Rai, Schlein: “Sulla presidenza non siamo della partita, subito la riforma”

Dopo la consulta è possibile anche un dialogo sulla Rai? Risponde Elly Schlein: “Su questo noi non siamo della partita, perché non abbiamo partecipato già alla formazione del nuovo cda sulla base di un argomento molto solido: c’è una nuova normativa europea che stabilisce che la governance della Rai deve essere indipendente dalla politica e dai partiti. Quindi noi ritenevamo inutile rinnovare un cda formato in questo modo visto che dall’agosto di quest’anno sarà necessario avere già la riforma in mano, altrimenti rischiamo una procedura di infrazione. Siamo già in ritardo per fare la riforma che recepisca pienamente il nuovo media freedom act – sottolinea la segretaria del Pd – Ecco l’unica cosa che noi aspettiamo sulla Rai è che si calendarizzi, si discuta e si approvi una riforma di questo tipo. E su questo daremo il nostro contributo”, dice ospite del Caffè della domenica di Maria Latella su Radio 24. Il prossimo mese, precisamente il 12 marzo, sono due anni dalla sua elezione a segretaria del Pd. “Mi dicono che sono già la terza più longeva. Puntiamo ad andare avanti ancora a lungo”, dice.

Consulta

Sulla Consulta, invece, maggioranza e opposizione, alla fine, hanno trovato un accordo. E giovedì scorso sono stati eletti i quattro giudici della Corte costituzionale alle quattordicesima fumata in Parlamento. Con Giorgia Meloni “ci siamo confrontate, è stata una discussione lunga ma sono estremamente soddisfatta dell’esito. C’è stato un voto di grande compattezza sui nuovi 4 giudici costituzionali. Nella grande distanza delle nostre posizioni quando si deve assicurare il buon funzionamento delle istituzioni democratiche si trova una via di dialogo”, osserva Schlein.

Meloni-Trump? Se vogliamo aiutare l’Italia serve risposta europea

Passando alla politica estera. Giorgia Meloni “è stata l’unica ad andare all’insediamento di Trump. E come mai è stata l’unica? È stato grave non invitare l’Unione europea in quanto tale”, osserva la segretaria del Pd Elly Schlein. Attenzione, continua, perché “se la strategia di Trump è quella di fare trattative bilaterali con ogni singolo stato europeo, magari quello che può vantare una relazione amicale o ideologica pensa di trarne un vantaggio, ma a indebolirsi è tutta l’Europa e quindi anche l’Italia. Oggi se vogliamo aiutare l’Italia abbiamo bisogno di una risposta europea più forte e integrata”. Quindi attenzione, continua Schlein, perché “passare dall’essere i primi della classe nella relazione con la nuova amministrazione di Trump a essere funzionali al suo disegno, che è chiaramente di indebolire, disgregare l’Europa il passo è breve”.

Restando sempre in America. Quello “del vicepresidente americano Vance è un attacco grave, inaccettabile. Penso che l’Europa che si fonda sui principi fondamentali della democrazia e dello stato di diritto non prende lezioni da un’amministrazione che appena entrata in carica si è messa a fare una serie di decreti che calpestano i diritti fondamentali delle persone”, sottolinea la leader del Partito democratico riferendosi alle picconate di JD Vance ai valori fondamentali dell’Europa, al suo sostegno scomposto al partito di ultradestra Afd, dal palco della Conferenza per la sicurezza di Monaco. Parole che hanno scatenato le reazioni di diversi Stati europei, dalla Francia alla Germania, compresa l’Italia.

Attacco dalla Russia a Mattarella

Dall’attacco dagli States a quello del governo russo al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Inaccettabile – lo definisce Schlein – E noi abbiamo immediatamente espresso la piena e totale solidarietà al presidente Mattarella nelle cui parole sempre ci riconosciamo, si deve respingere con forza al mittente cosi come hanno fatto tutte le forze politiche. C’è stata una presa di posizione forte e di solidarietà e questo ed era doveroso rispetto a quello che Mattarella ha detto”. Certamente, aggiunge, “l’Europa è davanti ad un bivio, in questo momento, deve decidere che cosa fare da grande perché o ci sarà un salto di qualità nell’integrazione europea oppure rischia di essere cancellata. Questa è la gravità del momento in cui siamo”. E ancora. “Davanti a queste nuove sfide, così aggressive, da parte degli Usa ma non solo, l’Europa deve puntare sulla sua autonomia strategica, in tanti settori: deve avere una politica industriale europea, una politica estera comune, di difesa comune e qui la questione è tutta sul come la fai. Noi non siamo d’accordo con la corsa al riarmo di ogni singolo Stato europeo. Oggi i 27 Stati Ue già spendono di più per la spesa militare rispetto alla Cina o alla Russia, quel che conta è spenderli meglio, spenderli insieme, fare ricerca e sviluppo comune. Serve quello che è sempre mancato: la volontà politica di mettere in comune queste competenze. Che sia questa contingenza così complessa il momento in cui farlo, noi lo speriamo”.

Mozione sfiducia Santanchè

Politica estera, ma anche quella interna italiana. A partire dalla mozione di sfiducia contro la ministra del Turismo, Daniela Santanchè. Che il Pd “voterà” perché “pensiamo che sia assurdo essere ancora qui a parlarne. Parliamo di una ministra che è stata rinviata a giudizio per falso in bilancio ma è indagata anche per truffa ai danni dello Stato – ricorda Schlein – Quando le accuse sono così gravi minano la credibilità dell’istituzione che la ministra rappresenta, sarebbe stato opportuno che Meloni l’avesse fatta dimettere ma non è riuscita ancora a farlo”. Poi precisa che “sull’abbassare le tasse al ceto medio e sul lavoro” nel suo partito sono tutti d’accordo, “tanto che nessuno di noi ha contestato il taglio del cuneo fiscale, poi però la destra scappa quando si tratta di capire che non è un tabù se a livello europeo, vista la volatibilità del capitale, si appoggia un’idea di tassare i super ricchi. Stiamo parlando di questo non di toccare il ceto medio o le case. Parlare di questo per noi non è un tabù”.

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