Diabete, rimborsabile in Italia la prima insulina settimanale. Da 365 a 52 iniezioni all’anno

Immaginiamo di dover affrontare ogni giorno una piccola sfida: un’iniezione, sempre presente come un pensiero fisso. Ora immaginiamo di poterla trasformare in un impegno settimanale, liberando sei giorni su sette dalla routine dell’ago. È questo il cambiamento che diventa possibile grazie alla nuova insulina settimanale, approvata dall’Agenzia Italiana del Farmaco. Una piccola grande rivoluzione per chi convive con il diabete di tipo 1 e 2 capace di semplificare la vita e restituire un po’ di libertà.

Grazie all’approvazione di questa nuova tecnologia, infatti, è possibile per i pazienti passare da 365 iniezioni di insulina all’anno a 52. In Italia, vivono circa 4 milioni di persone con diabete e si stima che oltre 1,3 milioni di esse siano in trattamento con insulina basale. Il nostro è il primo paese al mondo a rendere disponibile questa innovazione a carico del Servizio Sanitario Nazionale.

Un passo avanti nella gestione quotidiana

Questa innovazione promette di cambiare radicalmente la vita dei pazienti con diabete di tipo 1 e 2. Ridurre il numero delle iniezioni significa alleggerire il carico psicologico e pratico della gestione del diabete, migliorando l’aderenza alla terapia, semplificando la routine quotidiana. Oggi la terapia insulinica comporta almeno un’iniezione al giorno, con ricadute sulla sfera personale, sociale e lavorativa. Si stima che il 50% dei pazienti ritardi di oltre due anni l’avvio della terapia insulinica.

“L’insulina a somministrazione settimanale – afferma Riccardo Candido, professore associato di Endocrinologia all’Università degli studi di Trieste e presidente nazionale dell’Associazione Medici Diabetologi (AMD) – rappresenta, per le persone con diabete, la prima grande innovazione farmacologica dopo più di un secolo, cioè dalla scoperta dell’insulina stessa, e quindi è una grande opportunità che può consentire un percorso di cura più semplice e più efficace, e quindi, in definitiva, più salute e miglior qualità di vita per le persone con diabete”.

Più tempo per la vita

Passare da 365 iniezioni a 52 significa guadagnare tempo per vivere, non solo per curarsi. E, infatti, la voce dei pazienti è unanime nel manifestare entusiasmo per questa nuova possibilità: “L’introduzione della prima insulina settimanale – sottolinea Manuela Bertaggia, presidente Fand – rappresenta un passo significativo: riducendo le iniezioni annuali da 365 a sole 52, offre una gestione più flessibile della malattia. È una concreta risposta per chi vive il diabete di tipo 1 e 2, può aiutare a migliorare l’aderenza terapeutica e contribuisce a ridurre il carico mentale associato alla malattia cronica”. E Marco Sonnini, consigliere di Diabete Italia Rete Associativa ODV e Presidente della Federazione Toscana Diabete, conferma: “L’insulina settimanale non è solo un passo avanti terapeutico, ma può restituire ai pazienti in terapia insulinica una nuova libertà: la possibilità di pianificare la propria vita quotidiana senza doverla più organizzare in funzione delle molte iniezioni”.

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L’importanza di non ritardare il trattamento

In Italia, un paziente su tre non è ancora trattato con insulina, nonostante valori di HbA1c minore o uguale 9%. In uno studio, oltre il 90% di medici e pazienti ha espresso il desiderio di poter evitare le iniezioni giornaliere. Il ritardo nell’avvio del trattamento insulinico espone, inoltre, a un rischio aumentato di complicanze gravi: infarto (+67%), insufficienza cardiaca (+64%), ictus (+51%), nefropatia (+18%), neuropatia (+8%) e retinopatia (+7%).

