Le medaglie di Milano-Cortina (e il sogno di Roma…)

Mancano sette mesi (esattamente 205 giorni). Ora c’è tutto, proprio tutto. Milano-Cortina 2026 è pronta: svelate ieri a Venezia anche le medaglie olimpiche. “Non si rovineranno e sono pure riciclabili”, garantisce Giovanni Malagò, presidente della Fondazione olimpica. A Parigi 2024 fu un disastro: medaglie corrose e deteriorate a pochi giorni dalla chiusura dai Giochi. Una figuraccia mondiale.

L’Italia ha fatto le cose come si deve: le medaglie sono realizzate (per la prima volta) dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato (IPZS), una società interamente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Fondata nel 1928, è leader in Europa per le soluzioni della stampa di sicurezza, per l’identità digitale e per il conio delle monete. Le medaglie olimpiche e paralimpiche uniscono, infatti, eleganza, impatto visivo e sostenibilità. Sono realizzate da IPZS con un rivestimento protettivo ecocompatibile, atossico e riciclabile. L’energia utilizzata in IPZS proviene al 100% da fonti rinnovabili.

Paolo Perrone, presidente dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, spiega: “Le medaglie che abbiamo realizzato per celebrare i Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali rappresentano il saper fare e l’eccellenza del design italiano. Ognuno di questi pezzi è un’opera unica, frutto di un lavoro artigianale e allo stesso tempo dall’alto contenuto tecnologico. Le medaglie di Milano Cortina 2026 mettono al centro l’atleta, raccontano l’universalità dello sport, della fatica e dell’emozione della vittoria”. Amministratore delegato della Zecca da poco è Michele Sciscioli, ha preso il posto di Francesco Soro, ora al Mef. Gli impianti olimpici, compresa la discussa pista di bob di Cortina, ormai sono quasi tutti pronti, alcuni già collaudati. Bene gli sponsor, restano ancora biglietti disponibili: se negli Stati Uniti c’è forte interesse per questi Giochi invernali, in Italia devono ancora decollare. Ma c’è tempo.

C’è tempo anche per il sogno olimpico di Roma: l’ha buttata lì, anche se con una certa convinzione, il ministro Andrea Abodi. Si parla del 2036 o 2040. Olimpiadi estive, ovviamente. Svanito in corsa il sogno di Roma 2024, per il no di Grillo e della Raggi, ecco che adesso si vorrebbe riaprire uno spiraglio olimpico. Luciano Buonfiglio, presidente del Coni, è uomo di buon senso e di esperienza. Aspetta. Non è affatto semplice d’altronde. Ci vuole un accordo fra il governo, rappresentato appunto da Abodi, il Coni e il Comune di Roma (nel 2027 si vota). Nel 2028 i Giochi si terranno a Los Angeles (tutto ok, anche il programma, Trump entusiasta), nel 2032 a Brisbane, Australia, Gold Coast. Per il 2036 e 2040 c’è grande interesse: si sono già mosse India, Indonesia, Qatar, Ungheria, Germania (Berlino è un candidato forte), eccetera.

Se si facesse sotto anche Roma, al Cio sarebbero contenti perchè dopo un periodo di scarso interesse, soprattutto per i Giochi invernali, adesso c’è di nuovo tantissimo interesse per il massimo evento mondiale. Con la presidenza di Kirsty Coventry stanno cambiando alcune cose a Losanna: una decisione sui Giochi del 2036, dovrebbe essere presa sette anni prima, nel 2029. Nel caso di Brisbane 2032 si decise dieci anni prima, per Parigi 2024 e Los Angeles 2028 invece ci fu un accordo voluto dallo stesso Cio. Ora si vedrà se la proposta di Abodi avrà un seguito e se ci sarà davvero una chiara manifestazione di interessa da parte dell’Italia, e di Roma. Ma che chances avremmo di farcela? Pochine, secondo esperti di Cio. Per ora accontentiamoci di Milano-Cortina 2026, poi si vedrà…

Condividi questo contenuto: