiana, gli alti tassi di doping e un modesto record di medaglie internazionali. A ciò si aggiungono le tensioni geopolitiche con il vicino Pakistan. Il Qatar, da parte sua, detiene un chiaro vantaggio logistico: il suo comitato sostiene che il 95% delle sedi è già stato costruito e ha ospitato e ospiterà molti eventi internazionali. Tuttavia, come si sa, ci sono problemi sul fronte dei diritti umani, Amnesty International e altre organizzazioni sostengono che i precedenti del Qatar minaccino i valori olimpici di dignità e pace. Inoltre in Qatar ci sarebbe anche il problema del clima, i Mondiali di calcio 2022 furono spostati, come si sa, dall’estate all’inverno.

L’india ha iniziato adesso a organizzare grandi eventi per dimostrare le sue capacità. Nella scelta del Cio conteranno le considerazioni economiche, sportive ma anche geopolitiche. E Roma? Secondo il ministro Abodi potrebbe candidarsi per i Giochi del 2036 o 2040: ma per ora sono solo parole, le altre Nazioni sono molto più avanti. I Giochi fanno sempre più gola.

Milano-Cortina 2026, in arrivo anche il bob-bar

E’ stata indetta una procedura negoziata per l’affidamento dei lavori di realizzazione della Cabina S e del Bob Bar dello Sliding Centre di Cortina d’Ampezzo. Il progetto, sviluppato in collaborazione tra Simico, il Comune di Cortina d’Ampezzo e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, è frutto di un attento dialogo tra istituzioni ed enti preposti alla tutela del patrimonio. “L’obiettivo è duplice: valorizzare la memoria storica del sito e renderlo nuovamente funzionale, con spazi moderni e sostenibili. Nulla va perduto del patrimonio umano, storico e culturale dello Sliding Centre di Cortina” ha detto il commissario Fabio Massimo Saldini.

La Cabina S affronterà un intervento di restauro conservativo. La struttura verrà smontata numerando ogni elemento ligneo, che sarà poi accatastato e conservato all’interno del cantiere in vista del rimontaggio. Gli elementi non recuperabili saranno sostituiti con materiali equivalenti, trattati per riprodurre l’aspetto originale. Saranno mantenuti volumetrie e sagoma originarie, con un adattamento delle aperture sul lato valle per migliorare la vivibilità interna. La cabina accoglierà al piano terra un piccolo spazio espositivo – in linea con il progetto del memoriale già approvato – e, al piano superiore, gli uffici del Bob Club. Il progetto prevede anche la costruzione del nuovo Bob Bar, che troverà spazio al di sotto della cabina. L’ingresso sarà sul lato Est, mentre i lati Nord e Ovest saranno interrati per raccordarsi alla terrazza superiore. Il lato Sud, completamente fuori terra, sarà caratterizzato da ampie vetrate panoramiche, offrendo una vista mozzafiato sulla valle. Il bar avrà una capienza di circa 40-50 persone. “L’attenzione all’efficienza e alla sostenibilità si riflette anche nella scelta di strutture in acciaio per la parte nuova e nell’utilizzo del teleriscaldamento fornito dagli impianti della pista da bob” ha concluso Saldini.

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