L’Intelligenza Artificiale è una soluzione se non è in mano ai grandi colossi
L’Intelligenza Artificiale si è ormai imposta come una delle tecnologie più rivoluzionarie, con applicazioni che spaziano dalla medicina alla sostenibilità ambientale, fino alla sicurezza alimentare. Parallelamente, il paradigma One Health, che riconosce l’interconnessione tra la salute umana, animale e ambientale, sta guadagnando sempre più attenzione.
Il ruolo dell’Intelligenza Artificiale
L’approccio One Health nasce dalla consapevolezza che le sfide globali – dalle pandemie ai cambiamenti climatici – richiedono soluzioni interdisciplinari. L’Intelligenza Artificiale può potenziare questo paradigma grazie alla sua capacità di analizzare enormi quantità di dati, individuare “pattern” e migliorare la capacità predittiva di modelli epidemiologici e ambientali.
Per esempio, gli algoritmi avanzati possono monitorare le zoonosi, come quella del Covid-19 dai pipistrelli all’uomo, prevedere la diffusione di nuove epidemie e migliorare la sicurezza alimentare, ottimizzando l’agricoltura. In campo medico, le reti neurali accelerano la scoperta di farmaci e migliorano la diagnostica. Tuttavia, questo ruolo di abilitatore non esaurisce l’impatto dell’Intelligenza Artificiale.
Attenzione al ‘digital spillover’
Infatti, se One Health è tradizionalmente concepito come un tavolo con tre gambe – la salute umana, animale e ambientale – oggi dobbiamo aggiungerne una quarta: la salute del digitale e delle sue Intelligenze Artificiali. Come simulacri della realtà, queste non sono soltanto copie sofisticate del mondo naturale, ma entità che possono avere impatti autonomi, spesso imprevedibili, e generare “spillover” dal mondo digitale alla realtà biologica e sociale.
Un esempio di “digital spillover” si è verificato a causa dell’uso dell’IA nei mercati finanziari. Il 6 maggio 2010, i mercati finanziari statunitensi furono scossi da un evento senza precedenti: il cosiddetto “Flash Crash”. In pochi minuti, il Dow Jones perse quasi il 9 per cento del suo valore, causando miliardi di dollari di perdite, per poi recuperare gran parte della perdita nello stesso giorno. L’azione incontrollata di algoritmi di trading ad alta frequenza, alimentati da Intelligenze Artificiali capaci di eseguire migliaia di operazioni al secondo era stata l’origine di questo evento. Investitori, aziende e risparmiatori videro volatilizzarsi enormi quantità di denaro in pochi minuti, generando panico, sfiducia nei mercati, danni sociali e e danni alla salute di molte persone.
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Il rischio di amplicare instabilità e rischi sistemici
Il caso del “Flash Crash” mostra che l’IA non è soltanto un “abilitatore neutrale”, ma un’entità che può amplificare instabilità e rischi sistemici. Integrare la dimensione digitale in One Health significa riconoscere che la salute del nostro ecosistema globale dipende anche dalla gestione delle tecnologie intelligenti, riducendo gli spillover e garantendo un equilibrio tra l’innovazione e la sicurezza collettiva.
Intelligenza Artificiale e salute mentale
Un altro aspetto critico riguarda l’Intelligenza Artificiale e la salute mentale. Gli algoritmi dei social media, ottimizzati per massimizzare l’engagement, hanno generato un’escalation di ansia e depressione, soprattutto nei giovani. Questo non è solo un problema psicologico individuale, ma una vera e propria crisi sanitaria globale, che dovrebbe essere considerata all’interno del paradigma One Health.
Se l’Intelligenza Artificiale è una dimensione autonoma di One Health, allora la sua gestione non può essere lasciata esclusivamente nelle mani di pochi attori privati. Il mercato dell’IA è oggi dominato da pochi giganti tecnologici, come Google, Microsoft, Meta, X e OpenAI, che possiedono gli algoritmi più avanzati e le risorse computazionali necessarie per il loro funzionamento. Questa concentrazione di potere genera due problemi principali.
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Il divario tecnologico tra paesi ricchi e poveri
Il primo è l’accessibilità: se solo poche aziende controllano l’IA, il divario tecnologico tra Paesi ricchi e poveri rischia di aumentare. Il secondo problema è la trasparenza: molti modelli di IA sono opachi e inaccessibili a terzi, rendendo difficile verificare l’affidabilità delle loro previsioni e decisioni.
L’impatto ambientale
Infine, un’altra criticità spesso trascurata è l’impatto ambientale dell’Intelligenza Artificiale. L’addestramento di una IA come Chat-Gpt può consumare energia come migliaia di abitazioni in un anno.
Governare l’AI se vogliamo che sia strumento di progresso
Se accettiamo che il digitale è ormai una dimensione autonoma del paradigma One Health, allora dobbiamo trattare i modelli di Intelligenza Artificiale non soltanto come strumenti, ma come veri e propri agenti che possono generare rischi sanitari e sociali. Proprio come regoliamo le malattie infettive per evitare pandemie, dovremmo pensare a strategie di mitigazione per gli effetti negativi dell’IA sul benessere umano ed ecologico. Per garantire che l’IA sia uno strumento di progresso collettivo è quindi necessario un nuovo approccio alla sua “governance”.
Regolamentare i monopoli, migliorare la trasparenza e ridurre il suo impatto ambientale sono passi fondamentali per integrare l’Intelligenza Artificiale in One Health senza compromettere il nostro futuro. Solo riconoscendola come una quarta gamba del tavolo One Health potremo costruire un equilibrio sostenibile tra il mondo naturale e il mondo digitale.
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