Arresto cardiaco, cosa fare? Chi assiste sarà guidato (anche) dalla voce di ChatGPT

Come devo comportarmi? Per chi si trova vicino ad una persona che ha avuto un arresto cardiaco, 60.000 casi circa ogni anno in Italia, un aiuto potrebbe venire dalla voce di ChatGPT. Perché la tecnologia avanzata potrebbe diventare un valido aiuto per far salire le percentuali di chi interviene con le manovre salvavita come massaggio cardiaco e ventilazioni.

Oggi le stime dicono che chi assiste si attiva immediatamente nel 58% dei casi e che nel 28% dei casi si arriva all’impiego del defibrillatore. Ed allora? Allora forse la tecnologia informatica a disposizione di smartphone potrebbe modificare, in meglio, la situazione.

A segnalarlo è una sperimentazione apparsa come “lettera al direttore” su Resuscitation (primi nomi Federico Semeraro, Chair dell’European Resuscitation Council ed Elena Giovanna Bignami, presidente della Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva – SIAARTI). Lo studio ha preso in esame i risultati di una sperimentazione incentrata sulla modalità vocale avanzata di ChatGPT e in particolare sulle “voci” Cove, Ember, Soul e Spruce. La ricerca sarà discussa al congresso nazionale di Italian Resuscitation Council (IRC), società scientifica senza scopo di lucro riconosciuta dal Ministero della Salute, che riunisce medici, infermieri e operatori esperti in questo settore, in programma il 13 e 14 dicembre a Bologna.

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Intervento sul campo

Prima di tutto, una precisazione d’obbligo. l’indagine è stata condotta con il solo obiettivo di valutare che tipo di aiuto può fornire la tecnologia avanzata a supporto e non in alternativa del lavoro fondamentale e insostituibile degli operatori del 112. I ricercatori hanno simulato una situazione in cui un soccorritore occasionale, senza una specifica formazione sulla rianimazione cardiopolmonare, si trova di fronte a una persona in sospetto arresto cardiaco e, dopo aver chiamato i soccorsi, chiede agli assistenti vocali di ChatGPT di fornire le istruzioni su come procedere in attesa dell’arrivo dell’ambulanza.

Le risposte dei 4 assistenti vocali di ChatGPT sono state molto buone, pur con differenze tra le voci, in termini di velocità delle indicazioni fornite al soccorritore occasionale, di capacità di elaborare i messaggi in numerose lingue e quindi di adattarsi alle diverse culture e di sostenere dal punto di vista emotivo l’interlocutore attraverso un tono calmo e rassicurante. L’accuratezza delle risposte dal punto di vista scientifico è stata mediamente elevata.

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Come la tecnologia aiuta

“Questo studio sottolinea il potenziale trasformativo dell’Intelligenza Artificiale nel supporto alle emergenze mediche – spiega Semeraro. Abbiamo valutato il sistema GPT-4o con Advanced Voice Interaction (AVI) in quattro scenari simulati di arresto cardiaco, evidenziando che alcuni modelli, come Cove e Sol, offrono un’assistenza emotiva e culturale superiore insieme a istruzioni CPR (rianimazione cardiopolmonare) chiare e tempestive. I risultati dimostrano che, se configurati correttamente, questi strumenti possono ridurre significativamente il tempo di intervento nei momenti critici, abbattendo barriere come lingua e stress del soccorritore. Tuttavia, è fondamentale garantire che tali tecnologie rispettino rigorosamente i protocolli standardizzati e siano economicamente accessibili per favorire una diffusione equa”.

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L’importanza della conoscenza diffusa

Siamo solo all’inizio. Attraverso ulteriori ricerche si dovrà comprendere come questi strumenti potranno essere integrati nella catena di soccorso che unisce cittadini e operatori sanitari. “Questa ricerca si colloca in un panorama scientifico in continua evoluzione, che esplora l’integrazione dell’intelligenza artificiale per potenziare le capacità dei cittadini di fronteggiare situazioni critiche – commenta Bignami. È fondamentale però interpretare correttamente questi risultati: ChatGPT non è un sostituto, ma un supporto complementare agli operatori del 112/118 e alla formazione diffusa sui gesti salvavita. Gli assistenti vocali possono rappresentare un alleato per ridurre i tempi di intervento e aumentare la consapevolezza, ma ulteriori studi sono necessari per garantirne un utilizzo sicuro ed efficace nella pratica reale”.

Lo studio, in ogni caso, conferma anche l’importanza della formazione sul primo soccorso: insegnare a quanti più cittadini possibile le semplici manovre salvavita come il massaggio cardiaco e l’utilizzo del defibrillatore automatico esterno (DAE) aumenta la sopravvivenza all’arresto cardiaco fino a triplicarla. E c’è molto da fare, visto che la sopravvivenza finale è di circa l’8%. Insegnare a tutti a riconoscere un arresto cardiaco e le azioni da compiere, a partire dalla rapida attivazione dei soccorsi attraverso il 112, è essenziale in quanto la possibilità di sopravvivenza all’arresto cardiaco diminuisce del 10% per ogni minuto che passa.

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