Sci, Kitzbühel: tra mondanità e pericolo. Già due gravi infortuni in prova
È Montecarlo per la Formula 1, o Wimbledon per il tennis. Avrà un parterre di Vip un po’ meno esteso degli altri due mega eventi (Arnold Schwarzenegger è ospite fisso), ma qualcosa in più sicuramente lo vanta: una montagna da cui buttarsi, e il pericolo che affrontano i discesisti, ancora più grande di quello dei piloti nella F1 tecnologica di oggi. È Kitzbühel, il rito della Streif, orgoglio e passione del popolo austriaco, richiamo per 85 mila spettatori che da venerdì a domenica invaderanno questa parte del Tirolo per godere la discesa più spettacolare e rischiosa del mondo. Magari davanti a uno dei 21 mega schermi montati in città per chi non ha trovato il biglietto, per poi scatenarsi nel party più vibrante dell’anno tra il centro medievale e il parco cittadino. L’obbligo di servire bevande con un tasso alcolico non superiore al 10 % non snaturerà il panorama di Kitzbühel il sabato notte: un’enorme festa etilica.
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“Non sei un vero discesista se non hai vinto sulla Streif”
Anche se si parte con il superG (ore 11,30) e la discesa del mito è prevista il sabato, da venerdì si torna ad affrontare passaggi che fanno parte della narrazione dello sport, non solo dello sci. Il salto della Mausefalle dopo 9 secondi, con l’85% di pendenza, la diagonale che porta alla picchiata della Steilhang, la traversa della Hausbergkante che spinge verso il basso, lo schuss finale dove Kristian Ghedina fece la spaccata. “Non sei un vero discesista se non hai vinto sulla Streif” disse Franz Klammer, che a Kitzbühel ha vinto quattro volte lasciando una sentenza che viene citata ancora oggi. Tra gli altri dall’azzurro Florian Schieder, che qui si esalta ed è stato secondo nelle ultime due edizioni: “A me piacciono le classiche, forse è la gente, il tifo. Cercherò di mettere in pratica la frase di Klammer”. Unico azzurro a vincere quest’anno, nel superG della Val Gardena, Mattia Casse mette Kitz in cima alle sue preferenze: “La Streif è sempre la pista più esigente: ci vuole tecnica, ma ci sono anche tratti di scorrimento. Nei sogni e nei desideri la mia scaletta personale vede al primo posto le Olimpiadi, poi la Streif”. Poi c’è Dominik Paris, e qui parlano i precedenti: quattro vittorie sulla Streif delle sue 22, anche lui si esalta e le uscite positive di Wengen dimostrano che “Domme” sta tornando.
Gli incidenti di Hacker e Schramm
Tutti vorrebbero vincere Kitzbühel ma la priorità è uscirne illesi. Soprattutto in una stagione che ha registrato molti gravi infortuni, a partire dal dominatore dello scorso anno Cyprien Sarrazin che vinse le due discese ma ora affronta un difficile recupero dopo l’operazione alla testa in seguito alla caduta di Bormio. Anche le prove sulla Streif hanno richiesto il loro tributo, l’elicottero è già decollato dalla pista più temuta. La seconda prova è stata interrotta due volte a causa di altrettanti infortuni. Felix Hacker, talento austriaco di 25 anni, non è nemmeno caduto: il ginocchio sinistro ha ceduto sotto la pressione impressa per domare la Steilhang, nella prima parte della pista. Danni a crociato e menisco, stagione finita. “Improvvisamente ho avvertito un dolore lancinante al ginocchio sinistro e ho provato a non cadere. Ora mi aspettano settimane e mesi difficili, ma farò di tutto per tornare in forma” ha raccontato Hacker. Il secondo infortunato è il 26enne tedesco Jacob Schramm, volato tra le reti dopo il salto del Seidlalm: commozione cerebrale e crociati saltati in entrambe le ginocchia, ha informato la federazione tedesca. È un rito crudele, quello di Kitzbühel, che per molti è l’essenza dello sci. Uno sport che ti fa volare sulle montagne, ma può mandarti in ospedale anche senza cadere.
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