La mossa europea dopo l’attacco in Polonia: a Kiev i diplomatici di Italia, Francia, Germania e Uk

Un segnale politico. Un atto di coordinamento tra i quattro grandi Paesi del continente europeo – Francia e Germania, Italia e Inghilterra – per rendere evidente che l’Europa sta al fianco dell’Ucraina, ancora di più dopo l’attacco di droni russi in Polonia e l’ostentato disimpegno americano, reso evidente dalla parole di Donald Trump nella notte (ha definito “un errore’’ l’accaduto).

Stamattina il consigliere diplomatico di Giorgia Meloni, Fabrizio Saggio, è arrivato a Kiev insieme ai suoi omologhi francesi, britannici e tedeschi. Nella capitale sono presenti anche i ministri degli Esteri inglesi e della Polonia. Si tratta del formato E4. Il livello è quello dei consiglieri per la sicurezza nazionale (NSA), vicinissimi ai rispettivi leader. Che hanno deciso di autorizzare la missione proprio in ore complesse come quelle seguite all’offensiva di droni contro Varsavia.

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Un viaggio nella notte e una missione che servirà oggi a portare un messaggio di solidarietà a Volodymyr Zelensky. Ma soprattutto, la fotografia di una decisione politica obbligata, proprio mentre Washington ignora la richiesta europea di battere un colpo a favore dell’Ucraina.

La mossa arriva dopo due giorni di sconcerto, quello vissuto in queste ore dai leader continentali. Parallelamente, si fa spazio la necessità di reagire, in qualche modo. Per mostrare che l’Europa è compatta, o almeno prova a esserlo, nonostante i silenzi della Casa Bianca. Per rispondere al disimpegno di Donald Trump verso la Polonia (novità enorme, dopo vent’anni di giganteschi investimenti di Washington in quell’area). Bisogna rassicurare il continente, concordano i principali leader Ue nel corso di contatti informali. Va ridimensionata l’impressione di una paralisi decisionale. Giorgia Meloni non è coinvolta nella telefonata tra Emmanuel Macron, Keir Starmer e Friedrich Merz, ma ha voglia e necessità di restare nella partita europea. Si stabilisce dunque che i principali Paesi dell’Unione – quelli tradizionalmente racchiusi nel formato E4, innazittutto – battano un colpo a partire da oggi. Con la missione a Kiev di queste ore.

Per rendere stabile il coordinamento, evidente, quasi plasticamente strutturale. Mossi da una necessità ormai esistenziale: sostenere Varsavia, ma soprattutto Kiev, l’avamposto europeo di questa resistenza obbligata. Mostrando a Mosca che, nonostante tutte le debolezze ormai evidenti, il nucleo fondativo dell’Europa manterrà comunque i suoi impegni.

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