Italia-Israele, Gattuso sceglie Raspadori al fianco di Retegui. Un dubbio a centrocampo

UDINE – La partita che con una vittoria su Israele può valere per la Nazionale i play-off di marzo per andare al Mondiale americano Gattuso la affronta ancora con la doppia punta: l’assenza per infortunio di Kean comporta l’avanzamento di Raspadori, che nel 3-1 in Estonia aveva giocato da esterno. A Radiorai il ct spiega perché, nel ballottaggio tra l’attaccante dell’Atletico Madrid e il talento dell’Inter Pio Esposito, che a Tallinn ha appena segnato il suo primo gol in Nazionale, la scelta ricade sul giocatore più esperto: “Pio non aveva giocato per molti minuti, prima, e ha speso molto”.

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Difesa a 3 e ballottaggio Locatelli-Cristante

La modifica tattica è la difesa a tre, con l’infoltimento del centrocampo per l’innesto di Locatelli o Cristante tra Barella e Tonali e una superiore copertura delle fasce (Cambiaso e Dimarco esterni), a differenza di Debrecen, dove a settembre gli israeliani si erano infilati spesso: “Giocherà uno tra Locatelli e Cristante, ma lasciate che la formazione la dica alla squadra”. La Nazionale, comunque, avrà spesso una tattica cangiante, anche in base alle caratteristiche dell’avversario. Il ct la considera una necessità del calcio moderno.

Lo stadio dimezzato

In una Udine blindata per la presenza della nazionale israeliana e per i cortei pro Palestina allo stadio Friuli ci saranno non più di 10mila spettatori. Gattuso, che ha espresso felicità per la tregua a Gaza, fotografa così l’atmosfera attorno alla partita: “Grande rispetto per chi manifesta e per chi viene allo stadio. Si può dire quello che si pensa, spero che ci siano civiltà e tranquillità nelle manifestazioni”. Quanto agli spettatori, il ct li ringrazia in anticipo: “Per me valgono trentamila o quarantamila. Sono degli eroi. Si sottoporranno con tanto anticipo ai controlli, per vedere una partita di cui si è detto per mesi che è pericolosa. Speriamo di dargli una gioia”.

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Gli attaccanti altruisti

In questa Nazionale votata all’offensivismo tutti gli attaccanti finora impiegati, incluso l’ultimo arrivato Pio Esposito, oltre al gol hanno mostrato un’apprezzabile inclinazione all’altruismo: “Fondamentale. Senza la loro corsa e il loro pressing non potremmo reggere questo sistema tattico”.

Un Mondiale meno europeo

La qualificazione di Capoverde, mentre l’Italia decima nel ranking Fifa sarà verosimilmente costretta ancora alla rischiosa gimkana degli spareggi, introduce il tema di un allargamento (in America ci saranno per la prima volta 48 squadre) che interessa soprattutto gli altri continenti, mentre in Europa la selezione è ben più dura e le esclusioni eccellenti sono inevitabili: “Capoverde non è una sorpresa per me, l’avevamo seguita in Coppa d’Africa, è forte. Per il resto c’è qualche criterio anomalo, come nella quarta fascia dei play-off europei. Ma lo sapevamo prima di iniziare. Bisogna accettarlo”.

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La Nazionale gioca poco al Sud

Giocare al Sud sta diventando per la Nazionale sempre più un’eccezione, malgrado l’evidente passione popolare dei tifosi meridionali per gli azzurri. Il ct Gattuso, ormai cosmopolita ma uomo del Sud nato e cresciuto in Calabria, è particolarmente sensibile alla questione: “Ne parliamo spesso: Napoli, Palermo, Bari, Lecce. Mi piacerebbe andare a Reggio Calabria, a Cosenza. Purtroppo ci sono criteri di agibilità per queste partite, dipende dagli impianti”.

Il paragone con De Rossi

Spinazzola lo ha paragonato a De Rossi per la simpatia e la capacità di fare gruppo. Gattuso gradisce: “Daniele era tecnicamente più forte di me, ma ci univano l’attaccamento alla maglia e la serietà sul lavoro. Lo apprezzo molto come allenatore e come uomo”.

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