Anm su Delmastro: sconcertati dal nuovo attacco del governo a un giudice. Le opposizioni: si dimetta
“Siamo sconcertati nel constatare che ancora una volta il potere esecutivo attacca un giudice per delegittimare una sentenza”. Il giorno dopo la condanna in primo grado a otto mesi ad Andrea Delmastro, sottosegretario meloniano alla Giustizia, (rivelò notizie segrete su Cospito) la giunta centrale dell’Associazione nazionale magistrati in una nota replica alle parole di Delmastro pronunciate ieri subito dopo la sentenza: “Non mi dimetto! Speriamo ci sia un giudice a Berlino”. L’Anm replica ora: “Per avere un giudice terzo non occorre andare a Berlino. Siamo, tuttavia, confortati dalla consapevolezza che i magistrati del Tribunale di Roma hanno semplicemente applicato la legge con onore e responsabilità, come fanno ogni giorno i magistrati italiani”, conclude la nota.
“Sconcerta” anche la premier Giorgia Meloni ieri “per la sentenza di condanna del sottosegretario Delmastro, per il quale il pm aveva inizialmente richiesto l’archiviazione e successivamente l’assoluzione”. Poi la stoccata ai magistrati: “Mi chiedo se il giudizio sia realmente basato sul merito della questione”. L’associazione dei magistrati non resta in silenzio. E aggiunge: “Per dimostrare l’inutilità della separazione delle carriere, basta osservare la vicenda processuale che si è conclusa con la condanna in primo grado del sottosegretario Delmastro. Alla richiesta di archiviazione del pm un giudice ha ordinato l’imputazione, ed alla richiesta di assoluzione di un pm il Tribunale ha pronunciato condanna. Questo dimostra, come l’Anm sostiene da sempre, che il pm può chiedere l’assoluzione, nonostante la sua carriera non sia separata da quella del giudice, e che il giudice non è succube del pm”. Riferendosi poi alle parole pronunciate ieri dal guardasigilli Carlo Nordio, l’Anm osserva: “Siamo disorientati nel constatare che il ministro della Giustizia auspica la riforma di una sentenza di cui non esiste altro che il dispositivo. Sono dichiarazioni gravi, non consone alle funzioni esercitate, in aperta violazione del principio di separazione dei poteri, che minano la fiducia nelle istituzioni democratiche”.
Le opposizioni
Le opposizioni, intanto, continuano a chiedere le dimissioni del sottosegretario Delmastro. Il deputato dem Andrea Casu, intervenendo nell’aula di Montecitorio prima dell’inizio della discussione generale sul ddl Intercettazioni, fa notare che il sottosegretario leghista Ostellari ha partecipato ai lavori in commissione” ma “oggi non c’è nessuno” in aula “del ministero della Giustizia perché evidentemente a via Arenula in questo momento non c’è più un ministero della Giustizia, è diventato lo studio degli avvocati difensori di Delmastro”. Lo stesso rimarca l’esponente M5S Valentina D’Orso: “Anche io rilevo la presenza della sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento Siracusano” facendo notare che “l’assenza di un esponente del ministro della Giustizia oggi è assolutamente un dato politico rilevante”. “Non ci venite a mettere la faccia, per quale motivo? Provate imbarazzo, vergogna? State preparando, come dice il collega Casu, la difesa di Delmastro oppure siete tutti disorientati come ha dichiarato ieri il ministro Nordio? – attacca D’Orso – Il paese non si merita che alla guida del ministero della Giustizia ci sia gente disorientata e inadeguata. A prescindere dall’esito di un processo, l’inadeguatezza di Delmastro è conclamata”. A mettere nel mirino Delmastro è anche Casu, ribadendo la richiesta del Pd “di dimissioni” perché “ha dimostrato anche in questa vicenda la sua totale inadeguatezza per svolgere le sue funzioni”. A replicare ai due deputati dell’opposizione è però l’esponente di FI, Enrico Costa: “Il governo è presente oggi in modo autorevole con la sottosegretaria Siracusano”.
Condividi questo contenuto: