Il segreto di Jalen Hurts in una foto sullo smartphone: così ha vinto e sconfitto gli scettici

Quel brutto ricordo lo ha tramutato in una ossessione positiva. Per due anni lo sfondo del suo telefonino è stata una immagine che lo rappresentava mentre, aria mesta, usciva dallo stadio in Arizona coperto dai coriandoli colorati dei Chiefs vincitori proprio sui suoi Eagles. Da sconfitto.

Una foto che molti di noi avrebbero cancellato subito per Jalen Hurts è diventata una spinta a migliorarsi, tenere duro e, soprattutto, tornare lì, alla finale delle finali. Per vincerla. Un piccolo ma significativo segreto caduto in questi giorni di interviste pre-Super Bowl che il quarterback di Phila ha cercato di minimizzare, senza riuscirci troppo. “Sì, è vero, ho tenuto quella foto come prima immagine del mio smartphone negli ultimi due anni ma non ho bisogno di questo per motivarmi. E allora perché, volete sapere? L’ho tenuta e basta…”.

Che carattere Jalen Hurts, fresco Mvp del Super Bowl di New Orleans dove le Aquile hanno strapazzato, a dir poco, i più quotati Kansas City Chiefs che concorrevano per la storia: vincere il terzo titolo consecutivo. Niente da fare. Davanti hanno trovato una squadra forte e coesa in ogni reparto che li ha travolti senza dar loro la minima chance.

Guidata, in attacco, da questo 26enne di talento ma sempre messo in discussione e spesso sottovalutato. E dire che sa lanciare e correre e costituisce una doppia minaccia per ogni difesa. E, lo dicono i numeri, è un vincente perché sa sempre trovare la strada giusta per ottenere il risultato pieno, come ricorda spesso il suo coach e estimaore, Sirianni. Ma a molti non ha mai convinto: non sa leggere rapidamente le difese, non è accurato nel lancio, tiene troppo la palla in mano, le critiche più frequenti. Che lo hanno ferito, mai abbattuto. Una strada in salita che Jalen ha percorso con ostinazione e determinazione sino a salire sul tetto del mondo sportivo del football americano.

Il numero 1 degli Eagles è stato giudicato il miglior giocatore della finalissima vinta e ora le immagini lo ritraggono sorridente (una rarità per lui) con i coriandoli colorati sì, ma con le tonalità della squadra di Philadelphia. Chissà, una foto che potrebbe scalzare quella della delusione de della sconfitta dal suo smartphone.

Sempre di poche parole, JH si è raccontato così davanti alle telecamere e ai microfoni che lo assediavano: “Sono molto orgoglioso di non essermi mai tirato indietro davanti a una sfida, e di aver trasformato sempre i miei aspetti negativi in lati ??positivi”.

“Alla fine, le cose arrivano proprio al momento giusto. L’ultima volta (due anni fa in Arizona, sempre con i Chiefs, ndr), non era il nostro momento. Non era il mio momento. A volte devi aspettare il tuo turno”, ha aggiunto con il suo tono basso e misurato.

Stimato dai colleghi (meno dai critici e analisti tv), Hurts è stato elogiato anche dal grande sconfitto, Mahomes:”Se deve correre con la palla, Jalen correrà; se deve lanciare la palla, la lancerà. E se deve fare una grande giocata, la farà. Nel primo Super Bowl in cui abbiamo giocato controo, ho detto che sarebbe tornato, e così è stato, complimenti”.

Hurts, ex seconda scelta al draft, con i trofei da Mvp e campione del Sb accanto, ha riflettuto sulla sua giovane e vincente carriera dove, da afroamericano, ha superato ogni sorta di pregiudizio e scetticismo ed è tornato ai giorni del college, quando ha perso il suo posto titolare ad Alabama e alla fine si è trasferito a Oklahoma per provare a trovare la sua strada. “È stato un lungo viaggio, un viaggio con alti e bassi, alti e bassi ma sono sempre rimasto fedele a me stesso e ho sempre avuto in testa una visione: essere il meglio che posso, evolvermi nel tempo, spinto sempre da questa voglia di vincere. Non si fanno grandi cose senza avere dei bravi ragazzi intorno (l’elogio della sua squadra, da vero leader, ndr). In fin dei conti tutto questo è un dono”, ha detto.

“Devi essere in grado di usare le esperienze che hai avuto in passato, anche quelle negative, perché sono tutte formative per il futuro”, ha ripetuto mentre i cronisti facevano a gara per strappargli una dichiarazione. Già, tutto serve. Anche la sconfitta. Ecco perché Jalen non ha mai cancellato la foto di quel doloroso ko in Arizona. Guardarla ogni giorno gli è servita per vincere tutto in una notte.

E adesso, Jalen? “È sempre l’inizio finché non è la fine. E io sono molto lontano dalla fine”. Ben detto, mister Mvp di un Super Bowl con una sola squadra in campo: i Philadelphia Eagles.

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