La lettera di Mattarella: “Sì a legge Morandi ma rischia di discriminare le vittime e i loro figli”
La pdl sul ristoro ai parenti delle vittime di crolli di strade e autostrade contiene una norma “discriminatoria” delle unioni civili rispetto al matrimonio, nonché “una inaccettabile discriminazione tra i figli delle vittime sulla base dello stato civile dei genitori”. Lo scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella lettera indirizzata ai presidenti di Camera e Senato per la promulgazione del provvedimento.
La lettera di Mattarella
La lettera del presidente della Repubblica fa riferimento all’articolo 2 del provvedimento, che individua i criteri di priorità da seguire nella corresponsione dell’elargizione; in particolare viene stabilito che tale elargizione è corrisposta per ciascuna vittima ai membri della famiglia individuati secondo un ordine: a) il coniuge; b) i figli; c) la parte dell’unione civile; d) genitori; e) fratelli e sorelle conviventi.
“L’articolo 2, comma 4 – scrive Mattarella – nel definire l’ordine di priorità per l’attribuzione dell’elargizione spettante ai parenti delle vittime, alla lettera c), colloca la persona stabilmente convivente o l’altra parte dell’unione civile al terzo posto, dopo aver menzionato, alla lettera a), il coniuge e, alla lettera b), i figli. Tale collocazione appare discriminatoria. La giurisprudenza costituzionale ha costantemente riconosciuto i diritti derivanti dalla convivenza stabile e dalle unioni civili, quali “rapporti ormai entrati nell’uso”, “comunemente accettati accanto a quello fondato sul vincolo coniugale” e normativamente riconosciuti (sentenze n. 8 del 1996, n. 140 del 2009, n. 213 del 2016, nn. 10 e 148 del 2024), affermando che ai conviventi di fatto e alle parti delle unioni civili – intese come tali “due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale” – vanno riconosciute le stesse prerogative patrimoniali e partecipative del coniuge, pena l’illegittimità costituzionale, per violazione dell’articolo 3 della Costituzione, delle norme che differenzino i summenzionati rapporti senza adeguata, comprovata e ragionevole motivazione”.
“L’articolo 2, comma 5, al fine dell’attribuzione dell’elargizione – prosegue il capo dello Stato – equipara al coniuge il convivente stabile nel solo caso in cui vi siano figli minori nati dal rapporto di convivenza. La disposizione non appare tenere conto della giurisprudenza costituzionale, appena indicata, che ne esige l’equiparazione anche in assenza di figli minori. Priva di ragionevolezza è inoltre la mancata equiparazione al coniuge anche della parte dell’unione civile al quale l’ordinamento riconosce, del resto, una maggiore tutela rispetto al convivente stabile”.
Dubbi sul limite sole strade nazionali
Non solo. “Suscita riserve” poi la limitazione dei benefici a “vittime di eventi dannosi derivanti da cedimenti totali o parziali di infrastrutture stradali o autostradali di rilievo nazionale” sia per “l’incertezza interpretativa della categoria di infrastruttura ‘di rilievo nazionale’ che non risulta di agevole determinazione” ma anche per “l’esclusione di analoghi benefici nel caso di vittime di cedimenti di altre sedi stradali”, si legge ancora nella lettera del capo dello Stato sulla pdl sul Ponte di Genova. Inoltre il capo dello Stato osserva che “appare quanto meno fortemente dubbia anche la conformità al principio di eguaglianza della decisione di limitare i benefici ai casi di cedimenti stradali”. Mattarella cita in questo senso le “vittime di eventi relativi a strutture di altra natura, in particolare il cedimento di scuole, primo fra tutti il caso del crollo di una scuola elementare con la morte di tanti bambini presenti nelle aule con i loro maestri”.
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