M5s, nel bilancio oltre 2 milioni di attivo ma ne mancano più di 4 dagli eletti

Con oltre due milioni di euro di attivo, i conti del Movimento 5 stelle sorridono a Giuseppe Conte. Il bilancio, chiuso al 31 dicembre 2024, presenta un avanzo di 2 milioni 107mila 792 euro e oltre 10 milioni di euro ‘liquidi’ (per l’esattezza si tratta di 10 milioni 52mila 679 euro, la maggior parte depositati in banca). Un bel gruzzolo per l’ex premier in tempi di austerity dopo l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti. A rimpinguare le casse ci sono soprattutto i fondi del 2xmille dell’Irpef, pari a 2 milioni 739mila 399 euro (431mila 319 euro incassati ad aprile del 2025), e il boom di ‘contribuzioni da persone fisiche’, come si dice in gergo, ovvero derivanti dai parlamentari, consiglieri regionali e privati, che sono stimati complessivamente in 2 milioni 537mila 273 euro. Che non si devono confondere con i soldi che gli stessi eletti versano al movimento per le devoluzioni, che a bilancio pesano per 584mila 700 euro.

Il movimento “contiano” non riceve nessun contributo da imprese, ovvero ‘persone giuridiche’, ma solo da associazioni, partiti e movimenti politici, per 90mila 112 euro, ‘obolo’ versato per intero dal Comitato elettorale M5s per le elezioni europee – Pesco Daniele. Ecco, proprio la campagna elettorale per il Parlamento di Strasburgo rappresenta una delle voci più costose in uscita per il Movimento 5 stelle – al netto di Nova, la due giorni che ha concluso l’Assemblea costituente, in cui si è sancita la ‘cacciata’ di Beppe Grillo e il cui costo non è stato reso noto dal tesoriere Claudio Cominardi. Del milione 195mila 77 euro che i pentastellati hanno messo a bilancio per le campagne elettorali, un milione 62mila 194 euro è stato utilizzato per le ultime europee. Per dire: per le regionali in Sardegna, vinte sul filo di lana da Alessandra Todde, prima presidente di regione in quota Movimento 5 stelle, sono stati impiegati ‘solo’ 68mila 260 euro, e ancora di meno si è speso per le campagne del Piemonte (28mila 400 euro), per la Liguria (20mila 99 euro), per l’Emilia-Romagna (6mila 73 euro) e per l’Umbria (10mila tondi tondi).

Non solo, però, perché tra le voci di spesa, e nello specifico negli oneri della gestione caratteristica, il M5s ha sborsato 4 milioni 297mila 620 euro: 1 milione 295mila 522 euro sono finiti nei servizi, 690mila 17 euro per il godimento di beni di terzi, 1 milioni 5mila 974 euro è andato ai contributi ad associazioni e comitati; e ancora 962mila 46 euro sono i fondi che i pentastellati hanno destinato, nel 2024, agli accantonamenti, suddivisi per rischi (103mila 406 euro), per devoluzioni e spese di gestione (584mila 700 euro) e per ‘accantonamento art. 3 l. 157/1999’ (273mila 940 euro). Altri 279mila 856 euro, poi, sono riservati al personale tra stipendi (211mila 844 euro) dei cinque dipendenti a tempo pieno e indeterminato (tre quadri e due impiegati), oneri sociali (52mila 844 euro), trattamento di fine rapporto (14mila 617 euro) e altri costi (511 euro).

Quanto agli oltre 10 milioni di euro di ‘disponibilità liquide’, iscritti nel rendiconto, sono così suddivisi: 5 milioni 41mila 721 euro sul conto di Intesa San Paolo riguardano la gestione, 133mila 2,96 euro sono in un conto Pay Pal, 1409,60 euro in una carta prepagata, ‘appena’ 19,28 euro in contanti, mentre 4 milioni 876mila 526 euro (disponibili sul conto dello stesso istituto di credito) si riferiscono alle cosiddette devoluzioni dei parlamentari e rappresentano, spiega Cominardi nella nota integrativa, le “restituzioni effettuate dai portavoce eletti, in conformità con quanto previsto dal Regolamento relativo al trattamento economico degli eletti del Movimento 5 stelle”. Nello specifico, precisa ancora l’ex deputato, si tratta di “risorse vincolate, riservate a iniziative di preminente interesse collettivo, sociale o pubblico, senza scopo di lucro, il cui impiego avviene previa deliberazione degli organi competenti dell’Associazione”.

A questo proposito, nel corso del 2024, i pentastellati hanno ‘restituito’ alla collettività 850mila euro – altri 150mila sono stati versati a gennaio a favore del Comune di San Lazzaro di Savena finalizzata alla realizzazione di uno studio idrogeologico e idraulico per la messa in sicurezza del torrente Zena e della sua vallata. “Con tale devoluzione – aggiunge Cominardi – è stata data completa attuazione alla volontà espressa dall’Assemblea degli iscritti con le votazioni del 11 dicembre 2023 (destinazione di un milione di euro a favore delle popolazioni colpite dall’alluvione del maggio 2023)”. E infatti, a maggio sono stati devoluti 180mila euro al Comune di Forlì per il progetto ‘Ripartenza sala polifunzionale dei Romiti’ e 240mila al Comune di Cesena per il ripristino dell’immobile sito in via Ex tiro a segno destinato a sede di associazioni e centro sociale di quartiere. A luglio, poi, 280mila sono finiti al Comune di Faenza per l’acquisto di mezzi utili al ripristino del servizio di manutenzione del verde pubblico, mentre a ottobre 150mila sono stati ‘restituiti’ alla parrocchia di santa Maria del Voto in Romiti, in provincia di Forlì-Cesena, per la ricostruzione di un campetto polivalente da basket e pallavolo.

Ma non è tutto oro quello che luccica. Perché al netto delle ‘devoluzioni’ e dei 2 milioni 673mila 866 euro delle ‘libere contribuzioni soggette alla dichiarazione congiunta’, che vedono la deputata Gilda Sportiello come la più ‘benefattrice’, con 72mila 250 euro dati alla causa, seguita da Pietro Lorefice, con 61mila 100, e da Filippo Scerra, con 50mila 50 euro, sono 4 milioni 305mila 553 gli euro che il Movimento 5 stelle segna a bilancio come ‘crediti’. In particolare, 2 milioni 845mila 462 euro dovrebbero essere versati dai parlamentari e dai consiglieri regionali in quanto eletti e altri 1 milione 460mila 90 euro mancano dai parlamentari come indennità di fine mandato.

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