Che cos’è la Cte e perché è difficile dimostrarla

La Cte – o encefalopatia traumatica cronica – è quella che un tempo si chiamava demenza pugilistica proprio perché individuata nei pugili negli anni ‘20. E’ una malattia degenerativa del cervello che si sviluppa in alcuni atleti professionisti di sport che implicano un contatto anche violento e, soprattutto, la possibilità di colpi alla testa con traumi cranici ripetuti come le concussioni. Quindi football americano, hockey sul ghiaccio, rugby, pugilato (il più famoso a essere colpito da Cte fu Cassius Clay).

Diversi danni da trauma

Non si sa perché solo alcuni di quelli che subiscono traumi cranici ripetuti sviluppino la malattia ma anche traumi lievi potrebbero avere conseguenze serie, come sostiene da anni Jean Chazal, neurochirurgo di Clermont Ferrand che ha messo insieme più di 400 studi che evidenziano diversi tipi di danni da trauma. E lo sostengono da tempo diversi esperti statunitensi, perché in quel paese gli sport di contatto sono popolarissimi a partire dalla tenerà età. Secondo uno studio su Neurology dei ricercatori del Centro Alzheimer dell’università di Boston, eseguito su campioni autoptici di cervello di oltre 200 ex giocatori professionisti di football, l’incidenza di una specifica forma di demenza associata ai traumi si avvicina al 90%; altri studi si fermano a un range più prudente, dall’1 al 10% circa, ma il problema è comunque di dimensioni imponenti.

I segnali della Cte

Alcuni segnali possono essere considerati dei campanelli d’allarme: cambiamenti d’umore con irritabilità, depressione e fino a pensieri suicidi, alterazioni del comportamenti con impulsività e aggressività, cambiamenti della funzione mentale con perdita di memoria, difficoltà a fare programmi e sviluppo di demenza, problemi di coordinamento muscolare e di linguaggio. Questi sintomi possono verificarsi solo in età avanzata, non prima dei 60 anni, ma i cambiamenti d’umore possono cominciare tra i 30 e i 40 anni mentre la demenza può comparire successivamente.

Diagnosi solo dopo la morte

Per quanto riguarda la diagnosi in genere si esegue una Risonanza magnetica per fare una diagnosi differenziale e controllare eventuali altri disturbi con sintomi simili alla Cte, poiché non esistono esami – e neanche trattamenti specifici – che possano confermare la diagnosi di encefalopatia traumatica cronica che viene diagnosticata solo post mortem, con l’esame di un campione di tessuto cerebrale. Il centro CTE dell’Università di Boston è all’avanguardia nelle ricerche, compresa la neuropatologia e la patogenesi della malattia, la genetica e altri fattori di rischio, la ricerca di biomarkers e di diagnosi da vivo, i metodi di prevenzione e trattamento.

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