Parodi (Anm) contro il governo: “Le indagini sul caso Almasri non sono una vendetta”

ROMA – “Abbiamo alle spalle un’estate di attacchi. Una vera e propria escalation di insulti e denigrazioni. Forse perché c’è già aria di campagna per il referendum”, premette il presidente dell’Anm Cesare Parodi.

“Magistrati killer secondo Musumeci, magistrati cancro per alcuni giornali vicino alla destra, magistrati che parlano troppo e necessitano di infermieri secondo Nordio, fino all’affermazione più inaccettabile di tutte, direi indegna: e cioè che i giudici, in particolare il Tribunale dei ministri, usano il caso Almasri e indagano i ministri per vendicarsi del governo che vuole la separazione delle carriere. Ecco perché abbiamo bisogno di parlare a tutti i cittadini. Spiegare, far comprendere che le soluzioni ai mali della giustizia devono ancora arrivare: e non sono certo presenti nella riforma Nordio. Ora, in vista del referendum, dobbiamo metterci la faccia e coinvolgere tutti: associazioni, parrocchie, tutti”.

“Ha mentito su Almasri”. Indagata Bartolozzi, braccio destro di Nordio

Unità d’intenti con Rocco Maruotti, il segretario generale. Che spiega: “Io sono stato l’altro giorno a un dibattito con la Cgil, ho partecipato a dibattiti col Pd e con tanti soggetti negli scorsi mesi. Ma spero proprio che anche la festa della destra meloniana, quella di Atreju, voglia ospitare un sano confronto con l’Anm, come avvenuto in passato”. Il caso vuole che, nelle stesse ore, dalla festa dell’Udc, la premier Meloni torni a insistere: “Andremo avanti con la riforma sulla giustizia per spezzare il sistema correntizio”.

Riparte da qui l’Associazione nazionale magistrati, con la ripresa del comitato direttivo centrale, nei rituali spazi del weekend che svuota gli uffici della Cassazione. Davanti, c’è l’autunno caldo, il focus sarà il via alla battaglia referendaria. “Sarà durissima, ma la partita è aperta: proprio per questo stanno aumentando insulti e denigrazioni. Ma fare alzare i toni è pericoloso, può danneggiare le istituzioni, dividere il Paese”. Proprio oggi, dinanzi a un notaio, presenti Parodi, Maruotti e tutta la giunta, l’Anm farà nascere il comitato “A difesa della Costituzione”. E anche se formalmente potranno aderire “solo soggetti e non enti”, quindi non i partiti e neanche figure che abbiano ricoperto in passato ruoli politici, agli incontri saranno comunque invitati politici, intellettuali e artisti di varie aree culturali. Che saranno chiamati a dire la loro.

Parodi non si sottrae a una riflessione a tutto campo. Sul caso della sentenza choc di Torino sui maltrattamenti e sull’idea di convocare il giudice Gallo in commissione parlamentare Femminicidi, come da richiesta della presidente Semenzato: “Va bene audire un magistrato se è per approfondire, per capire – chiarisce il presidente, che peraltro in qualità di procuratore aggiunto ha deciso di impugnare a Torino quel provvedimento – ma diventa inquietante se si tratta di condizionare il lavoro autonomo della magistratura. Decisioni e principi vanno discussi nelle sedi della giustizia”.

Sull’inchiesta Almasri che coinvolge la sottosegretaria di via Arenula, Giusi Bartolozzi: “Non voglio parlare del processo in corso, men che mai della collega indagata: lasciamo che giudici e avvocati lavorino serenamente. Ma voglio però ricordare con chiarezza che qualcuno asseriva, all’inizio, fosse stata una decisione dei giudici (il riferimento è a Meloni e Nordio, dichiarazioni del gennaio scorso, ndr) a portare alla riconsegna del generale alla Libia. Ecco, è bene ribadire che non ci sono state responsabilità della magistratura nella liberazione di Almasri”.

Poi si torna al caso Musumeci, e alle sue parole in libertà, del 31 agosto scorso: “Gran parte dei magistrati che ha fatto carriera in Italia proviene dalle file della sinistra. Il magistrato ha il compito di fare il ‘killer’, la stampa ha il compito di darne notizia”, aveva detto il ministro della Protezione civile. Parodi aggiunge una postilla: “Le parole del ministro sono inaccettabili, ma forse a ferire di più è stato il silenzio degli altri. Delle associazioni degli avvocati, innanzitutto. Poi anche di altri parti del governo che rispettano le istituzioni e sono disponibili al dialogo”. Si riferisce a Meloni, a Mantovano, a chi? “A tutti – risponde Parodi a Repubblica – non voglio fare un nome solo. Anche ad ex magistrati, allo stesso Nordio, a tanti che potevano prendere le distanze. E, a parte qualche voce, non ho visto una levata di scudi neanche dalle opposizioni”.

E sempre, a proposito di attacchi, è Maruotti che informa il Cdc su una controversia con il giornale “Libero” che definì in un editoriale i magistrati “cancro”: “Poiché la transazione che ci è stata offerta appare irrosoria rispetto all’offesa subita, non solo da noi, ma anche da tanti pazienti che combattono con un male gravissimo, valuteremo di chiedere un risarcimento di 15mila euro. Con l’idea di devolverli proprio ad un’associazione che assiste quei pazienti”.

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