Palpitazioni, come si creano e cosa fare in caso di fibrillazione atriale
Il cuore che batte in gola. Capita, in caso di forte emozione come quando ci troviamo di fronte la persona amata. O magari dopo una corsa. O ancora se esageriamo con i caffè. Ma si tratta comunque di fenomeni occasionali. La situazione cambia se questi battiti accelerati o magari irregolari, che portano alla sensazione di sentire una sorta di “sfarfallio” nel petto, compaiono senza stimoli esterni, come farmaci, emozioni, eccesso di caffè o fumo, malattie. Insomma, in certe situazioni le palpitazioni debbono mettere in guardia, specie se si ripetono o si manifestano di continuo sganciandosi da ansia, problemi tiroidei, variazioni ormonali significative nella donna. Studiare questi fenomeni diventa quindi fondamentale ed occorre affidarsi al cardiologo, anche per scoprire eventuali aritmie, prima tra tutte la fibrillazione atriale. “Esistono aritmie “benigne” che pur causando sintomi fastidiosi non sono pericolose ed altre dalle quali possono derivare conseguenze dannose se non trattate adeguatamente – segnala Ferdinando Varbella, Direttore della Cardiologia presso l’Ospedale di Rivoli e membro del comitato scientifico di “Change in Cardiology 2025”, in programma a Torino dal 10 aprile”.
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L’energia per curare la fibrillazione atriale
Le stime dicono che una persona su quattro dovrà fare i conti con questa aritmia nel corso della vita. E le palpitazioni irregolari, con i battiti che aumentano senza motivo, sono uno dei segnali che debbono mettere in guardia. “Se non riconosciuta o trascurata la fibrillazione atriale può portare a gravi conseguenze come aumento del rischio di ictus, riduzione della qualità di vita, declino cognitivo, scompenso cardiaco, peggiorando il tasso di mortalità – commenta l’esperto. Per questo occorre una diagnosi precoce per massimizzare l’efficacia delle cure e ridurre i rischi”.
Oltre al trattamento medico, mirato a mantenere il sangue opportunamente “fluido” per ridurre il rischio di trombosi e all’impiego di farmaci che aiutino a controllare l’aritmia, e a trattamenti come la cardioversione, negli ultimi anni sono chiaramente emersi i vantaggi dell’ablazione transcatetere, procedura mini-invasiva che elimina le piccole aree del cuore responsabili del battito irregolare. “Questa può essere effettuate con l’utilizzo di energia “calda” come per la radiofrequenza e la crioenergia (energia fredda): possono essere possibili rare, ma rilevanti complicanze a causa del danneggiamento termico di strutture adiacenti al cuore – fa sapere Varbella”.
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Il ruolo dell’elettroporazione
Negli ultimi tempi, per controllare la fibrillazione atriale e la sintomatologia legata alle palpitazioni, si sta diffondendo l’impiego dell’elettroporazione che si è rivelata valida sia per efficacia che per sicurezza. si sta dimostrando parimenti efficace e particolarmente più sicura. “Questa procedura, infatti, utilizza impulsi elettrici rapidi e intensi per eliminare il tessuto cardiaco anomalo, con minimi rischi per il paziente in quanto è selettiva per il tessuto cardiaco, senza coinvolgimento delle strutture ad esso vicine – conclude l’esperto. Abbiamo ottenuto un ulteriore progresso grazie all’integrazione, per la prima volta, tra elettroporazione e mappaggio elettroanatomico, una sorta di “guida satellitare” che permette di creare una mappa tridimensionale dettagliata dell’atrio sinistro, la camera cardiaca dove ha origine la fibrillazione atriale. Grazie a questa mappa, il cardiologo può individuare con estrema precisione i circuiti elettrici responsabili dell’aritmia e guidare il catetere di ablazione direttamente sui punti critici”. Messaggio finale. La tecnologia ci offrirà strumenti sempre più sofisticati. Ma in caso di palpitazioni non dormiteci sopra. E affidatevi allo specialista.
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Come si può riconoscere la fibrillazione atriale
Le palpitazioni sono uno dei segni più classici della fibrillazione atriale. In alcune persone può essere questa sensazione soggettiva a far sospettare un’aritmia, con la presenza della pulsazione cardiaca percepita nel petto. Ma attenzione. Se invece i battiti cardiaci non sono troppo lenti né troppo veloci, è possibile che non si avverta alcun fastidio. In questi casi, il medico o lo stesso paziente possono rendersi conto della fibrillazione atriale solo per caso, avvertendo l’irregolarità dei battiti al polso. Ad ogni buon conto, la frequenza ventricolare in questa aritmia può variare ampiamente, rallentando nettamente o accelerando di molto. Il disturbo soggettivo è maggiore se il numero dei battiti al minuto è molto basso oppure molto alto. In questi casi oltre alle palpitazioni il paziente può avvertire affaticamento, mancanza di respiro durante gli sforzi e, in casi eccezionali, può perdere conoscenza ovvero andare incontro ad una sincope. La fibrillazione atriale può comparire sia in un paziente già cardiopatico sia in un soggetto dal cuore sano. In generale i disturbi saranno tanto maggiori quanto più grave sarà la malattia concomitante. A volte, la fibrillazione atriale scompare da sola senza alcuna terapia: nonostante ciò, attendere senza far nulla non è considerata una buona scelta, perché intervenire in ritardo può esporre a rischi e rendere più difficili le cure.
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