Tom Dumoulin completa la sua prima maratona: 2 ore e 29 con un ritmo da cronoman

Tom Dumoulin ha completato con successo la sua prima maratona. Il vincitore del Giro d’Italia 2017, 35 anni, ha chiuso la sua prima uscita sui 42 km, ad Amsterdam, in 2h29’21. Un tempo appena migliore dell’obiettivo che l’ex corridore olandese si era prefissato: 2 ore e 30 minuti. Intervistato all’arrivo, Dumoulin ha raccontato così la sua prova: “Nei primi 10 km non ho sentito assolutamente nulla, mi è parso di volare. La seconda parte è stata davvero dura. A un certo punto, tutto ha iniziato a scricchiolare e ho fatto fatica ad arrivare al traguardo. Dopo la mia carriera ciclistica avevo ancora un motore incredibilmente potente, anche se il mio corpo non era per nulla adatto a quel tipo di sforzo. Ora la mia forma fisica è leggermente peggiorata, ma i miei muscoli, tendini e ossa si stanno abituando sempre di più alle esigenze della corsa su strada. Correre un’altra maratona? Sono un podista amatoriale, ma sì, perché no”. Il successo nella capitale olandese è andato al keniano Geoffrey Toroitich Kipchumba (2h03’30”, miglior prestazione di sempre sul filante percorso tra i canali).

Tom Dumoulin finisht de #AmsterdamMarathon in 2.29.21! pic.twitter.com/6S3FoHuwoN— Aukje (@tuttifrutti163) October 19, 2025

Il ritmo da “cronoman”

Analizzando la tabella di marcia di Dumoulin emerge un particolare davvero impressionante: l’olandese ha corso con un ritmo regolarissimo, da cronoman, la specialità in cui il grande olandese emergeva in bici (è stato campione del mondo e due volte vicecampione olimpico). Il passo non è mai andato sopra la media di 4 minuti a km. La leggera flessione è arrivata naturalmente dopo il 30° km, ma non tale da compromettere il notevole risultato finale. “Avrò sicuramente bisogno di qualche settimana per riprendermi, ma è stata sicuramente un’esperienza speciale e incomparabile al ciclismo”. Dumoulin ha lasciato il ciclismo a inizio 2023, quando era relativamente giovane, denunciando le grandi pressioni del professionismo e la sua incapacità di tenere il passo con le esigenze e le richieste di quel mondo fatto di allenamenti, ritiri e gare, con rarissimi momenti per la vita privata. “Mi sono tolto dalla schiena uno zaino da 100 kg” disse annunciando il suo addio al ciclismo. Nessun ripensamento, mai. Ma Dumoulin è rimasto comunque nell’ambiente, da commentatore, uno dei più interessanti e acuminati del panorama.

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