Guida all’America’s Cup: le regole, i compiti del defender, i team iscritti e quelli ancora indecisi
Napoli capitale mondiale della vela. Ma come funziona l’America’s Cup, la più antica e prestigiosa competizione di questo sport, e perché è stata scelta proprio la Campania per il 2027?
Perché New Zealand ha scelto Napoli
Partiamo proprio dalla location. New Zealand, il team vincitore dell’ultima edizione (lo scorso ottobre a Barcellona), aveva il diritto di scegliere dove gareggiare in quanto detentore (defender) della coppa: la “vecchia brocca” (Auld Mug) realizzata nel 1848 da Garrard & Co. Si tratta del più antico trofeo sportivo internazionale esistente. La squadra neozelandese, in questi mesi, ha condotto diverse visite nel Golfo di Napoli per capire se fosse il posto giusto per difendere il titolo. Una volta raggiunta l’intesa con il governo italiano, è arrivata l’ufficialità. “Bagnoli (dove sorgerà il campo base dei team sfidanti, ndr) è stato un elemento essenziale per convincere il Team New Zealand”, ha detto il ministro dello Sport Andrea Abodi. Una scelta che però ha spiazzato Luna Rossa, la squadra italiana con base a Cagliari (nessuno meglio di loro conosce i mari e i venti del golfo sardo): “Non siamo stati minimamente coinvolti in questa discussione”, ha dichiarato a Repubblica il team director Max Sirena. Napoli ospiterà anche le gare della Louis Vuitton Cup, la competizione – precedente all’America’s Cup – che serve per assegnare il titolo di challenger (lo sfidante). In breve, chi vince la Louis Vuitton Cup parteciperà alla Coppa America contro i neozelandesi.
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Perché New Zealand scriverà il regolamento
In quanto detentore, Team New Zealand deciderà le regole insieme al challenger of Record, il primo circolo nautico ad aver presentato una sfida formale al defender: si tratta degli inglesi del Royal Yacht Squadron (sconfitti da New Zealand nell’ultima edizione), rappresentato da Athena Racing di Ben Ainslie, che ha perso lo sponsor Ineos. Le regole vengono stabilite attraverso un documento: il Protocollo. Questo determina il tipo di imbarcazioni (in questo caso AC75 di terza generazione); le regole di progettazione (la design rule, che definisce i parametri tecnici delle barche); le regole di nazionalità dell’equipaggio (una norma restrittiva impedirebbe l’ingaggio di Peter Burling, vincitore delle ultime tre coppe, da parte di Luna Rossa); il calendario e la location delle gare (Napoli); la gestione di eventi collaterali come la Youth e Women’s America’s Cup. Le regole generali dell’America’s Cup si basano sul Deed of Gift (atto di dono), la fonte giuridica primaria del torneo. Una sorta di costituzione della vela: è il documento del 1857 con cui la coppa fu donata al New York Yacht Club, affinché fosse messa in palio in una sfida tra nazioni, all’insegna dell’amicizia.
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Cosa faranno le altre imbarcazioni dell’America’s Cup
Gli altri team, una volta iscritti, devono accettare il Protocollo. Farà così Luna Rossa, che tecnicamente non ha ancora lanciato la sfida. E gli altri rivali? Molto probabile la partecipazione di American Magic, il team velico statunitense fondato nel 2017 in rappresentanza del New York Yacht Club. Forti dubbi restano su Alinghi Red Bull Racing, il team svizzero che un mese fa ha comunicato lo scioglimento, oltre alla volontà di non partecipare all’America’s Cup per i contrasti esistenti con il Team New Zealand (accusato di “mancanza di trasparenza e responsabilità nell’organizzazione”). Ma l’annuncio della location potrebbe fargli cambiare idea, vista la vicinanza con Napoli. C’è poi l’ipotesi del ritorno francese di Orient Express Racing Team, che necessità però di un investimento economico maggiore rispetto a quello delle sue ultime apparizioni. Anche in questo caso, il fattore logistico può aiutare. Meno concrete le possibilità degli svedesi di Artemis Racing, assente dal 2017. Non va poi escluso il ritorno dell’Australia, mentre sullo sfondo cresce l’interesse dei Paesi asiatici per questa competizione (il Giappone in passato ha già partecipato).
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