“Questi dati – afferma Raffaella Buzzetti, presidente della Società Italiana di Diabetologia (Sid) e Presidente FeSdi – Federazione Società Diabetologiche Italiane – confermano l’importanza della decisione presa dalle Istituzioni. L’Italia si conferma un Paese d’eccellenza nell’accesso alla ricerca e sviluppo, con un’intera comunità scientifica che ha accolto con entusiasmo questa grande novità nel trattamento del diabete. Ora bisogna garantire un accesso equo e veloce a vantaggio di tutte le persone affette da diabete, garantendo inoltre una piena fiducia nel suo utilizzo da parte della classe medica”.

Un miglioramento della qualità di vita

Per chi deve convivere ogni giorno con il diabete, meno iniezioni significano anche meno pensieri legati alla malattia. Questo permette ai pazienti di concentrarsi sulla propria vita, sulla famiglia e sul lavoro, riducendo lo stress e migliorando l’equilibrio psicologico. Ma c’è di più: negli studi clinici di fase 3, l’insulina settimanale ha permesso una riduzione della glicemia (misurata come variazione dell’HbA1c) rispetto all’insulina basale giornaliera favorendo il controllo glicemico nelle persone con diabete di tipo 2.

“La riduzione della frequenza delle iniezioni da giornaliera a settimanale, semplificando il trattamento, permette di migliorare l’aderenza terapeutica, consentendo in definitiva un migliore controllo glicemico con un basso rischio di ipoglicemie. Inoltre, il vantaggio sarà anche per i medici prescrittori, che più facilmente supereranno la barriera psicologica di iniziare il trattamento insulinico, riducendo in modo significativo l’inerzia terapeutica”, spiega Candido.

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Benefici anche per l’ambiente

Oltre a migliorare la qualità della vita, l’uso dell’insulina settimanale ha un impatto positivo anche sull’ambiente. Riducendo il numero di dispositivi di somministrazione, si contribuisce, infatti, a un minor consumo di materiali e a una riduzione delle emissioni di CO2. L’impatto clinico, organizzativo, economico e ambientale dell’insulina settimanale è stato analizzato nel report di Health Technology Assessment condotto da Altems Advisory, spin-off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, e pubblicato sull’Italian Journal of Public Health.

“L’Health Technology Assessment ha preso in esame non solo l’efficacia clinica, ma anche l’impatto organizzativo, economico e ambientale dell’insulina icodec nel contesto del Servizio Sanitario Nazionale – afferma Eugenio Di Brino, Ricercatore, Co-founder & Partner di Altems. “I dati evidenziano non solo una concreta opportunità di miglioramento della qualità di vita delle persone con diabete, ma anche un impatto positivo sulla dimensione ambientale, grazie alla riduzione del numero di dispositivi di somministrazione, di conseguenza delle riduzioni delle emissioni di CO2. L’insulina settimanale introduce, infatti, un beneficio ambientale misurabile, sempre più rilevante nelle scelte sanitarie di lungo periodo”.

Che cos’è e come funziona l’insulina basale settimanale

L’insulina basale settimanale, messa a punto da Novo Nordisk, è un analogo basale dell’insulina progettato per coprire le necessità di insulina basale per un’intera settimana con un’unica iniezione sottocutanea. È stata studiata per il trattamento del diabete di tipo 2 e di tipo 1 nel programma di studi clinici Onwards. La molecola dell’insulina basale settimanale è stata ingegnerizzata modificando la struttura dell’insulina umana in modo da ottenere un’emivita di circa una settimana. L’insulina basale settimanale si presenta in una formulazione U700, cioè come 700 unità di insulina presenti in 1 ml di soluzione, e ciò garantisce che il volume di soluzione sia simile a quello dell’insulina basale quotidiana. È progettata per essere somministrata per via sottocutanea una volta alla settimana con una penna preriempita. Per diffondere informazioni sull’importanza della qualità di vita e dell’innovazione nel diabete sta per partire anche la campagna social ‘Long Story Short’ realizzata in collaborazione con Fand.

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