Effetto Sardegna su Pd e 5S, l’analisi dei sondaggisti: “Per gli elettori la destra non è più invincibile”

Che effetto può avere il voto della Sardegna sui prossimi appuntamenti elettorali? Esiste insomma un possibile effetto psicologico per cui, scoperto che il centrodestra non è imbattibile, un pezzo di elettorato finora deluso e sfiduciato torni alle urne o magari cominci a guardare a sinistra come opzione vincente? Risposte certe non possono ovviamente esserci, ma qualche riflessione si può fare.

Carlo Buttaroni, presidente di Tecnè, fa delle premesse sostanziali sul voto sardo: il centrodestra ha preso più voti, quindi dire che la maggioranza è in crisi di consenso non è corretto; la vittoria è quindi di Alessandra Todde, un successo personale. «Le vittorie sono sempre un coagulante – sostiene Buttaroni – ma queste elezioni lasciano sul tavolo dei dossier aperti per entrambe le coalizioni. Bisogna quindi essere molto cauti, nel caso specifico del centrosinistra va detto che è ancora tutta una coalizione da costruire, che deve darsi ancora una prospettiva a lungo termine. Con le Europee in arrivo, dove ognuno punterà per sé, lo slancio può quindi diventare una frenata che disorienta gli elettori».

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Il presidente di YouTrend, Giovanni Diamanti, parla di effetto bandwagon, cioè carrozzone, una sorta di “istinto del gregge” che condiziona le scelte. «In generale una vittoria elettorale porta entusiasmo e mobilita chi per disaffezione o disillusione veniva dato per indeciso, o chi credeva che il centrosinistra non avesse alcuna chance. Dopo ogni tornata amministrativa chi vince ha un piccolo boost nei sondaggi nazionale», riflette. Ci sarebbe la domanda da un milione di dollari, cioè se questo effetto è quantificabile in termini percentuali: inutile farla, nessun sondaggista lo sa, ça va sans dire. «Mi aspetto comunque un rimbalzo positivo sia per il Pd che per il M5S», conclude Diamanti.

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«Sicuramente le vittorie galvanizzano l’elettorato dormiente, questo succede sia nel centrodestra che nel centrosinistra – dice Antonio Noto, direttore di Noto sondaggi -. Chiaramente il risultato sardo ha dato un racconto completamente diverso rispetto all’attualità di un Parlamento a maggioranza di centrodestra». E però, continua Noto e in questo è in piena sintonia con Buttaroni, «in Sardegna c’è stato più un effetto Todde che un effetto campo largo, il centrodestra infatti ha preso più voti, bisogna fare molta attenzione quando si proietta un dato locale sul nazionale». Un fattore interessante è che «anche una coalizione che non è forte sui numeri ma poi si identifica con un leader forte, e infatti ormai viviamo il tempo di partiti dei leader, di figure singole che raccontano il posizionamento del partito, può risultare competitiva. Quindi dalla Sardegna proietterei sul nazionale un altro elemento: quanto la forza del leader sia fondamentale per creare consenso».

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