Sarai un anziano fragile? Te lo dice un test

Il bastone per reggersi in piedi, la schiena curva, l’incedere a piccoli passi. Poi l’emotività accentuata, le parole che sfuggono, la memoria che arranca. In sintesi, fragilità. Ma oggi sapere in anticipo a cosa andiamo incontro è possibile. Ed è possibile correre ai ripari per vivere serenamente gli anni della vecchiaia. È tutto scritto e spiegato nello studio pubblicato sulla rivista NPJ Aging (gruppo Nature) da un team italiano di neuroscienziati, biochimici e neurologi.

Posso sapere quanto velocemente sto invecchiando?

I ricercatori hanno scoperto attraverso un semplice prelievo di sangue l’esistenza di nuovi profili metabolici in grado di distinguere gli anziani pre-fragili (cioè in quel limbo tra salute e fragilità) da quelli già fragili. La ricerca è firmata da Alessandro Usiello, direttore del Laboratorio Neuroscienze Traslazionali del Ceinge-Biotecnologie avanzate Franco Salvatore di Napoli, con la collaborazione della Fondazione Mondino di Pavia.

“Il test ematico – premette Usiello – serve a determinare i livelli di betaina nelle cellule, consentendo di identificare i soggetti più esposti al rischio-vulnerabilità, a disabilità e ospedalizzazione. La betaina, amminoacido atipico fisiologicamente presente nel nostro organismo, contribuisce a fermare lo stress ossidativo delle cellule e a ridurre il rischio cardiovascolare. Ma è interessante sottolineare che i livelli di betaina risultano differenti nei soggetti pre-fragili, fragili e sani. E poi chiariamo: la fragilità implica un’alterazione multiorgano e multisistemica, diffusa a livello del sistema immunitario, del metabolismo. È un concetto omnicomprensivo di alterazioni che riguarda tutto l’organismo. E, così, pure invecchiamento e fragilità non sono sinonimi e noi dobbiamo aspirare a una longevità sana, perché vivere a lungo ma in cattive condizioni può trasformarsi in una sofferenza”.

Vivere a lungo, il ‘come’ conta più del ‘quanto’. E quasi sempre dipende da noi

La betaina si trova anche come sostanza naturale nella barbabietola da zucchero, da cui deriva il proprio nome. Nello studio è stato analizzato il profilo metabolomico (la metabolomica è la scienza con cui si identificano le piccole molecole, i metaboliti, appunto, presenti in una cellula, in un tessuto o in un organismo). Protagoniste sono le molecole coinvolte nei processi biologici generati dalle reazioni cellulari. È in questo modo che si riesce a interpretare, attraverso il metabolismo, la modalità di reazione di un organismo a diverse condizioni: malattie, nutrizione o terapie. Scrivono gli autori: “Le analisi di arricchimento hanno rivelato una complessa disregolazione degli amminoacidi e del metabolismo energetico, sia nei partecipanti pre-fragili sia in quelli fragili”.

Invecchiamo meglio. I 70 anni sono i nuovi 60?

Per condurre in porto la ricerca sono stati arruolati all’Istituto Santa Margherita di Pavia anziani (età media 74 anni) senza patologie neurologiche o sistemiche. “A valutarli sono stati i colleghi medici e nutrizionisti – spiega Ausiello – hanno raccolto, individuo per individuo, informazioni sullo stato di salute, dieta, capacità motorie e cognitive, umore. Poi i partecipanti sono stati distribuiti in tre gruppi: sani, pre-fragili e fragili. Al momento della valutazione clinica abbiamo raccolto un campione di sangue, su cui sono state effettuate le analisi metabolomiche, tramite spettroscopia a risonanza magnetica nucleare, Nmr. Da questa indagine sono emersi specifici profili biochimici in grado di distinguere i tre gruppi. E i dati rivelano che la fragilità è associata a specifiche caratteristiche metaboliche”.

Invecchiando i muscoli non si rigenerano. Ma una soluzione c’è

Betaina carente, maggiore rischio: ma se, laddove necessario, si sopperisce integrandone la dose, si ottiene un vantaggio? “La sua supplementazione alimentare è sicura – risponde lo scienziato – tra l’altro, si tratta di un aminoacido naturalmente contenuto negli alimenti, soprattutto cereali, alcune verdure e frutti di mare. Se il nostro studio sarà confermato nei risultati, un supplemento di betaina potrebbe rivelarsi una strategia mirata a rallentare la transizione verso la fragilità o addirittura a favorire il recupero. La nostra ricerca ha cercato di identificare nella costellazione delle alterazioni presenti a livello plasmatico la chiave di lettura del decadimento multiorgano e multisistemico e del sistema nervoso centrale che si accompagna a un invecchiamento fragile”. Naturalmente questo non vuol dire che non sia fondamentale tutto il contorno, vale a dire alimentazione corretta, stile di vita attivo fisicamente così da non perdere massa muscolare, vita sociale di qualità: tutti elementi indispensabili per sentirsi giovani.

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