Shanghai insegna, dopo il ritiro di Sinner l’Atp pensa alle sospensioni per troppo caldo
Svenendo s’impara. Shanghai, torneo massacrante con condizioni inumane, temperature altissime e afa, ha insegnato qualcosa. Proteste, lamentele, provocazioni. Maglie bagnate. Malori. Rune che chiede se si sta aspettando il morto. Per fortuna no. Questo torneo ha messo in fila: il ritiro di Sinner per crampi, Djokovic che vomita in campo, Fritz che ha un mezzo collasso, Fucsovics che dice all’arbitro “sto morendo”, Medjedovic che urla “come potete lasciarci giocare in queste condizioni?”. C’era già stato Cincinnati, anche lì malori, svenimenti, giramenti di testa, il caldo dell’Ohio metteva ko gli atleti. Che hanno protestato.
Sinner e gli altri, a qualcuno non piace caldo
Finalmente l’Atp li ha ascoltati: si stanno nuove regole per combattere i cambiamenti climatici e il caldo estremo. In particolare si riflette su una “heat rule”, regola del caldo, innovazione di cui già si era iniziato a parlare lo scorso agosto, proprio a Cincinnati quando il francese Rinderknech collassò in campo: un supervisor dell’Atp presente in ogni torneo del circuito internazionale potrà decidere di sospendere il gioco se le condizioni sono estreme. Il tutto in accordo con un team apposito di medici, coadiuvati dalle autorità locali. Al tempo stesso il Medical Services sta già lavorando per trovare e sviluppare soluzioni in caso di caldo estremo per i giocatori durante i vari match.
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