Santanchè cambia l’avvocato del caso Visibilia e prende tempo. FdI: “Se va a processo, si dimetterà”

ROMA-MILANO – Un accordo bis con l’Inps per risarcire anche i danni «da disservizio», cioè il tempo che si è fatto perdere alla pubblica amministrazione per seguire la vicenda, e quelli «non patrimoniali», cioè d’immagine. Potrebbe esserci questo patto, che è «in via di definizione», dietro la mossa della ministra Daniela Santanchè, che punta a ottenere stamattina il rinvio dell’udienza preliminare che la vede indagata per la “truffa Covid” ai danni dell’istituto di previdenza. La titolare del Turismo, immortalata ieri sera tra batterie di arrosticini fumanti al villaggio agricolo fatto allestire da Francesco Lollobrigida in piazza della Repubblica a Roma, non ha alcuna intenzione di lasciare il posto al governo, nonostante le pressioni di un pezzo di FdI, mentre gli alleati di governo la difendono.

Dunque insiste nella sua trincea politico-giudiziaria. Ieri due big di Fratelli d’Italia, il responsabile dell’Organizzazione, Giovanni Donzelli, e il capogruppo alla Camera, Galeazzo Bignami, sono intervenuti di nuovo sulla vicenda, per dire che «in caso di rinvio a giudizio, Santanchè si dimetterà». Entrambi hanno parlato appena si è saputo che la ministra aveva deciso di avvicendare uno dei suoi avvocati: fuori Salvatore Sanzo (che si è sempre occupato degli aspetti fallimentari e continuerà a seguirli), dentro Salvatore Pino, storico legale Fininvest, che ha preso parte anche ai processi a Silvio Berlusconi. Pino sempre ieri ha fatto sapere, parlando con l’Agi, che chiederà alla gup Tiziana Gueli più tempo per studiare le carte. Mentre lo storico avvocato di Santanchè, Nicolò Pelanda, che non è cambiato, oggi non potrà essere in aula per un legittimo impedimento, un altro caso. Per questo, verosimilmente, slitterà l’udienza, che comunque non avrebbe portato oggi a un eventuale rinvio a giudizio.

Inchiesta Visibilia, Santanchè: “Non ho cambiato avvocato, è una fake news”

Come in un gioco dell’oca, il procedimento è (quasi) alla casella iniziale. L’udienza preliminare deve ancora partire, ingolfata finora da una serie di questioni fra cui la competenza territoriale (la Cassazione ha sancito Milano). Per Santanchè, il compagno Dimitri Kunz e un ex collaboratore esterno del gruppo Visibilia, i pm Marina Gravina e Luigi Luzi chiedono il processo per truffa. L’accusa: 126 mila euro ingiustamente ricevuti dalle società della ministra per 13 dipendenti, ufficialmente in “cassa a zero ore”, che in realtà, lavoravano in smart working. Le società hanno chiesto di patteggiare e hanno già risarcito. C’è però una trattativa sotterranea, in stato avanzato, per ripagare i danni non patrimoniali e «da disservizio». L’effetto del patto sarebbe duplice: far uscire l’Inps dal processo (non sarebbe più parte civile) e ottenere in prospettiva un’attenuante per gli indagati.

Sui tempi, fonti giudiziarie spiegano che entro l’estate si arriverà comunque a una decisione di rinvio a giudizio (o proscioglimento). Oltre a quella di oggi, servono altre due date durante le quali parleranno i pm – oggi potrebbero opporsi al rinvio – e le difese. Tra l’altro, a fine mese la gup che segue il caso passerà ad altro incarico. Non è escluso che porti a termine questo filone come giudice «applicata». È successo con un’altra toga nel procedimento per falso in bilancio che vede già a processo Santanchè: si parte il 15 aprile, la procura ha depositato la lista dei testimoni.

Santanchè è convinta che anche a questo tornante rimarrà in sella. Sul filone per falso, i suoi legali confidano nella prescrizione per novembre, almeno su parte delle accuse. Su quello per truffa, la transazione con l’Inps potrebbe togliere dal tavolo l’aspetto più imbarazzante, per un esponente di governo: il danno allo Stato. E slittamento dopo slittamento, la ministra spera di arrivare alla decisione sul processo a gennaio 2026. Certo, resta il nodo politico. La “Pitonessa” è consapevole che un pezzo del suo partito la malsopporti, visto anche il fastidio con cui ieri hanno commentato la mossa legale della ministra. Sa bene che con altri, come il sottosegretario Andrea Delmastro, condannato in primo grado, è scattata una solidarietà generalizzata che invece non l’ha investita. E sa che gli alleati la difendono più di FdI. «Santanchè deve restare al suo posto», metteva a verbale ieri Andrea Crippa, vice-segretario della Lega. Nulla di nuovo, per la “Santa”. Che in privato commenta nel suo stile: «Sono tranquillissima, resto al mio posto, per l’esito delle udienze è ancora lunga. E chi mi vuole male mi allunga la vita». Venerdì sarà a Cortina, per vedere la pista di bob delle Olimpiadi invernali.

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