Retinopatia diabetica: scoperta la proteina che scatena la cecità prima dei sintomi

Per milioni di persone con diabete, la perdita della vista non è una possibilità remota: è una minaccia reale, silenziosa, che può colpire anche quando ancora non ci si accorge di nulla. La retinopatia diabetica è una delle complicanze più comuni e temute della malattia: arriva senza fare rumore, spesso quando è già troppo tardi per fermarla. Ma oggi, per la prima volta, c’è una speranza concreta di fermare il danno prima che inizi.

Un team di ricercatori dello University College of London (Ucl) ha individuato il meccanismo che scatena la retinopatia nella sua fase più precoce. E ha sviluppato un farmaco in grado di bloccarlo. Significa, in prospettiva, evitare la cecità anziché curarla. Una scoperta che potrebbe cambiare la vita a milioni di persone nel mondo.

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Diabete e retinopatia

La retinopatia diabetica colpisce sia chi soffre di diabete di tipo 1 che di tipo 2. In Italia, oltre un milione di persone con diabete mellito soffre di Retinopatia Diabetica (RD), la principale causa di cecità negli adulti in età lavorativa. Attualmente viene trattata solo dopo l’insorgenza dei sintomi – come visione offuscata o distorta – momento in cui il danno è già in gran parte irreversibile. Le terapie disponibili oggi, che agiscono su un’altra proteina (VEGF), funzionano solo per circa il 50% dei pazienti e raramente riescono a invertire i danni già presenti.

“Quasi un terzo degli adulti con diabete mostra segni di retinopatia. È una delle complicanze più temute”, ha commentato Faye Riley, responsabile della comunicazione scientifica di Diabetes UK. “Questa ricerca, identificando la causa iniziale del danno e suggerendo una nuova strada terapeutica, offre una speranza concreta per proteggere la vista di milioni di persone nel mondo”.

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Il ruolo della proteina LRG1

Lo studio, pubblicato su Science Translational Medicine, rivela che una proteina chiamata LRG1 ha un ruolo critico nell’innescare il danno iniziale alla retina dopo l’insorgenza del diabete. Questa proteina induce un’eccessiva costrizione delle cellule che avvolgono i capillari oculari, compromettendo l’afflusso di ossigeno alla retina e creando le condizioni per danni visivi a lungo termine. Bloccando l’attività della proteina LRG1 in modelli murini di diabete, i ricercatori sono riusciti a prevenire questo danno precoce e a preservare la funzionalità dell’occhio.

“La nostra scoperta dimostra che la retinopatia diabetica comincia prima di quanto pensassimo e che LRG1 è un attore chiave in questa fase iniziale. Colpendo questa proteina potremmo proteggere la vista prima che si verifichino danni gravi, prevenendo la cecità invece di limitarsi a trattarla”, spiega Giulia De Rossi, Senior Research Fellow presso lo University College of London e titolare della borsa di studio RD Lawrence di Diabetes UK.

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La sperimentazione di un farmaco mirato

Questa nuova ricerca dimostra che LRG1 provoca danni oculari in una fase molto più precoce rispetto a VEGF, rendendola un bersaglio terapeutico molto promettente. Una terapia che ne blocchi l’attività potrebbe intervenire prima del deterioramento della vista, arrestando del tutto la progressione della malattia. I ricercatori dell’UCL hanno già sviluppato un farmaco sperimentale mirato contro LRG1, che ha superato i primi test e si trova ora in fase di studi preclinici, con la prospettiva di essere testato sull’uomo in futuro. Secondo il team, il trattamento potrebbe essere utile sia nella fase iniziale che in quella avanzata della retinopatia diabetica. “Questo studio fornisce una comprensione fondamentale della malattia e mostra che colpire LRG1 ha un reale potenziale clinico”, dichiara John Greenwood, esperto mondiale di biologia di LRG1 presso l’UCL Institute of Ophthalmology.

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