Massini cancellato da un festival nella Calabria che va al voto
La spiegazione ufficiale è stata una delle ammissioni più imbarazzanti che solitamente si possono dare e allo stesso tempo inoppugnabili: “Non ci sono soldi”. In realtà, ma questo Stefano Massini lo ha scoperto solo un mese dopo, la scelta – come suggerisce la tempistica e confermano delibere e determine – è stata di merito: evitare messaggi scomodi in campagna elettorale.
Allora meglio far sparire eventi già annunciati, buttare biglietti già emessi, stravolgere programmi all’ultimo minuto e sul palco spedire Morgan, ancora sotto processo per stalking, che nel parlare di musica e pace – dice chi c’era – ha sottolineato come “Mussolini ha fatto anche cose buone”.
America oggi, il monologo di Stefano Massini con le frasi di Charlie Kirk: “Non ti sembra di esagerare? No, non mi sembra di esagerare”
Succede in Calabria, per la precisione a Caulonia, sede del Kaulonia Tarantella Festival, pensato e creato nel 1998 da Eugenio Bennato e da lui diretto fino a qualche tempo fa, che ha sempre unito musica popolare e impegno civile. Ecco perché come ogni anno il programma prevedeva non solo concerti, ma una serie di talk, tutti dedicati alla pace e alla sempre più drammatica situazione nella Striscia di Gaza. Fra i relatori invitati, la relatrice speciale Onu sui territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, Fulvio Lotti, coordinatore del Tavolo della pace, monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano allo Jonio e vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana e lo scrittore e drammaturgo Stefano Massini.
I loro nomi campeggiavano sul programma, approvato con tanto di delibera comunale a fine luglio e subito presentato alla Regione per chiedere come ogni anno un contributo per il festival. Nel frattempo, è stato approvato uno scostamento di bilancio, da compensare in seguito – la procedura di assegnazione è in corso – con i fondi regionali che mai sono mancati al più longevo festival di musica popolare calabrese.
Quattro giorni dopo, il 4 agosto – le date in questa storia sono importanti – Roberto Occhiuto, da mesi nella tempesta per un’indagine per corruzione, si dimette da presidente della Regione e si ricandida a guidarla. Insomma, su se stesso, il suo operato e quello della sua Giunta indice una sorta di referendum.
L’agenda politica estiva cambia e l’onda lunga del terremoto sembra arrivare anche a Caulonia. L’11 agosto lo staff di Massini riceve una mail con cui si comunica l’annullamento dell’evento previsto perché “le dimissioni del presidente della Regione hanno comportato delle modifiche nell’accedere ai fondi pubblici”.
Logica vuole che tutto il festival salti, o quando meno gli eventi più onerosi. Invece solo i talk più impegnati sono stati stravolti. Ma la partecipazione di Marco Castoldi, in arte Morgan, chiamato anche a codirigere il festival, viene confermata. Sulla carta avrebbe dovuto parlare di musica e pace, ma lascia interdetti i più affermando, come riportano le persone presenti, che “Mussolini ha fatto anche cose buone” o che la violenza sulle donne non esiste “perché altrimenti facciamo la violenza contro i piatti, contro le sedie, la violenza è violenza, punto”.
Per l’amministrazione comunale il cambio di programma è stato dettato dalla mancanza di fondi, tuttavia l’inchiesta della testata locale Ciavula, delibere alla mano dimostra che per il festival sono stati spesi 140mila euro. Anzi, forse qualcosa in più, perché all’appello manca ancora qualche atto. Dunque i soldi c’erano e tra l’altro per la partecipazione di Massini erano anche stati in parte spesi perché biglietti e hotel erano già stati prenotati.
Il Comune, saldamente in mano a Forza Italia, tace. Per gli azzurri si fa sentire qualche proconsole, che accusa il giornale di “dire bugie”, ma non dà spiegazioni in dettaglio. Per Massini, sembra un deja vu, che ricorda l’improvviso quanto inspiegabile declassamento del Teatro della Toscana da lui diretto, di punto in bianco espunto dalla lista dei teatri nazionali, con conseguente perdita di prestigio e finanziamenti.
“La cultura – aveva detto Massini in quella occasione – è pesantemente sotto attacco, questa è una grandissima commedia. L’anno scorso la commissione valuta che la programmazione della Pergola debba avere come punteggio di qualità 29. Per essere declassati quel punteggio deve andare sotto il 9. Cosa è successo in questo anno? Sono arrivato io. Il pessimo, lo schifoso e quindi bisogna punirmi, darmi una lezione”. E l’improvvisa estromissione dal cartellone del festival di Caulonia sembra confermarlo.
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