Mimmo Lucano dichiarato incandidabile in Calabria, escluso dalle liste di Avs per le regionali
“Non lo so se farò ricorso, ci sto pensando, ma non voglio che la campagna elettorale si focalizzi sulla mia vicenda personale, oscurando i temi importanti che ci sono sul tavolo”. Amareggiato, confuso, ancora indeciso sul da farsi. A poche ore dalla decisione delle commissioni elettorali di Reggio Calabria e Cosenza che lo messo fuori gioco per le regionali in Calabria, dichiarandolo incandidabile, Mimmo Lucano non ha ancora in mente una precisa strategia. La strada del ricorso è un’opzione possibile e che i suoi legali Andrea Daqua e Giuliano Saitta stanno vagliando, sono convinti che le loro obiezioni siano fondate, ma lui non è del tutto convinto. “C’è un filo conduttore per me che inizia tanti anni fa, con la vicenda penale, che continua con la decadenza e con la legge Severino e che si conclude con l’epilogo di questi giorni per quanto riguarda la partecipazione alle regionali”, dice amareggiato.
Il “marchio” dell’incandidabilià è diretta conseguenza del procedimento – ancora in via di definizione – sulla decadenza da sindaco di Riace. Lì c’è una battaglia in corso. Su indicazione del Viminale, la prefettura di Reggio Calabria ha deciso per la linea della fermezza e nonostante la legge Severino non lo preveda espressamente per il reato per cui Lucano è stato condannato, con pena sospesa e non menzione, lo ha dichiarato decaduto.
Stessa linea adottata dal tribunale di Locri e che adesso toccherà alla Corte d’appello valutare. Nel frattempo, quella prima pronuncia pesa sulle valutazioni della commissione elettorale. Ma forse – denuncia Avs – in prima battuta non ovunque nello stesso modo.
“Quella di Lucano è una vicenda contraddittoria e c’è qualcosa di molto politico”, denuncia il segretario regionale della Calabria di Sinistra Italiana Fernando Pignataro. In un primo momento, spiega, da Cosenza non sono stati mossi rilievi, salvo un ripensamento arrivato dopo la pronuncia dei giudici reggini.
“Ieri – spiega Pignataro – ci era stata comunicata la decisione del Tribunale di Reggio Calabria mentre a Cosenza la candidatura era stata accettata senza problemi. Oggi, siamo stati chiamati dal Tribunale di Cosenza per un contraddittorio alla luce delle informazioni giunte da Reggio e Lucano è stato escluso anche qua, nonostante gli stessi giudici abbiamo rilevato che non c’è stato l’abuso di potere previsto dalla legge Severino”. Per il segretario regionale di Avs, Lucano “probabilmente paga il fatto di avere lanciato l’idea di una Calabria che può essere diversa, un’idea nata con il nuovo modello di accoglienza e di inclusione di Riace”
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