Ranucci: “Il Garante armato per punire Report per conto del governo”. La replica: “Noi indipendenti”

E’ un’accusa pesante, ma circostanziata quella lanciata oggi da Sigfrido Ranucci contro alcuni organi dello stato, sulla carta indipendenti, che invece lavorano su input del governo per delegittimare il suo lavoro e la redazione di Report. “In questi giorni raccolgo solidarietà bipartisan, ma si sta rivelando ipocrita”, ha esordito il conduttore e vicedirettore degli Approfondimenti Rai in collegamento con la conferenza stampa a difesa della libertà di informazione convocata dal dem Sandro Ruotolo al Parlamento Ue. “Da una parte mi si esprime vicinanza dopo l’attentato che ho subito, dall’altra qualcuno sta armando il Garante della privacy per punire Report e dare un segnale esemplare ad altre trasmissioni”, rivela Ranucci. “Ciò che dico lo affermo con cognizione di causa, e lo si vedrà nelle prossime ore. Chiedo che il Garante europeo verifichi come sta operando il Garante della privacy italiano, perché sembra agire come un’emanazione del governo”.

Il riferimento è alla multa che l’Authority è pronta a comminare al programma d’inchiesta Rai per gli audio registrati da Maria Rosaria Boccia all’epoca della sua relazione con l’allora ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, entrati in possesso di Report e poi mandati in onda su Rai3.

La replica non si fa attendere. In relazione alle “gravissime affermazioni rese da Sigfrido Ranucci nel corso della conferenza stampa al Parlamento europeo di Strasburgo”, il Garante privacy, “nella totalità dei componenti, ribadisce l’assoluta indipendenza e trasparenza del proprio operato a difesa della legalità”. E’ quanto si legge in una nota del Garante per la Protezione dei dati personali che fa sapere che “l’Autorità si riserva ogni necessaria iniziativa a propria tutela”.

“Proprio oggi, dopo giornate di solidarietà, è apparso su un giornale di Angelucci un articolo contro di noi”, aveva continuato il giornalista: “L’ennesima prova della campagna diffamatoria contro chi lavora per la libertà di stampa in questo Paese”.

Ragione in più per ringraziare “la Ue per aver portato avanti l’European Media Freedom Act, che dovrebbe presto liberare la Rai e ogni altro mezzo di informazione dai legami con la politica”. Difendere l’informazione deve infatti diventare non solo un fatto episodico, ma un impegno costante da parte di tutti perché “attraverso la diffusione della disinformazione, la limitazione della libertà di stampa e di trasmissioni che si occupano di giustizia sociale, ambiente, inclusione si mette a rischio la sovranità non solo dell’Italia ma dell’Europa intera”, insiste Ranucci.

Il quale, in questa aggressione globale del potere contro i media, ci vede “un disegno più ampio: l’attacco alla magistratura, riforme come la separazione delle carriere e il premierato, la demolizione del Manifesto di Ventotene non si fanno a caso. E’ tutto orchestrato, ma non è solo farina del nostro sacco: da quel che abbiamo ricostruito, c’è una regia altrove. E’ un warning che lancio: facciamo attenzione, accendiamo una luce sulla libertà di informazione prima che sia troppo tardi”.

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