Settimana mondiale dei vaccini: 154 milioni di vite salvate in 50 anni
Una settimana per ricordare, soprattutto ai governi, l’importanza delle vaccinazioni contro le oltre 30 malattie oggi prevenibili. Come sempre è questo l’obiettivo principale della World Immunization Week che si celebra gli ultimi sette giorni di aprile, ossia dal 24 al 30. E quest’anno è ancora più sentito, visti i dati preoccupanti sul calo delle vaccinazioni e il ritorno di infezioni potenzialmente pericolose come il morbillo. In particolare negli Usa, ma non solo.
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L’impatto del vaccino per il morbillo
“L’immunizzazione per tutti è umanamente possibile” è lo slogan scelto dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per veicolare il suo messaggio e ricordare che le vaccinazioni hanno salvato dal 1974 circa 154 milioni di vite: più di 3 milioni l’anno, ossia sei persone ogni minuto. In generale, in questi 50 anni, la mortalità infantile causata dalle malattie infettive a livello mondiale si è ridotta del 40%, e al solo vaccino per il morbillo, ricorda sempre l’Oms, si deve il 60% delle vite salvate tra i bambini. Eppure, nel 2023 si stima che 22 milioni di bambini nel mondo non abbiano ricevuto la vaccinazione contro questa malattia e, secondo un recente editoriale sul Lancet Infectious Disease, si contano nello stesso anno oltre 107 mila morti correlate.
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Dal vaccino anti-cancro a quello Mpox
Avanzamenti più recenti nel campo dell’immunizzazione hanno riguardato tutte le età: dai vaccini contro il papillomavirus umano (Hpv) – principale responsabile del tumore al collo dell’utero, che può quindi essere eradicato, come sta dimostrando l’Australia – a quelli contro malaria, colera, dengue, meningite, ebola, Mpox (il vaiolo delle scimmie), fino agli anticorpi monoclonali per prevenire le bronchioliti da virus respiratorio sinciziale (Rsv) nei neonati e al vaccino 21 valente contro la polmonite da pneumococco per gli adulti, da poco approvato dalla Commissione europea.

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Coperture in calo anche in Italia
Il 2025 è anche l’anno che segna la metà del percorso dell’Agenda 2030 dell’Immunizzazione dell’Oms con le strategie per la ripresa nel post-Covid, e alla settimana mondiale dell’Immunizzazione si sovrappone in parte quella europea, che si celebra dal 27 aprile al 3 maggio 2025 e che si focalizza sulle emergenze del nostro continente. In Italia, in particolare, si osserva un leggero calo della maggior parte delle vaccinazioni raccomandate nei primi anni di età, riferisce la Società Italiana di Pediatria (Sip): le coperture vaccinali per polio e per il morbillo sono al di sotto della soglia del 95% raccomandata dall’Oms, seppur di poco: 94,76% per la poliomielite e 94,64% per il morbillo (per la coorte 2021).
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I casi di morbillo in Italia
Per quanto riguarda il morbillo, secondo l’ultimo rilevamento dell’Istituto superiore di sanità, nei primi tre mesi del 2025 sono stati segnalati 227 casi di morbillo e circa l’89% dei casi ha riguardato bambini non vaccinati. Un terzo ha riportato complicanze: le più frequenti sono state epatite o aumento delle transaminasi e polmonite, ma ci sono stati anche due casi di encefalite. Il trend è cominciato già lo scorso anno, che ha fatto registrare oltre mille casi di morbillo, contro gli appena 44 del 2023.
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Le protezioni per gli adolescenti: meningite e Hpv
I dati più preoccupanti, però, riguardano le vaccinazioni raccomandate per gli adolescenti. Il richiamo contro il meningococco (ceppi ACWY) – che protegge da meningiti e sepsi potenzialmente gravi e permanenti – raggiunge appena il 56,98% dei sedicenni a livello nazionale: sebbene in miglioramento, è ancora ben lontano dall’obiettivo di copertura di almeno il 95% previsto dal Piano Nazionale Vaccini. Per quanto riguarda la vaccinazione contro Hpv, il quadro è ancora più sconfortante: nel 2023, solo il 45% delle ragazze e il 39% dei ragazzi della coorte 2011 ha completato il ciclo vaccinale, e nessuna Regione ha raggiunto l’obiettivo minimo del 95%.
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La nuova profilassi contro Rsv: i primi dati
Una buona notizia viene invece dalla profilassi per il virus respiratorio sinciziale (Rsv), che da quest’anno è garantita anche in Italia alle donne in gravidanza, ma che non è ancora diffusa in modo omogeneo su tutto il territorio: in Lombardia, per esempio, gli accessi al pronto soccorso legati all’infezione in questa stagione epidemica sono calati da 5.800 a 1.500 e i ricoveri da 2.350 a 600, fa sapere la Società Italiana di Neonatologia (Sin).
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Più informazione sui vaccini in gravidanza
In generale, però, “anche le profilassi raccomandate in gravidanza, contro pertosse, influenza e Covid, hanno coperture basse, soprattutto a causa di informazioni poco chiare”, spiega Rocco Russo, responsabile del Tavolo tecnico vaccinazioni della Sip. “Serve un lavoro coordinato tra ginecologi, ostetriche, pediatri e medici di medicina generale per superare le resistenze e proteggere i più piccoli”, aggiunge.
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