Milioni di bambini a rischio per il calo delle vaccinazioni a livello mondiale

Grazie alle vaccinazioni, in particolare al Programma Essenziale di Immunizzazione (Epi), lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) nel 1974, fra il 1974 e il 2024 sono stati salvati circa 154 milioni di bambini. Le vaccinazioni infantili sono considerate una delle strategie di salute pubblica più efficaci ed economiche, con un ritorno sull’investimento stimato che può arrivare a 44 volte il costo della vaccinazione. Eppure, sebbene questo successo sia sotto gli occhi di tutti, il rischio ora è quello di tornare indietro. E lasciare milioni di bambini in balia di malattie che, se non prevenute con la vaccinazione, possono portarli alla morte.

È questo l’allarme che si alza dalle pagine di The Lancet che pubblica la fotografia dell’adesione alla vaccinazione a livello mondiale che emerge dal Global Burden of Disease Study del 2023. A partire da questi dati gli autori disegnano anche gli scenari futuri.

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Inversione di tendenza

Tra il 2010 e il 2019, i progressi nella copertura vaccinale hanno subito un rallentamento o addirittura un’inversione in molte aree. Ad esempio, la copertura per i vaccini distribuiti dall’Epi, come la prima e la terza dose di difterite, tetano e pertosse (Dtp1 e Dtp3), la prima dose contro il morbillo (Mcv1) e la terza dose contro la poliomielite (Pol3), è diminuita in numerosi paesi, con i cali maggiori osservati in America Latina e nei Caraibi.

Impatto della pandemia sulle vaccinazioni

Come se il calo registrato prima del 2019 non fosse già preoccupante è arrivata la pandemia che ha peggiorato la situazione causando un forte calo delle coperture vaccinali globali a partire dal 2020. Una situazione che ancora nel 2023 non era stata compensata: si stima che tra il 2020 e il 2023, la pandemia di Covid-19 abbia causato la mancata vaccinazione di decine di milioni di bambini con le dosi di routine, inclusi 12,8 milioni di bambini “zero-dose”, piccoli cioè che non hanno ricevuto alcuna dose di difterite, tetano e pertosse. Il numero globale di bambini zero-dose è salito a un picco di 18,6 milioni nel 2021, scendendo a 15,7 milioni nel 2023, ma rimanendo comunque superiore ai 14,7 milioni del 2019. Anche la diffusione dei vaccini più recenti, come quelli contro la malattia pneumococcica (Pcv3) e il rotavirus (RotaC), ha subito un rallentamento.

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I paesi che vaccinano di meno

Nonostante la riduzione complessiva dei bambini zero-dose dal 1980, ci sono ancora luoghi del mondo dove l’accesso alle vaccinazioni è molto difficile. A partire dal 2023, più del 50% dei 15,7 milioni di bambini zero-dose a livello globale risiede in soli otto paesi: Nigeria, India, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Somalia, Sudan, Indonesia e Brasile. Le regioni dell’Africa subsahariana e dell’Asia meridionale affrontano le sfide maggiori, con l’Africa subsahariana che ospita oltre il 52,6% dei bambini zero-dose globali. Il Sudan, per esempio, ha visto quasi dimezzare la sua copertura Dtp1 a causa della guerra civile.

Gli obiettivi per il 2030

Con il documento chiamato Immunization Act, l’Oms ha stabilito obiettivi ambiziosi per migliorare la copertura vaccinale globale. Come dimezzare il numero di bambini zero-dose rispetto ai livelli del 2019, portandolo a 7,35 milioni entro il 2030; raggiungere il 90% di copertura globale per alcuni vaccini considerati fondamentali per tutto il corso della vita, come Dtp3, Pcv3, la seconda dose del vaccino contro il morbillo (Mcv2), e il vaccino contro Hpv. Obiettivi che oggi, alla luce dei tagli ai finanziamenti Usa per Gavi e Oms, sembrano ancora più difficili da raggiungere. E qui scatta la preoccupazione degli esperti: le riduzioni dei finanziamenti globali per le immunizzazioni non solo colpiranno in modo sproporzionato i paesi a basso e medio reddito, ma aumenteranno anche il rischio di epidemie nei paesi ad alto reddito.

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