Diana, la cabina per il check up che esegue 60 esami in 15 minuti

Si chiama Diana (acronimo di Diagnostica intelligente per analisi non invasiva), è italiana e sarà in grado di eseguire più di 60 esami in soli 15 minuti: un catalizzatore per la medicina personalizzata, rapida, efficiente e a costo contenuto. Il prototipo di questa cabina – un concentrato di tecnologie all’avanguardia – sarà pronto per la fine di giugno 2025 e verrà utilizzato presso il Centro nazionale Rna & Gene therapy per monitorare pazienti sottoposti a terapie geniche e farmacologiche avanzate.

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Tutto in uno

Una sorta di grossa capsula, con una poltrona comoda all’interno e intorno tanti schermi e sensori: tutti gli strumenti per eseguire test (per esempio l’attività encefalica e cardiaca, quella muscolare, la capacità polmonare, ma anche la composizione corporea ed esami ematici) in un unico posto. L’intento è quello di ottenere un quadro completo e personalizzato dello stato di salute di una persona contenendo i tempi e i costi. Sì, perché per fare gli oltre 60 esami inclusi nelle potenzialità di Diana servirebbero di norma molti mesi e si spenderebbero oltre 3mila euro. Sfruttando Diana, invece, secondo gli ideatori (cioè Antares Vision Group e Isinnova), ci si impiegherebbero solo 15 minuti per un costo che si aggirerebbe attorno ai 500 euro.

Diana non si sostituirà ai medici, ma dovrebbe velocizzare il lavoro dei professionisti della sanità. Grazie alla sua piattaforma di raccolta dati integrata, promette di velocizzare il processo di acquisizione e integrazione delle informazioni, facilitando anche la condivisione tra contesti distanti e remoti.

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Non solo diagnostica

Diana potrebbe rappresentare un cambio di paradigma. Come riferiscono da Isinnova, infatti, l’intenzione è quella di creare un hub versatile, di cui siano disponibili nel tempo più versioni per impieghi diversi. Per questo al progetto partecipa anche la Fondazione Centro Nazionale per lo sviluppo di terapia genica e farmaci con tecnologia a Rna. “Le potenzialità di Diana abbinate ai protocolli di terapia genica possono aiutarci a monitorare in tempo reale l’efficacia dei farmaci con tecnologia a Rna che come Centro nazionale di ricerca stiamo sviluppando – ha spiegato Rosario Rizzuto, presidente della Fondazione -. Supportare una tecnologia come quella di Diana significa accorciare i tempi di ricerca, semplificare i passaggi diagnostici, ma soprattutto trovare delle cure sempre più precise e sostenibili”.

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