Dalle ketamine al Fentanyl, apre il primo reparto in Italia che ‘disinnesca’ le nuove droghe
I pazienti saranno reclutati direttamente in Pronto soccorso e Rianimazione. Pazienti gravi, dunque, che hanno assunto sostanze, spesso più di una. Parliamo di droghe che non si conoscono, che si definiscono “nuove” perché arrivano sul mercato via web, comunemente sotto traccia, camuffate dietro altri prodotti, anche commestibili. I pazienti per la prima volta saranno presi in carico da un nuovo reparto, che li curerà, li esaminerà dal punto di vista clinico e psicologico, e farà degli esami raccolti il punto di partenza della nuova era degli interventi contro gli stupefacenti. Il reparto, primo in Italia, è stato inaugurato all’Irccs Maugeri di Pavia, ed è la concretizzazione del progetto ESOD (Équipe specializzate ospedaliere per le dipendenze), legato a doppio filo al Centro antiveleni e tossicologico, che si trova nello stesso istituto, e la cui mente è il dottor Carlo Locatelli, da 33 anni direttore della struttura.
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Il reparto delle nuove droghe
Il reparto che ricovera gli ammalati di nuove droghe per ora conta quattro posti letto e 25 dipendenti, tra cui 12 medici, 6 infermieri, oltre a farmacisti, chimici e biologi, che avranno il compito di analizzare le sostanze ritrovate nei pazienti. Per il taglio del nastro, che si è tenuto il 30 giugno scorso, c’erano, oltre a Locatelli, Guido Bertolaso, assessore al Welfare di Regione Lombardia; Lorella Cecconami, direttore generale di Ats Pavia; Giancarlo Iannello, direttore Sociosanitario di Asst Pavia e Luca Damiani, presidente esecutivo di Maugeri. Tutti concordi nel definire il progetto “una priorità”, “un esempio, che risponde all’obiettivo di proteggere i giovani”. “Un progetto che parte da Pavia – ha detto Bertolaso -, ma che fa scuola perché lo porteremo anche in altre zone della Lombardia, come Milano e Brianza”. Per questo primo passo Regione Lombardia ha stanziato 6 milioni di euro.
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L’assistenza si fa multidisciplinare
È la multidisciplinarietà la caratteristica di questa nuova divisione ospedaliera. Cosa vuol dire lo spiega Locatelli: “Una volta prelevati i pazienti da Pronto soccorso e Rianimazione, valuteremo da subito, attraverso un protocollo preciso, il loro stato di salute alterato dall’assunzione di sostanze sconosciute (quindi non cocaina, eroina, cannabis e alcol, per cui il punto di rifermento rimane il Sert, ossia il Servizio per le tossicodipendenze). E lo faremo attraverso l’intervento contestuale di diversi specialisti”.
“I pazienti saranno sottoposti a visita e a risonanza funzionale – prosegue Locatelli -. Subito dopo inizieranno le indagini: diversi prelievi per la valutazione di marcatori precoci che ci diranno cosa si stia danneggiando nelle cellule del loro cervello. Una volta verificato questo, inizieremo la cura e seguiremo i pazienti in tutto ciò che è necessario per convincerli a smettere di drogarsi”.
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Mille sostanze stupefacenti in circolazione
A quali nuove droghe ci riferiamo? Sono 1.050 e riescono a ‘intrappolare’ il 47% dei giovani dai 16 ai 24 anni, il 50% degli adulti dai 30 ai 65 anni, oltre al 3% dei bambini e ragazzi dai 10 ai 15 anni.
“Queste sostanze vengono definite psicoattive perché agiscono sul cervello, oltre che su altre parti dell’organismo – spiega Locatelli – . Sono 20.000 le consulenze, su altrettanti pazienti, richieste al nostro centro antiveleni dal 2010 per problemi relativi a nuove sostanze psicoattive. Ne abbiamo analizzate 1.700: si tratta della la casistica più grande d’Europa”.
Di cosa stiamo parlando? “Troviamo spesso un riproporsi di sostanze che abbiamo già visto, ma che fanno parte della famiglia di nuove droghe – spiega Locatelli -. Il trend dei consumi è elevato per gli stupefacenti contemporanei perché a basso costo, inoltre facilmente reperibili e sperimentabili, con un mercato equivalente, se non superiore a quello della cocaina”.
