Jalen Hurts incoronato dal Time fra i 100 personaggi più influenti dell’anno

Dicono che i campioni siano dominati da una ossessione: vincere. E quando hanno vinto, vincere ancora. E’ la molla che li spinge a competere anche dopo aver raggiunto il traguardo, è la spinta che li riporta in campo più “affamati” di prima, è la motivazione che supera curriculum e guadagni d’oro. Jalen Hurts è uno di questi. Appena incoronato da Time come uno tra i 100 uomini più influenti del pianeta, il sempre discusso quarterback dei Philadelphia Eagles, trionfatore del Super Bowl (dove è stato giudicato il migliore in campo, Mvp della finalissima), sta già pensando come ripetersi.

Lo rivela un altro campionissimo, Derek Jeter, cinque volte campione delle World Series con i New York Yankees, già nella Hall of Fame del baseball, che ha scritto l’articolo introduttivo su Hurts per la pubblicazione su Time.

“Ci siamo sentiti poco dopo il successo nel Super Bowl), e l’unica cosa che ha chiesto è stato un consiglio su come tornare a vincere”, ha scritto Jeter. “A volte si vince, poi si tira un sospiro di sollievo. Jalen non sta tirando un sospiro di sollievo. Sta affrontando la prossima sfida. Che vinca o che perda, la resilienza e la determinazione di Jalen offrono a tutti noi qualcosa da ammirare”, scrive Jeter.

Parole che descrivono l’animo del numero uno delle Aquile che subito dopo la netta affermazione sui forti Kansas City Chiefs del fenomeno Patrick Mahomes ebbe a dire: “Il dolore per la sconfitta nell’altro SB (sempre contro KC tre stagioni fa, ndr) è ancora più forte della gioia per questa vittoria”. Sì, perché non c’è soltanto l’ossessione del successo in campo, ma i campioni sono accompagnati da un altro fortissimo sentimento: il netto rifiuto della sconfitta.

Chissà come si sente dentro Jalen Hurts, 26 anni, che in 4 stagioni ha vinto molto e perso poco con 140 touchdown totali (85 su passaggio, 55 su corsa) in 77 partite, eppure perennemente in bilico nel giudizio della critica e degli appassionati tra quarterback d’elite e buon giocatore ma con evidenti limiti. Un destino che lo insegue dai tempi del college e che lui combatte a suon di risultati.

Di certo JH è un leader nello spogliatoio e su questo ci sono pochi dubbi. Un leader riconosciuto dai suoi compagni e dal coaching staff. Un leader seguito in campo dove, dice spesso l’head coach Sirianni: “Trova sempre un voco per riuscire a vincere in una lega dove vincere è sempre molto difficile…”.

Fautore dello sport femminile, Hurts si è circondato di una squadra di manager composta interamente da donne. Era presente ai campionati della Eagles Girls Flag Football League e ha partecipato a un video promozionale quando il flag football femminile è diventato uno sport sancito dallo stato in Pennsylvania l’anno scorso. Hurts è l’ambasciatore globale del flag football per le Olimpiadi estive del 2028 a Los Angeles, dove il flag football maschile e femminile debutterà come evento da medaglia.

Impegnato nel sociale, una delle icone della comunità afroamericana, l’anno scorso, Hurts ha lanciato la Jalen Hurts Foundation e ha donato fondi per installare condizionatori nelle scuole di Philadelphia attraverso la campagna “Keep it Cool”. È stato nominato Cittadino onoriario della città per il suo impegno nella comunità.

Il fuoriclasse dei Chiefs, Mahomes, con il quale si è confrontato in due Super Bowl ne ha sempre parlato con rispetto e considerazione: “Dissi tre anni fa che, nonostante avesse perso, aveva tutti i numeri per tornare qui e provare ad affermarsi, e lo ha fatto”.

Chi lo conosce, chi lavora e suda con lui, ha soltanto certezze sul valore del giocatore. Che non vuol fermarsi. Ha già raccolto molto, vuol raccogliere moltissimo. Con la sua etica professionale – spesso è l’ultimo a lasciare il quartier generale degli Eagles dove si allena e studia schemi e avversari di continuo – quell’aria sempre concentrata, zero sorrisi (sulla sideline mentre Phila esondava contro i Chiefs il formidabile Saquon Barkley gli sussurrò: “Dai Jalen, ora puoi sorridere e dai…”), una casa senza sfarzi nel cuore di Philadelphia, Hurts vive il suo momento di massima popolarità e considerazione. Ma fa spallucce. E chiede a chi ha vinto più di lui: “Spiegami come ci si ripete…”. Magnifica ossessione.

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