Bambini più a rischio convulsioni se la mamma è ipertesa in gravidanza

Un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’University of Iowa Health Care ha rivelato una significativa correlazione tra la pressione alta durante la gravidanza (ipertensione gestazionale) e un aumento del rischio di convulsioni nei bambini. Lo studio, pubblicato il 16 giugno sul Journal of Clinical Investigation, ha utilizzato ampi database clinici e innovativi modelli animali per scoprire questo legame cruciale. I risultati suggeriscono inoltre che l’infiammazione cerebrale potrebbe svolgere un ruolo nel collegare l’ipertensione gestazionale al rischio di convulsioni e potrebbe potenzialmente essere mirata a prevenire le convulsioni nei bambini esposti a ipertensione in utero.

L’ipertensione in gravidanza

L’ipertensione gestazionale, una condizione comune che colpisce quasi il 16% delle gravidanze negli Stati Uniti, è da tempo associata a diverse complicazioni di salute sia per le madri che per i loro figli. Tuttavia, questa nuova ricerca fornisce la prima prova su larga scala che collega l’ipertensione gestazionale a un aumento del rischio di convulsioni nella prole.

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“Abbiamo esaminato ampi database clinici nazionali, così come quelli dell’Università dell’Iowa e della Stanford University, e vantiamo anche collaborazioni internazionali con analisi di database da parte dei nostri collaboratori a Taiwan”, afferma Alex Bassuk, MD, PhD, professore e DEO di pediatria presso l’Università dell’Iowa e autore principale dello studio. “Si è trattato di un vero e proprio lavoro di squadra che ha interessato diversi Paesi e istituzioni e ha coinvolto diversi dipartimenti dell’Università dell’Iowa, tra cui pediatria, ostetricia e ginecologia e psicologia”.

L’analisi dei dati di 246 milioni di cartelle cliniche

Lo studio ha analizzato i dati del dataset Epic Cosmos, che include oltre 246 milioni di cartelle cliniche di pazienti provenienti da ospedali e cliniche negli Stati Uniti e in Libano. I ricercatori hanno scoperto che i bambini nati da madri con pressione alta durante la gravidanza presentavano tassi di crisi convulsive significativamente più elevati rispetto a quelli nati da madri con pressione sanguigna normale. Questa associazione è stata ulteriormente convalidata utilizzando coorti più piccole e riccamente annotate provenienti dall’Università dell’Iowa e dall’Università di Stanford, nonché da un’ampia coorte taiwanese.

Per esplorare i meccanismi biologici sottostanti che collegano l’ipertensione in gravidanza a un aumento del rischio di convulsioni nella prole, i ricercatori hanno utilizzato due modelli murini complementari di ipertensione gestazionale.

I maschi più vulnerabili

Questi modelli hanno confermato che l’esposizione all’ipertensione gestazionale in utero aumentava la sensibilità alle convulsioni e la mortalità dovuta a convulsioni nella prole. I modelli murini hanno anche identificato la neuroinfiammazione come un ruolo significativo nel processo patologico e hanno evidenziato differenze specifiche per sesso, con la prole maschile che mostrava una maggiore vulnerabilità alle convulsioni.

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“Questo studio è unico perché si basa su un’associazione basata sull’analisi di ampi database clinici, ma poi la si dimostra con modelli animali”, afferma Vinit Mahajan, MD, PhD, professore di oftalmologia alla Stanford University e coautore dello studio. “Siamo persino riusciti a ridurre le crisi epilettiche nella prole di topi con farmaci antinfiammatori, basandoci su quanto appreso dal modello.”

Nuove terapie contro le convulsioni nei bambini

Il team spera che la nuova comprensione del legame tra pressione alta in gravidanza e convulsioni pediatriche nella prole apra nuove strade alla ricerca. “La correlazione tra ipertensione gestazionale e convulsioni nei bambini nati da queste gravidanze era già stata ipotizzata in precedenza, ma mai esaminata su larga scala e mai simulata su animali. Con questi nuovi modelli murini e questa nuova correlazione tra ipertensione gestazionale e convulsioni, ora possiamo forse sviluppare nuove terapie anticonvulsive per l’infanzia”, afferma Baojian Xue, PhD, ricercatore senior in pediatria presso l’UI e primo autore dello studio.

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