Italia piccola e fragile, il museo degli errori e un’ansia mondiale
DEBRECEN – Una roba del genere non s’era mai vista in 115 anni di storia della Nazionale, sovente impreziositi da indimenticabili successi, ma di recente mortificati pure da sconfitte dure e due qualificazioni di fila per i Mondiali fallite. La rocambolesca vittoria di Debrecen contro Israele è invece destinata all’agrodolce limbo di una categoria a parte, tutta sua, perché sulla ruota azzurra è saltato fuori per la prima volta il 5-4, un risultato di cui non esistono precedenti nelle sfide ufficiali disputate dall’Italia, nemmeno nei tempi eroici dell’inizio del Novecento.
Gattuso ha risolto il problema del gol: ma alla Nazionale ora serve equilibrio
Gattuso e la scelta del modulo
Un inno allo spettacolo? La versione aggiornata del mitologico 4-3? Macché, al Nagyerdei Stadium è andato in scena un festival della scelleratezza e non del genio, in cui sono stati gli errori grossolani dei giocatori di Gattuso a dare una dimensione epica al punteggio finale. Ci ha messo molto di suo pure il nuovo ct, schierando un modulo (il 4-1-3-2) inedito e improvvisato, che nel piano tattico studiato dalla panchina avrebbe dovuto esaltare — come in effetti è successo — l’attacco pesante formato da Retegui e Kean.
Ma il coraggio si è trasformato troppo spesso in sprezzo del pericolo e il lodevole tentativo di esaltare le due punte ha avuto l’effetto collaterale di mandare in tilt gli equilibri della difesa, punto di forza dei trionfi iridati del 1982 e del 2006, oltre che del più vicino Europeo 2021.
Una partita di svarioni
L’Italia ha rinnegato la sua tradizionale natura, fatto e disfatto, spedendo il pallone per cinque volte nella porta degli avversari e altre due alle spalle di Donnarumma, con gli svarioni nel primo tempo di Locatelli e nel caotico finale di Bastoni. Il centrocampista della Juve è stato il principale animatore della folle giostra, cavalcandola anche con la traversa colpita e un salvataggio disperato sulla linea. I gol segnati e subiti lunedì sera potevano essere persino di più, insomma. Ma i numeri che rendono meglio l’idea della anomala follia della sfida con Israele sono altri, tenendo conto che nella sua lunga storia la Nazionale ha una robusta media partita di 1,8 reti segnate e 0,9 subite (amichevoli escluse).
Pazza Italia tra gol, autogol e doppiette: Israele battuto 5-4
La caccia alla Norvegia
Il nostro calcio è sempre stato un’altra cosa ed è questo che in prospettiva allarma di più, al di là del pericolo miracolosamente scampato in Ungheria grazie al tiro cross di Tonali. La caccia al primato della Norvegia – che ha travolto 11-1 la Moldova – potrà continuare nelle ultime 4 tappe del girone, tra ottobre e novembre. Gli azzurri hanno però smarrito il loro Dna (confermato dalla maggioranza di successi per 1-0 e 2-1, in un secolo e 15 anni di gare ufficiali) e ora tocca a Gattuso aiutarli a ritrovarlo in fretta, per evitare la terza esclusione di fila dai Mondiali. Lo 0-0 secondo i puristi è il risultato di un match perfetto, partendo dall’assioma che all’origine di ogni gol realizzato deve esserci perlomeno un errore da parte degli avversari. Pure per questo il punteggio di Debrecen si è preso un posto nella storia, riscrivendola in modo poco lusinghiero per Donnarumma e compagni, a prescindere dei tre punti conquistati.
5 – L’Italia ha segnato cinque reti in due incontri consecutivi per la prima volta nella sua storia. Ondata.#IsraeleItalia pic.twitter.com/5JNFnDhYbu— OptaPaolo (@OptaPaolo) September 8, 2025
In azzurro non s’era mai visto nulla di simile e all’autocritica di Ringhio («Colpa mia, non dei giocatori») dovrà seguire un immediato cambio di rotta. Il made in Italy nel pallone è sempre stato l’equivalente di un vino corposo, talvolta con le bollicine dello spumante. Ma questo 5-4, frutto degli errori e non di una conversione filosofica consapevole, sa di tappo.
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