Covid: Pd e 5S sull’Aventino, poi battaglia in commissione

ROMA — In principio si sceglierà l’Aventino. Così come qualche giorno fa aveva proposto Dario Franceschini, convinto che il vero obiettivo della destra sia di trasformare la Commissione Covid in un tribunale politico per mettere sotto processo il governo giallorosso.

«Una delle iniziative più brutte della storia della Repubblica», aveva tuonato l’ex ministro della Cultura: si crea una Bicamerale d’inchiesta, «naturalmente orientata dai numeri della maggioranza, per giudicare l’operato del Conte2. Sono talmente stolti che non capiscono che precedente stanno creando».

Un monito che ha subito scatenato il dibattito in seno alle forze di opposizione per individuare la strategia più idonea a fermare quello che, dal Pd al M5S, passando per Azione e Avs, si considera «uno strumento abnorme per attaccare politicamente il governo che c’era prima», la denuncia dell’ex premier grillino in Aula. Niente affatto preoccupato per l’indagine parlamentare sulla pandemia, anzi: «In Commissione se ne vedranno delle belle», la profezia del capo 5Stelle. Sicuro che il piano melonian-salviniano finirà per mutarsi in un boomerang, ritorcersi contro chi l’ha pensato. D’accordo sia con la presidente dei deputati rosso-verdi Luana Zanella, che ha parlato di «clava politica», sia con la calendiana Elena Bonetti, secondo cui si tratta di «un gioco rischioso in sprezzo alla democrazia».

E allora la strategia che si va delineando dovrebbe sì contemplare la “diserzione”, ma solo come mossa iniziale: finché sarà consentito, tutti i gruppi di minoranza potrebbero cioè rifiutare di designare i rispettivi componenti della Bicamerale sul Covid. Precludendone di fatto la costituzione. Tuttavia non potrà durare troppo a lungo. In presenza di uno stallo che impedisce il funzionamento dell’organo, i presidenti di Camera e Senato potrebbero difatti indicare loro, d’ufficio, i nomi in quota opposizione. Non è mai successo, ma è una prerogativa prevista dai regolamenti.

A quel punto, il fronte giallorosso scenderebbe dall’Aventino per predisporsi alla battaglia. Nella quale schierare, è l’ipotesi che starebbe emergendo in queste ore, i big giallorossi che hanno rivestito un ruolo di primissimo piano negli anni duri dell’emergenza: gli stessi che la maggioranza vorrebbe ora far salire sul banco degli imputati. Dal comandante in capo, Giuseppe Conte, all’ex ministro della Salute Roberto Speranza fino a quello degli Affari regionali Francesco Boccia. Il quale lo ha già ricordato nei giorni scorsi: «Non solo nella legge è stata fatta una forzatura, allorché si è deciso di escludere le Regioni dal perimetro dell’inchiesta parlamentare. Alcune delle quali — penso alla Lombardia guidata dal leghista Fontana — nei primi tempi ricoverarono i malati di Covid negli hospice e nelle residenze per anziani, facendo dilagare il contagio. Dopo aver appoggiato no-vax e complottisti, adesso la destra vuole usare la Commissione come un manganello politico. Non glielo permetteremo».

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