Schlein e il dissenso con Prodi: “Meglio la verità delle pugnalate alle spalle. Ascolto tutti ma la responsabilità è mia”

“Io Prodi lo ascolto sempre, per me è un punto di riferimento. Però credo che non siamo sempre d’accordo e che sia meglio essere francamente non d’accordo che fingere e poi pugnalare alle spalle, come spesso nel partito è stato fatto”. Risponde così, Elly Schlein, a una domanda a Sky Start sulle critiche di Romano Prodi alla candidatura dei leader di partito alle Europee.

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Il padre fondatore del Pd era stato netto: “Candidarsi dove tu sai che non andrai, svilisce la democrazia. La destra lo può fare, ma non un partito riformista e democratico”. E la segretaria dem non si tira indietro: “Ascolto tutti e devo assumermi la responsabilità di fare sintesi. Siamo l’unico partito che discute per davvero, anche troppo. Non c’è una capa sola che decide per tutti mettendo il suo nome al centro della campagna elettorale”.

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Schlein si aggancia anche alla convention FdI con l’annuncio della candidatura di Giorgia Meloni e la richiesta della leader di governo di votarla indicando solo il suo nome di battesimo. E marca una differenza: “Io farò campagna elettorale non chiedendo il voto per me ma per il partito e per questa lista che abbiamo costruito insieme, noi siamo qui per battere le pessime politiche delle destre, per rafforzare l’alternativa e per continuare il lavoro di cambiamento iniziato un anno fa con le primarie”.

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Niente “vota Elly”, quindi: “È un valore che nel Pd ci sia pluralismo, che non si sia tutti schiacciati dietro il nome ‘Giorgia’. Questo è inquietante, non hanno un programma per l’Europa, il programma diventa il nome”.

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