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La classifica delle super-droghe
Delle nuove sostanze arrivate sul mercato dello sballo, le più utilizzate sono cinque, e sostanzialmente fanno parte di “famiglie” chimiche. “Il primo gruppo è quello delle chetamine e derivati – elenca Locatelli -. Seguono i cannabinoidi sintetici, ad esempio Fubinaca, Apinaca, che si possono fumare sniffare e bere. Alcuni, particolarmente potenti, vengono proposti in forma di francobolli da succhiare. Girano molto nelle carceri. Al terzo posto ci sono i catinoni sintetici, noti come sali da bagno (bath salts), sono droghe di sintesi appartenenti al vasto gruppo delle cosiddette designer drugs, ad esempio Mefedrone, Mdpv. La quarta posizione è occupata dalle metanfetamine (si dosano come anfetamine, le più note sono Shaboo e Yaba), spesso assunte, come la simpamina, dagli studenti per rendere di più. Infine c’è l’Exstasi (metilendiossimetanfetamina), che circola ancora abbondantemente tra i giovani”. La assume il 35% delle persone che usa sostanze stupefacenti. Poi c’è il muscimolo, composto chimico contenuto in natura anche in alcuni funghi che viene ’spacciato’ in cioccolato e caramelle facilmente reperibili nel web. E il Fentanyl? “Anche questo è un grave pericolo che vogliamo evitare – conclude Locatelli -. Il nostro obiettivo è prevenire il disastro che si è verificato negli Usa”.
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Sulle orme della tossicologia clinica
Assodato che la tossicologia clinica in Italia è nata a Pavia, con l’avvio nel 1967 della prima Scuola di specializzazione in Tossicologia e con l’istituzione della Società Italiana di Tossicologia, il Centro antiveleni di Maugeri Pavia si è affermato nel tempo come punto di riferimento nazionale anche nell’ambito delle droghe per la Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento Politiche antidroga e a servizio di tutti gli ospedali del nostro Paese. Per questo è stato scelto per gestire il primo progetto pilota nazionale da Bertolaso.
Che ha sottolineato: “Intervenire sui giovani è priorità assoluta del Welfare di Regione Lombardia -. L’inaugurazione della prima ESOD è un passaggio importante per gestire un problema di una società che sta invecchiando e deve dedicare sé stessa a tutela dei giovani che vivono in questo Paese. Partiamo con l’attuazione di una legge regionale lungimirante sulla gestione delle dipendenze e concretizziamo un progetto trasversale sul territorio, con tutti i soggetti coinvolti in ambito sanitario: istituzioni, università, enti privati convenzionati”.
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L’équipe per le dipendenze
“L’attivazione della prima équipe ospedaliera specializzata per le dipendenze rappresenta un tassello significativo all’interno del progetto sperimentale promosso da Regione Lombardia per lo sviluppo di modelli innovativi per la presa in carico dei giovani con dipendenze da nuove sostanze psicoattive – ha detto Cecconami -. La sperimentazione, affidata ad Ats di Pavia e sostenuta con uno stanziamento regionale di 675mila euro, consente di mettere a sistema competenze specialistiche e percorsi integrati tra ospedale e territorio, rafforzando così la capacità del sistema sanitario di rispondere a bisogni clinici emergenti. Intercettare precocemente situazioni complesse, costruire percorsi terapeutici efficaci e favorire il recupero rappresentano obiettivi prioritari. Il progetto che avviamo oggi va proprio in questa direzione, con l’ambizione di contribuire a un’evoluzione concreta dei percorsi di cura”.
Mentre Iannello ha evidenziato: “Le nuove sostanze psicoattive rappresentano un notevole problema, soprattutto per la penetrazione territoriale, il cui mercato viaggia protetto nel dark web e raggiunge ogni più piccolo centro anonimamente, sotto forme insospettabili. Gli utilizzatori ricercano molteplici effetti dalla loro assunzione che infrangono i normali schemi percettivi e comportamentali”. “Per queste premesse – ha concluso Iannello – Asst rappresenta, attraverso la collaborazione tra gli psicopatologi e i medici delle dipendenze, un valore aggiunto per ESOD”.
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