Bronchiolite, l’allarme dei pediatri: troppe differenze tra le regioni nella protezione dei bambini

Tempistiche diverse, criteri disomogenei e coperture a più velocità. L’accesso alla profilassi contro il Virus Respiratorio Sinciziale (Vrs) non è uguale per tutti e lascia scoperti molti bambini, a seconda della Regione in cui sono nati. Lo rivela uno studio della Società Italiana di Pediatria (Sip) con il supporto delle sue sezioni sul territorio.

Protezione dei bambini: manca una strategia comune

In alcune regioni l’anticorpo monoclonale per la prevenzione universale delle infezioni da Vrs, una delle principali cause di infezioni respiratorie nei bambini piccoli, è garantito a tutti i nati da gennaio 2024; in altre, ai nati da luglio 2024, lasciando scoperti i bambini più grandi; in altre ancora, esclusivamente ai bambini venuti alla luce durante la stagione epidemica (da novembre 2024 a marzo 2025). “Questa prima stagione di introduzione in Italia dell’anticorpo monoclonale che previene le infezioni respiratorie da Vrs (Nirsevimab) conferma quanto temevamo: l’assenza di una strategia nazionale ha prodotto differenze territoriali e, di conseguenza, diseguaglianze nell’accesso alla profilassi -spiega il Presidente Sip, Rino Agostiniani -. Ora è il momento di lavorare a una strategia comune, per arrivare alla prossima stagione in maniera coordinata e garantire a tutti i neonati la stessa opportunità di protezione”.

Virus sinciziale, i bambini italiani sono i più malati d’Europa

Nella quasi totalità delle Regioni i bambini nati nel corso della stagione epidemica (da novembre a marzo) ricevono l’immunoprofilassi presso il punto nascita, mentre quelli nati al di fuori della stagione epidemica (prima di novembre e dopo marzo) la ricevono attraverso i Pediatri di libera scelta o presso i centri vaccinali.

Regioni promosse e bocciate

Anticorpo contro la bronchiolite, da novembre è per tutti i neonati. E un altro è in dirittura d’arrivo

“Le diseguaglianze su base regionale riguardano i nati fuori stagione – conclude Raffaele Badolato, coordinatore delle sezioni regionali Sip e curatore dello studio-. Non tutti i bambini hanno avuto la stessa possibilità di essere protetti dal Vrs, perché le Regioni hanno avviato programmi molto difformi e non tutte hanno avuto accesso alle stesse quantità di dosi”.

Virus sinciziale, un adulto contagiato su 20 finisce all’ospedale

Condividi questo contenuto: