Ictus criptogenetico o di origine ignota, cos’è e cosa può causarlo

Alla fine, il risultato non cambia. L’ictus porta alla sofferenza dei neuroni, legata all’ischemia ed è tempo-dipendente. Prima si arriva con i soccorsi e il ricovero, tanto maggiori sono le possibilità di recupero dopo l’insulto vascolare. Ma è comunque basilare capire quali possono essere state i meccanismi che hanno generato la crisi vascolare.

La lesione può infatti essere causata in primo luogo dalla chiusura di un vaso arterioso e in questo caso si parla di ictus ischemico: più o meno le lesioni cerebrali hanno questa origine in circa quattro casi su cinque. L’ictus emorragico, invece si manifesta più o meno nel 15 per cento dei casi ed è legato alla rottura delle pareti di un’arteria che quindi perde sangue e va a comprimere il tessuto cerebrale. Tra le cause possono esserci un drastico aumento della pressione, che porta i vasi a rompersi, oppure la rottura di un aneurisma, cioè di una dilatazione patologica della parete arteriosa spesso nemmeno percepibili.

Ci sono poi casi in cui si creano le cosiddette emorragie subaracnoidee, con il sangue che si accumula tra il cervello e il suo rivestimento esterno. Detto questo, trovare il vero “colpevole” dell’ictus non è sempre agevole. Tanto che gli esperti parlano di ictus “criptogenetico” o di origine misteriosa. Cosa può esserci dietro questa lesione?

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Il ruolo delle anomalie cardiache

“Un ictus criptogenetico può avere tanti indiziati e, non di rado, finire con nessun colpevole – commenta Francesco Prati, Presidente della Fondazione Centro per la Lotta contro l’Infarto e Direttore Dipartimento Cardio-toraco-vascolare, Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma, in occasione del convegno “Conoscere e curare il cuore” tenutosi a Firenze. Le Linee Guida dell’American Heart Association e dell’American Stroke Association per la prevenzione dell’ictus in pazienti reduci da un ictus o TIA definiscono l’ictus criptogenetico come un ictus confermato e dimostratamente di origine ignota dopo aver effettuato almeno un imaging accurato, un ecocardiogramma, un monitoraggio prolungato del ritmo cardiaco e gli esami di laboratorio chiave, quali il profilo lipidico e l’emoglobina glicosilata”.

Detto questo, uno dei primi passaggi per studiare la situazione è la ricerca della pervietà del forame ovale, ovvero della presenza di un condotto anomalo che collega l’atrio destro e l’atrio sinistro del cuore, creando potenziali “turbolenze” nella circolazione. Le stime dicono che circa metà degli ictus di origine ignota potrebbero essere legati ad embolie a partenza dal cuore. E che la prevalenza della pervietà del forame ovale in questi casi sia pari a circa il 25%.

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Aritmie e non solo

La fibrillazione atriale, la più comune aritmia cardiaca la cui incidenza aumenta con l’età, aumenta fino a cinque volte il rischio di andare incontro ad un ictus. Ma a volte il quadro non è chiaro, tanto che un’aritmia di questo tipo, se parossistica od occulta, può diventare causa di ictus criptogenetico. “In una serie consecutiva di 127 pazienti italiani con ictus criptogenetico di origine cardioembolica, ma con natura ignota del cardioembolismo all’atto della diagnosi di ictus, il 26% risultava essere affetto da episodi occulti di fibrillazione atriale parossistica evidenziata dal loop recorder impiantabile – segnala Prati”.

Fattori predittivi di fibrillazione atriale occulta come causa di un ictus criptogenetico di natura cardioembolica sono l’età avanzata, il diabete mellito, la dilatazione dell’atrio sinistro, l’obesità, l’elevazione di valori nel sangue NT-pro-BNP o della troponina T. ancora. Anche uno stato di trombofilia, ovvero di un’alterazione nel processo di coagulazione del sangue, potrebbe entrare in gioco nella genesi di un ictus senza causa chiara. Questa condizione può essere legata ad azione alla presenza di eccesso di omocisteina nel sangue o di mutazioni nel fattore V della coagulazione e va sempre esplorata in caso di ictus.

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Patologie delle arterie e tumori

A volte patologie della parete delle arterie, anche a distanza, possono dare il via ad un ictus senza una causa apparente. Può accadere ad esempio in presenza di lesioni aterosclerotiche della parte iniziale dell’aorta, subito dopo l’uscita del sangue dal cuore, o per una dissezione – o dissecazione – dell’arteria carotide o della vertebrale. Soprattutto nei giovani questa rara situazione può essere causa di ictus criptogenetico. Dietro a questo danno della parete arteriosa possono esserci patologie congenite o acquisite, come malattie del collagene o altro. A volte poi incidono anche le vasculiti con possibile origine infettiva o neoplastica, ma soprattutto mediata dalla risposta immunitario.

Capitolo oncologico: a volte i tumori del cuore possono determinare dal 15 al 50% dei casi neurologici acuti, legati più spesso ad ictus ischemico o a emorragie intracraniche. E non va dimenticato che i tumori in generale possono determinare una condizione di trombofilia. Insomma. ci vuole attenzione, anche sul fronte della circolazione.

“L’ictus criptogenetico è tutt’altro che raro e deve essere diagnosticato, senza nascondersi dietro a diagnosi che possano sembrare più facili e credibili perché più comuni – conclude Prati, ricordando l’importanza di attribuire una causa a queste condizioni e a ridurne l’impatto, anche considerando che l’ictus può manifestarsi anche nei giovani, con esiti invalidanti”.

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