Nordio contro il magistrato Piccirillo dopo l’intervista a Repubblica: “Mi ha censurato per Almasri”

“L’altro giorno un magistrato in servizio si è permesso di indicare su un giornale tutti gli errori fatti dal ministro nel caso Almasri. Che un magistrato si permetta di censurare su un giornale le cose che ho fatto, in qualsiasi paese al mondo avrebbero chiamato gli infermieri. Potrebbe essere oggetto di valutazione”. Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, alla IV edizione di “Parlate di Mafia”. Tutto nasce dall’intervista al magistrato di Cassazione, Raffaele Piccirillo, pubblicata su Repubblica.

“I magistrati – aggiunge – sono convinti di godere di una impunità tale da poter dire quello che vogliono. Questo rimane fino a che non faremo una riforma perché non c’è sanzione di fronte a esondazioni improprie”.

Pronta la replica di Giovanni Zaccaro, segretario di AreaDg: “Il ministro Nordio approfitta di un dibattito sulla mafia per intimidire i magistrati che osano criticare il suo operato – commenta -. Ha calato la maschera: il suo modello è Trump che licenzia i magistrati che indagano i suoi amici. Per fortuna in Italia c’è ancora la Costituzione che ha consentito alla magistratura di non farsi intimidire dal terrorismo, dalle mafie e dai poteri economici e mediatici. Non sarà per questo che il Ministro la vuole riformare?”.

Critico con il ministro anche il membro laico del Csm, Ernesto Carbone: “Siamo alle solite. Anche oggi il ministro Nordio non perde occasione di delegittimare la magistratura. Stamattina in modo scomposto minaccia un magistrato, il dottor Piccrillo, di azioni disciplinari. La colpa del dottor Piccirillo? Aver commentato la vicenda Almasri. Piuttosto che fare chiarezza su questa oscura vicenda, il ministro preferisce intimidire un magistrato.”

Parlando poi della riforma della giustizia, Nordio spiega: “Quello che fa paura non è tanto la separazione delle carriere che in effetti in gran parte esiste. È la seconda e la terza parte della riforma, cioè la composizione, la costruzione del Consiglio superiore della magistratura attraverso il sorteggio e soprattutto l’istituzione dell’alta Corte di giustizia assolutamente indipendente e svincolata dalla giustizia domestica del Consiglio superiore della magistratura attuale essendo appunto indipendente, ma renderà indipendente gli stessi magistrati perché i magistrati di oggi sono indipendenti ed è giusto che lo siano, e che lo rimangano, dal potere politico, perché il potere politico non può farci nulla”.

Il ministro prosegue: “Non hanno paura e giustamente non devono averla del governo, del parlamento, ma hanno una paura folle, tremano come foglie davanti alle correnti perché sono le correnti che li hanno in mano. Le correnti stanno al Consiglio superiore della magistratura come i partiti stanno al governo o al parlamento”.

Nordio sostiene che il Csm sia “il riflesso delle correnti. Se non sei iscritto a una corrente non hai nessuna possibilità non dico di carriera, ma neanche di essere ascoltato. Se tu invece ha in una corrente di queste il tuo padrino, il tuo protettore, anche quando finisci davanti alla sezione disciplinare c’è una stanza di compensazione, perché ne arrivano sempre quattro insieme, è difficile che ne arriva uno da solo, così Tizio protegge il suo, Caio anche”.

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