Armi, il centrodestra non presenta mozioni per non spaccarsi e la Lega si allinea

Nell’aula della Camera questo pomeriggio andranno al voto le mozioni sull’aumento delle spese militari. Allo stato il centrodestra non ha presentato un suo documento e, a quanto si apprende, non lo presenterà. Questo per non rischiare di spaccarsi. Tra i più critici dentro alla maggioranza c’è la Lega. Anche se oggi il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari, ha escluso che il Carroccio possa votare le mozioni di M5s e Avs contro l’aumento delle spese militari. “Assolutamente no, anche perché le due mozioni di M5s e Avs di fatto chiedono di rompere l’accordo preso tra i paesi Nato, di non arrivare al 5% delle spese militari” a cui “noi non siamo contrari – afferma -. Noi vogliamo essere saldamente legati all’Alleanza Atlantica, queste mozioni” sostanzialmente “chiedono di uscire dalla Nato”.

Avs e 5S, no al riarmo. E tentano la Lega

Il centrosinistra, invece, arriverà nell’emiciclo di Montecitorio in ordine sparso: diverse mozioni, una per partito. La mozione di Avs chiede, “anziché portare la spesa militare al 5 per cento del Prodotto interno lordo, di adottare iniziative per finanziare, sin dal prossimo disegno di legge di bilancio, il Fondo sanitario nazionale per almeno 8 miliardi di euro aggiuntivi al fine di raggiungere almeno la media europea”. Anche i 5s, nel loro documento, chiedono di “scongiurare qualsiasi ipotesi di aumento della spesa in difesa e sicurezza in riferimento al raggiungimento dei nuovi target Nato, adottando contestualmente iniziative urgenti volte al progressivo aumento annuale delle risorse del Fondo sanitario nazionale”.

Di tutt’altro avviso Azione, che intende impegnare a “una tabella di marcia realistica per l’incremento della spesa per la difesa, vincolando tale aumento a un effettivo potenziamento della capacità operativa delle forze armate, con l’obiettivo di raggiungere il 2 per cento del prodotto interno lordo già dal 2025 e il 3,5 per cento entro il 2035, secondo criteri conformi alle regole Nato”. Iv, invece, propone di “accompagnare ogni aumento della spesa militare con il miglioramento e l’efficientamento della spesa sanitaria, anche al fine di abbattere le cosiddette liste d’attesa, nonché di adottare il modello ‘un euro in spesa militare, un euro in cultura'”.

Ancora da limare il documento del Pd che, anche nelle ultimissime ore, sta cercando una sintesi tra le diverse anime del partito: sia sulla mozione dem, sia sull’orientamento di voto da tenere sulle altre mozioni. E, secondo quanto si apprende da fonti dell’assemblea del gruppo Pd alla Camera, i dem voteranno la propria mozione mentre si asterranno su quelle di Avs, M5s e IV e voteranno contro la mozione di Azione.

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