Risucchiato e ucciso dalla Risonanza magnetica: aveva una catena al collo da 9 kg che usava per allenarsi
È entrato nella sala della Risonanza magnetica aperta in funzione per aiutare la moglie che aveva appena fatto l’esame a un ginocchio ed è stato risucchiato e ucciso dalla macchina per colpa di un catenone da 9 chili con tanto di lucchetto che portava al collo e usava per allenarsi. È accaduto a un uomo di 61 anni al Nassau Open MRI a Westbury, New York, entrato senza autorizzazione nella sala dell’esame dove la macchina era in funzione ed è stato subito attirato dall’apparecchiatura. Nonostante l’intervento di un inserviente per tirarlo fuori ha subito ferite così gravi da richiedere un ricovero immediato, cui è seguita la morte il giorno dopo. Il centro di Nassau non ha voluto commentare l’accaduto.
Il pulsante di emergenza
Ma tutte le apparecchiature dovrebbero avere un bottone di emergenza per la disattivazione rapida della macchina. “Le macchine per la Risonanza magnetica – spiega Riccardo Manfredi, ordinario di Radiologia all’Università Cattolica di Roma – funzionano grazie a dei superconduttori che attivano dei campi magnetici molto potenti che non vengono mai disattivati, anche perché costerebbe moltissimo. Il macchinario è sempre acceso, anche di notte, e il campo magnetico sempre attivo anche quando non si utilizza la macchina. Ovviamente si usano barelle apposite non magnetiche in alluminio e plastica, tutto materiale compatibile con i campi magnetici. Ed è importante istruire per bene tutto il personale medico, infermieristico, delle pulizie riguardo alle precauzioni da adottare. E non soltanto il personale del reparto che certamente sarà a conoscenza dei rischi. In ogni caso in una situazione di emergenza c’è un pulsante che permette di disattivare la macchina in pochi secondi”
Come funziona la macchina
I campi magnetici di una macchina per Risonanza magnetica sono talmente forti da riuscire ad attirare una sedia a rotelle nella stanza a circa 50 km/ora ed è per questo che ai pazienti viene fatto togliere ogni oggetto metallico, gioielli, piercing, fermagli per capelli, cinture, occhiali, orologio, apparecchi per l’udito, protesi dentarie mobili, cinti sanitari, busti. Inoltre, non si possono portare nel macchinario cellulari, carte di credito o altre tessere magnetiche e si consiglia di indossare indumenti senza bottoni automatici, chiusure lampo o altre parti metalliche. Anche chi indossa alcuni impianti, in particolare quelli contenenti ferro, o protesi e pacemaker deve comunicarlo al medico perché in alcuni casi l’esame va evitato.
Non tutti i metalli sono uguali
Questo perché tutto ciò che è ferromagnetico dentro la macchina si può riscaldare e può essere attratto dal magnete dell’apparecchiatura. D’altro canto sono sempre di più le apparecchiature e le protesi costruite con materiali compatibili con la Risonanza magnetica. “Negli anni – precisa Manfredi – quasi tutte le protesi ortopediche o vascolari sono state costruite in titanio o plastica e anche quasi tutti i device sono compatibili: persino i pazienti con pacemaker, con alcuni accorgimenti, possono fare l’esame”. Il problema principale è poi legato al ferro, che viene attirato dalla macchina. “Ma altri metalli, come alluminio, oro, argento, titanio si possono tenere addosso e infatti consiglio ai pazienti di non togliere la fede, per esempio. Perché i metalli nobili non sono attratti”, continua Manfredi.
I precedenti
Non è la prima volta che accadono incidenti che coinvolgono le macchine per Risonanza magnetica. Nel 2001 è morto un bambino di 6 anni in India a causa di una bombola d’ossigeno risucchiata dalla macchina mentre si sottoponeva ad esame. E sempre in India, un altro morto nel 2018, entrato nella stanza del macchinario in funzione con una bombola d’ossigeno. Nel 2023 in California invece un’infermiera è stata schiacciata contro il macchinario da una lettiga ospedaliera attratta dalla forza della macchina stessa: non è morta ma è stata ferita gravemente e operata.
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