La Pasqua romana di Vance, il vice di Trump vedrà Meloni

ROMA – JD Vance prepara un viaggio in Italia, il terzo in Europa dopo quello di Monaco, in cui bastonò i partner Ue, e il blitz in Groenlandia della settimana scorsa che ha irritato la Danimarca. A Roma sarà la prima trasferta ufficiale del vice di Trump nel vecchio continente, nelle cui cancellerie non annovera troppi estimatori. È previsto un incontro bilaterale con la premier Giorgia Meloni. E soprattutto il vero obiettivo del volo transoceanico: omaggiare Papa Francesco, se le condizioni di salute del Santo padre lo permetteranno. Vance, cattolico, convertitosi nel 2019 leggendo la “Città di Dio” di sant’Agostino, è atteso nell’Urbe con la moglie Usha. La data della trasferta non è casuale: dal 18 al 20 aprile, a cavallo tra il venerdì santo e la Pasqua. Il motivo è chiaro, essere ricevuto dal Papa. Anche se la Santa sede ancora ieri definiva «prematuri» i tempi per confermare la presenza di Bergoglio ai riti della Settimana Santa. Il numero due di The Donald potrebbe alloggiare a Villa Taverna. Da lì, dagli uffici diplomatici americani, come ha riportato per prima l’agenzia Bloomberg, ieri è partita una nota verbale, indirizzata alla Farnesina, per organizzare la visita e chiedere di mettere in agenda l’incontro con la premier. Gli staff di Meloni e Vance si erano già consultati, almeno da 5 giorni, per discutere del viaggio. Palazzo Chigi esclude però un contatto diretto tra la presidente del consiglio e il vicepresidente Usa.

Nel bilaterale si parlerà naturalmente dei dazi, se le complicate trattative tra Bruxelles e Washington non saranno riuscite prima a sminare il dossier. La premier potrebbe finalmente chiedere a Vance, a tu per tu, chiarimenti sulla strategia delle tariffe americana, visto che finora è rimasta cauta, dichiarando di attendere i «dettagli». Nonostante tutto è ottimista il ministro degli Affari Ue, Tommaso Foti: «Dopo i giudizi piuttosto marcati sull’Europa, la scelta di Vance di venire a Roma e incontrare la premier» indicherebbe che «sia meglio sedersi al tavolo». Possibile che si parli pure di Starlink, trattativa che la Lega difende a spada tratta, mentre FdI da tempo ha frenato. È comunque una visita delicata, per Meloni. Che ha espresso apprezzamento per le esternazioni di Vance, sia alla Cpac americana di febbraio, sia nell’intervista della settimana scorsa al Financial Times. Ma la premier deve anche mediare con gli alleati di Bruxelles su un mucchio di partite, come l’immigrazione, e dunque sarà un intricato esercizio di equilibrio mostrarsi al fianco del vicepresidente Usa, che meno di due mesi fa, dalla conferenza sulla sicurezza di Monaco, aveva lanciato accuse ruvide ai governanti Ue. E che di «europei parassiti» parlava con il segretario alla difesa, Pete Hegseth, nelle chat svelate da The Atlantic.

Ci sono poi i risvolti italiani, che la premier deve gestire. Matteo Salvini non ha intenzione di fare da spettatore, visto che è stato il primo politico italiano a parlare con Vance, dieci giorni fa. Ovviamente vuole stringergli la mano. «Vance in Italia? Ho ottimi rapporti ma non mi comunica la sua agenda. Sarebbe per me un’opportunità incontrarlo», ha commentato ieri, da Torino. Intuendo forse i desideri del leghista, Meloni si è già attivata. E d’accordo con l’altro vice, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, si è ipotizzato un formato che prevede un incontro tête-à-tête di Meloni con Vance e poi un vertice allargato ai due vicepremier. Non è l’unico colpo a stelle e strisce a cui lavora Salvini. Secondo fonti di via Bellerio, da giorni l’entourage del leghista corteggia Elon Musk, per portarlo in video al congresso del weekend a Firenze. La trattativa (che coinvolgerebbe anche il referente di Musk in Italia, Andrea Stroppa) è a buon punto, risulta a Repubblica. Per i più ottimisti nell’entourage salviniano, «è probabile» che Musk compaia in video. Anche se ufficialmente il partito non conferma: di sicuro ci sarà Jordan Bardella, il delfino di Marine Le Pen, che dovrebbe invece mandare un video.

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