Diabete, Francesco Giorgino nuovo presidente della società europea
Italia in gran spolvero al congresso europeo dell’Easd, l’Associazione europea per lo studio del diabete. Dopo il Premio Minkowski a Teresa Mezza il nostro paese esprimerà anche il presidente della società europea: è Francesco Giorgino, 61 anni, direttore della Uoc di Endocrinologia e professore ordinario all’università di Bari, che entrerà in carica a gennaio 2026, per due anni.
Il quarto italiano
Giorgino è stato designato dall’assemblea Easd, che riunisce a Vienna circa 13mila delegati da tutto il mondo, e che nei fatti è il più grande congresso al mondo dedicato al diabete. Ed è il quarto italiano a ricoprire il ruolo di presidente dopo Domenico Andreani, Ele Ferrannini e Stefano Del Prato.
Sposato, due figli, amante del mare, Giorgino arriva abbronzato dopo una vacanza al mare nella sua amata Sardegna (lui è pugliese, figlio di Riccardo Giorgino, pioniere della scuola endocrinologica barese) e sorridente per la nomina appena ricevuta.
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La tradizione italiana
“Un onore – premette nei corridoi della Messe dove si sta svolgendo il congresso Easd – e una grande opportunità per il nostro Paese che ha da sempre una grande tradizione in campo diabetologico, sia di ricerca che di clinica. Abbiamo indicatori di patologia con i nostri pazienti che sono tra i migliori al mondo, con la legge 115 abbiamo i centri di diabetologia in tutto il Paese, e questo va certamente difeso. E anzi va migliorata la rete e il sistema e dare seguito a idee come la nostra legge di screening alla nascita di diabete 1 e celiachia che ci viene invidiata dal mondo scientifico: adesso però bisogna passare da una situazione di esperimento pilota a una attuazione compiuta. Abbiamo gli strumenti per arrivare presto a una diagnosi e sappiamo che prima si arriva e meno danni di organo ci saranno”.
Sempre più malati
Se nel nostro Paese Giorgino non vede particolari criticità, non è così dappertutto. “I numeri dei pazienti con diabete aumentano – precisa – sia a livello globale che nella UE, e la sfida è importante. Dobbiamo valorizzare il concetto di malattia complessa e offrire le soluzioni terapeutiche migliori, Oggi affrontiamo il diabete come una malattia complessa, alle competenze tradizionali si sono aggiunti nuovi ambiti: tecnologia, nutrizione, prevenzione del danno cardiovascolare e renale, aspetti cognitivi e riproduttivi. È fondamentale integrare ricerca, clinica e organizzazione dei servizi”.
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