Frutta, verdura e cibi integrali: ecco l’alimentazione che protegge cuore e coronarie

La placca dell’aterosclerosi lungo le arterie coronariche, si sa, può provocare un infarto quando si rompe. In questo senso, le lesioni non sono tutte uguali. Ci sono grumi sulla parete arteriosa che più facilmente, complice anche il colesterolo LDL, si possono rompere. Sono quelle caratterizzati da una struttura instabile, che si deteriora facilmente, o comunque ad alto rischio di rottura. Per la prevenzione della formazione di queste placche aterosclerotiche pericolose, qualcosa si può fare anche a tavola. Seguendo ovviamente i dettami dell’alimentazione mediterranea, ma con una particolare attenzione al consumo di fibre alimentari.

Secondo uno studio pubblicato su Cardiovascular Research e condotto da esperti dell’Università di Lund, infatti, ci sarebbe un’associazione tra un basso consumo di fibre e la presenza di lesioni che più facilmente potrebbero determinare un’ischemia, e quindi un infarto. La ricerca, quindi, collega il modello alimentare alla composizione delle placche, quindi alla loro potenziale pericolosità.

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Sotto esame arterie e abitudini

Lo studio è stato coordinato da Isabel Goncalves, docente di Cardiologia presso l’ateneo svedese (primo nome Ingrid Larsson dell’Università di Göteborg). Sono stati valutati i dati di 24.097 persone di età compresa tra 50 e 64 anni, che hanno partecipato alla rilevazione di popolazione SCAPIS. Tutti i soggetti hanno compilato un questionario sulle abitudini alimentari e per valutare il legame tra dieta e salute cardiaca, i ricercatori hanno utilizzato un indice dietetico. Di cosa si tratta? Sostanzialmente di una valutazione di modelli alimentari con punteggi elevati per l’assunzione regolare di alimenti ricchi di cereali integrali e fibre, verdura, frutta, noci e oli vegetali. Valutazioni basse vengono invece attribuite in caso di assunzione regolare di carne rossa, patatine e bevande zuccherate. Inoltre, è stata eseguita su tutti i partecipanti una tomografia computerizzata (TC), che può rivelare i primi segni di depositi di grasso o placche aterosclerotiche nelle arterie del cuore. Risultato: modelli alimentari meno sani si associano a una una maggiore prevalenza di aterosclerosi. Ma andando a valutare la salute delle coronarie, tra le 8.344 persone che non mangiavano propriamente “bene” il 44% ha mostrato qualche forma di alterazione dei vasi, contro il 36% nel gruppo (6.139 persone) che seguiva la dieta più sana. Ancora: alterazioni gravi, come il restringimento delle arterie coronarie di almeno il 50% e la presenza di placche ad alto rischio, erano 1,6 volte più comuni tra coloro che avevano abitudini a tavola non proprio salutari.

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L’alimentazione e i fattori di rischio

Detto che i partecipanti non presentavano sintomi di malattie cardiovascolari all’inizio dello studio né avevano avuto una diagnosi in questo senso, ciò che stupisce è il potenziale impatto della variabile “fibre” sulla salute dei vasi. La dieta, sia in senso protettivo che non, è infatti risultata correlata all’aspetto delle placche nelle arterie, riflettendone la composizione.

“Quando abbiamo abbinato le immagini delle coronarie dei soggetti con le loro abitudini alimentari, non solo abbiamo potuto constatare l’esistenza di un’associazione tra le abitudini alimentari e la presenza di placche nelle arterie coronarie, ma anche che la composizione delle placche, e la loro pericolosità, è correlata alla dieta – segnala in una nota Goncalves”. Attenzione: secondo lo studio il meccanismo attraverso cui si potrebbe spiegare questa “associazione pericolosa” tra alimentazione è introito di fibre con i cibi passa attraverso un’alterazione del profilo di rischio del soggetto, Infatti, una volta corretti i dati, si è visto che l’associazione tra abitudini alimentari e aterosclerosi è mediata da obesità addominale, ipertensione e alti livelli di trigliceridi, ovvero elementi che possono in qualche modo essere legati anche all’alimentazione.

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Puntare sulla dieta varia

Gli stessi esperti segnalano che non bisogna pensare ad un solo alimento in grado di influenzare il benessere, ma piuttosto ad un insieme di cibi che creano un modello alimentare. In questo senso una dieta con più verdura, frutta, cereali integrali, alimenti ricchi di fibre, frutta secca, latticini magri, olio extravergine d’oliva può essere d’aiuto, secondo il modello mediterraneo.

“Il risultato di questo studio focalizzato sulla composizione di placca dimostra il beneficio del consumo di fibre sul rischio cardiovascolare, probabilmente mediato da diversi fattori: la riduzione dell’assorbimento degli zuccheri e dei grassi con conseguente riduzione della glicemia e delle lipoproteine circolanti, l’aumento del senso di sazietà che favorisce il controllo del peso corporeo, il miglioramento della composizione del microbiota intestinale e la riduzione dell’infiammazione subclinica che gioca un ruolo fondamentale sulla destabilizzazione della lesione – è il commento di Livia Pisciotta, Ordinaria di di Scienze dell’Alimentazione e delle tecniche dietetiche applicate presso l’Università di Genova”.

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