Occhio pigro: cosa si può fare dopo i 50 anni e perché le lenti progressive a volte non funzionano

Vista sfocata, difficoltà di lettura, scarsa percezione della profondità: sono alcuni dei sintomi legati all’occhio pigro, o ambliopia, un disturbo dello sviluppo visivo che si manifesta in età pediatrica ma che può avere ripercussioni anche da adulti. L’ambliopia si verifica quando uno dei due occhi non sviluppa una visione normale, spesso a causa di strabismo, differenze di refrazione tra i due occhi o altri ostacoli visivi.

Ma cosa succede se il problema non viene corretto da piccoli? Esistono soluzioni in età adulta? E come si conciliano miopia, presbiopia e l’uso delle lenti progressive in chi ha un occhio pigro? A chiederlo è una lettrice a cui risponde Maria Cristina Savastano, Coordinatrice della ricerca clinica presso il Dipartimento di Neuroscienze, Organi di Senso e Torace, Uoc di Oculistica della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs, Università Cattolica del Sacro Cuore.

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Domanda. Vorrei sapere se per l’occhio pigro si può fare qualcosa. So che per questo problema si deve intervenire da piccoli ma per chi come me non l’ha fatto, c’è una soluzione? Ho 58 anni ed ho sia un problema di miopia che di lettura da vicino. Circa 30 anni fa ho effettuato il laser per la correzione della miopia che però da qualche anno si è ripresentata. Tra l’altro mi sconsigliano le lenti progressive. Grazie

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Risposta. L’occhio pigro, in termini tecnici “ambliopia”, è un disturbo dello sviluppo visivo che si manifesta quando un occhio non riesce a raggiungere una normale acuità visiva, anche con la migliore correzione ottica. Si manifesta e si sviluppa in età pediatrica e può avere diverse cause come lo strabismo, l’anisometropia (cioè differente refrazione tra i due occhi) o da ostacoli alla visione come cataratta congenita. Spesso l’occhio pigro è asintomatico, perché il cervello sopprime l’immagine dell’occhio più debole. La diagnosi di occhio ambliope viene effettuata tramite visita oculistica, già in età pediatrica, idealmente entro i 3-5 anni, quando il sistema visivo è ancora plastico e modificabile. Oltre i 6-7 anni si interrompe l’età plastica e il difetto visivo non riesce ad essere modificato in maniera completa. Nel paziente adulto, come nel suo caso, l’ambliopia è difficile da trattare, perché la plasticità cerebrale si riduce con l’età. Tuttavia, in alcuni casi si può avere un miglioramento con lenti personalizzate. Alla sua domanda di progressione miopica dopo intervento laser rifrattivo, bisogna sottolineare che purtroppo la miopia può continuare a progredire anche dopo il trattamento laser di correzione. L’intervento di chirurgia rifrattiva, inoltre, corregge il difetto per lontano mentre la presbiopia (difetto per vicino e legato a difetto di accomodazione del cristallino naturale) continua a progredire con l’età.

Pertanto, entrambi i difetti visivi (progressione della miopia e della presbiopia) andranno gestiti con correzioni adeguate. Le lenti progressive possono dare fastidi nei soggetti con ambliopia perché richiedono un buon equilibrio tra i due occhi per funzionare correttamente. Chi ha un occhio pigro spesso non utilizza i due occhi in modo coordinato. Le lenti progressive funzionano al meglio quando entrambi gli occhi collaborano per adattarsi alle diverse zone della lente (lontano, intermedio, vicino). Se un occhio lavora meno, il cervello può avere difficoltà a interpretare correttamente le immagini provenienti dalle diverse aree delle lenti. Inoltre, l’utilizzo delle lenti progressive richiede un periodo di adattamento, durante il quale si impara a muovere la testa (e non solo gli occhi) per guardare attraverso la zona corretta della lente. Chi ha ambliopia può trovare questo passaggio più complesso, avvertendo distorsioni o instabilità visiva, soprattutto nelle zone periferiche delle lenti. Per questi motivi, in presenza di ambliopia, si preferiscono a volte soluzioni ottiche più semplici e personalizzate, come occhiali con doppia lente (bifocali) o occhiali da lettura dedicati.

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